Emanuele Trevi e altri 2 titoli dello Strega arrivano ora su tutti i supporti
Tradizionale libro cartaceo, eBook o Audible: “Due vite”, “Il pane perduto” e “Borgo sud” sono pronti ad accompagnarvi in vacanza
Non solo libro cartaceo. Per i lettori che negli ultimi anni hanno cominciato a usare sempre più supporti alternativi, come l’eBook e gli audiolibri, i titoli disponibili sulle varie piattaforme sono in costante crescita. Un fenomeno, questo, che dalle statistiche coinvolge persone di tutte le età e ceti sociali, senza mettere a rischio il valore della carta. A quanto pare, infatti, il piacere di sfogliare un libro non accenna a diminuire, restando la prima scelta indiscussa; tuttavia, sono gli stessi lettori cartacei ad alternare le pagine stampate con il supporto digitale – che risulta essere molto comodo soprattutto durante l’estate, quando si parte per le vacanze e non sempre è possibile portarsi dietro una valigia di libri – e con l’ascolto principalmente su Audible, ottimo per chi viaggia e ama immergersi nelle atmosfere di un romanzo tra una canzone e l’altra.
Questo mese, ad esempio, le novità di Audible sono tante, compresi i podcast originali che si sviluppano attraverso più puntate; tra i titoli di letteratura troviamo invece ben tre romanzi di Dino Buzzati, L’ultima estate di Cesarina Vighy, Winter dark di Alex Callister, Lo specialista di Shi Heng Wu e, dal primo giorno di agosto, persino L’inverno dei leoni di Stefania Auci.
È sulla base di questi presupposti che arrivano ora su tutti i formati tre bestseller facenti parte della cinquina dello Strega: Due vite di Emanuele Trevi (Neri Pozza), Borgo sud di Donatella Di Pietrantonio (Einaudi) e Il pane perduto di Edith Bruck (La Nave di Teseo).
Al trionfatore dello Strega e alla Bruck dedicheremo il cuore di questo articolo, ma innanzitutto vi ricordiamo che Affaritaliani.it ha già recensito Borgo Sud pochi mesi fa e ne potete quindi leggere l’articolo qui.
Spendiamo con piacere qualche parola per uno dei libri più belli della cinquina: Il pane perduto edito da La Nave di Teseo.
Edith Bruck non si limita a toccare un tema sempre importante come la Shoah, ma in questo romanzo tanto breve quanto intenso racchiude tutta la sua vita, che di fatto rappresenta una delle rarissime testimonianze da parte di una donna sopravvissuta ad Auschwitz e in seguito recatasi nella terra promessa, sperando di riconquistare una nuova vita e una nuova patria. Numerosi sono i racconti di coloro che hanno sperimentato sulla propria pelle le torture nei campi di concentramento, ma ben pochi sono quelli che riguardano il dopo, nello specifico la nascita dello stato di Israele in terra palestinese. Eppure, questo momento cruciale della storia è essenziale per comprendere il presente che stiamo vivendo e i decenni di disastrosa guerra che tuttora si consuma lungo la striscia di Gaza. Leggere o ascoltare le parole di chi era là e poté vedere l’inizio di ogni cosa con i propri occhi – spesso, come nel caso di Edith, scegliendo poi di andarsene a causa della tensione insostenibile – è una possibilità preziosa che di certo non andrebbe persa.
Il pane perduto è potente, vero e crudele nella sua aderenza alla realtà, una di quelle storie che segnano non solo la protagonista, ma anche il lettore; ancor più perché, vincendo il Premio Strega Giovani 2021, ha regalato un’immensa soddisfazione alla Bruck all’età di ben novant’anni, dopo una vita intera da scrittrice, giornalista, poetessa, traduttrice e persino regista, spesa per raccontare il dramma della Shoah attraverso le parole, quelle scritte e quelle che con costanza ha portato nelle scuole attraverso le sue preziose testimonianze.
Il libro parte dall’infanzia dell’autrice ungherese mettendo in evidenza le discriminazioni che la sua famiglia iniziò a subire con l’avvento del Nazismo, per poi descrivere in maniera diretta e coinvolgente il lungo viaggio in treno verso Auschwitz – ovviamente nella totale ignoranza della propria destinazione e sorte – dove viene subito strappata al resto della famiglia, ad eccezione della sorella maggiore Judit. I genitori e il fratellino, troppo piccolo per lavorare, vengono spediti nei forni crematori, mentre per loro inizia l’agonia del lager, che non terminerà neppure con l’uscita dal campo: Edith fa infatti parte di quelle migliaia di ebrei che vennero sottoposti a una lunghissima e logorante marcia alla fine della guerra, quando Hitler fu costretto a spostarli di fronte all’avanzare dei russi e delle forze americane. In pochi sopravvissero, ma chi ce la fece sperò di poter riassaporare la libertà e con essa il ritorno a casa: una chimera anche questa, perché del mondo che avevano lasciato non restava ormai più niente.
L’avventuroso viaggio di Edith Bruck termina proprio nel nostro Paese, dove diviene a tutti gli effetti un’italiana naturalizzata e sceglie di dedicare il resto della sua esistenza a ricordare, a raccontare, a far sapere ciò che il mondo vuole dimenticare. Accanto a lei il marito Nelo Risi, che la introduce nell’ambiente del cinema romano e concede così una spruzzata di ironia e leggerezza al romanzo, alleggerendo in parte l’atmosfera, senza tuttavia mai perdere il filo conduttore.
Dunque un’opera che merita davvero di essere letta o ascoltata in Audible dalla voce di Ornella Amodio, scritta da una donna per cui non si può che provare una grandissima stima.
Arriviamo quindi ad Emanuele Trevi, che si è aggiudicato il Premio Strega 2021, portando una casa editrice indipendente come Neri Pozza a conquistare il riconoscimento più ambito d’Italia. Il libro, che non segue la classica struttura del romanzo, ci racconta – procedendo su binari paralleli – le vite di due autori che furono amici e confidenti: Rocco Carbone e Pia Pera. Un legame che includeva anche lo stesso Trevi e si concretizzò in un’amicizia pura, senza secondi fini, disinteressata e mai sensuale, a dimostrazione del fatto che un uomo e una donna possono costruire ben altro al di là della classica liaison sentimentale. Rocco e Pera funzionano proprio perché sono diversi, complementari su molti aspetti, ma entrambi uniti dalla passione per la letteratura in tutte le sue forme: l’insegnamento, le traduzioni, la stesura di articoli, testi e libri, il giornalismo, la scrittura e la lettura ovviamente, sempre fonte di accese conversazioni tra i tre amici.
Emanuele Trevi ci consegna un bellissimo ritratto delle loro vite, con grande empatia e molte digressioni, dal prezioso punto di vista di chi conosceva la profonda interiorità di due personaggi speciali scomparsi troppo presto. Nonostante l’autore non faccia mancare i dettagli, si soffermi sulle piccole caratteristiche di ognuno, sui loro pensieri e su specifici eventi, il libro vibra di commozione e sentimento, perché l’affetto che egli provava – e prova ancora – per entrambi è palpabile in ogni riga, e inevitabilmente coinvolge anche il lettore.
Due vite è approdato da poco su Audible in esclusiva, letto da Riccardo Bocci e prodotto da Audible Studios. Il cartaceo è invece pubblicato da Neri Pozza, che ha scelto per la cover il quadro Busto di donna di Kazimir Malevič; in quarta di copertina le parole di alcuni giornalisti e colleghi, tra cui Marco Missiroli: “Uno dei libri che ho amato di più in questi ultimi anni”, e Concita De Gregorio: “Un libro che in queste settimane ho desiderato imparare a memoria, incorporare le parole come fossero mie”.
Trevi, scrittore e collaboratore de Il Corriere della Sera, classe 1964, ex marito di Chiara Gamberale, va ben oltre la storia, la trama e il racconto, per dare vita a un’opera breve che racchiude in sé salti temporali, connessioni, spunti di riflessione e un immenso bagaglio culturale, oltre al potere senza limiti dell’amicizia.