"L’eroe criminale. Stepan Bandera e il nazionalismo ucraino". Il libro

Su affaritaliani.it, per gentile concessione dell’editore, un estratto in anteprima del nuovo libro di Marco Fraquelli “L’eroe criminale”

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"L’eroe criminale. Stepan Bandera e il nazionalismo ucraino", il nuovo libro di Marco Fraquelli

Eroe nazionale, «martire della libertà», simbolo della lotta per l’indipendenza e la sovranità dell’Ucraina per alcuni; criminale di guerra, filonazista, sterminatore di polacchi ed ebrei per altri, Stepan Bandera, «padre» del nazionalismo ucraino moderno, divide ancora oggi l’opinione pubblica, in Ucraina e non solo. Alla figura di questo «eroe criminale», tornata in auge nel corso della cosiddetta «Rivoluzione di Maidan»

o «Euromaidan» del 2014, grazie alla rievocazione e alla celebrazione, anche simbolica, compiute dai due principali movimenti ultranazionalisti ucraini di estrema destra, Svoboda e Pravyj Sector, oggi protagonisti, con il battaglione «Azov», della resistenza nei confronti dell’invasore russo, è dedicato questo libro di Marco Fraquelli.

Un saggio agile, seppure approfondito, che, insieme alla narrazione delle vicende biografiche di Bandera, ci permette di conoscere più da vicino la nascita e lo sviluppo del nazionalismo in Ucraina nel ventesimo secolo, dal primo dopoguerra alla Guerra fredda al fenomeno «Maidan», consentendoci di comprendere meglio alcuni

importanti aspetti dell’attuale fase delle vicende ucraine.

L’autore

Marco Fraquelli

Nato nel 1957 a Milano. Allievo del politologo Giorgio Galli e studioso della cultura di destra, ha pubblicato Il Filosofo proibito. Tradizione e reazione nell’opera di Julius Evola, Terziaria editrice,1994; A destra di Porto Alegre. Perché la Destra è più noglobal della Sini- stra, Rubbettino, 2005, Rubbettino, 2007, Altri duci. I fascismi europei tra le due guerre, Mursia, 2014, A destra di Sodoma, OAKS, 2021.

Editore Rubbettino

Pagine 190

Prezzo 16 euro

Data di uscita gennaio 2023

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Gli eredi di Bandera oggi

Abbiamo visto come, nell’Ucraina post-sovietica, e nel primo decennio dell’indipendenza del Paese, il culto di Bandera non solo proseguisse, grazie al costante impegno dei «banderiti» di antica tradizione, come i nazionalisti della diaspora e i veterani dei vari movimenti, e come trovasse ulteriori espressioni, ma allargasse anche il proprio raggio di azione in aree nuove, come l’area centrale e persino quella orientale della nazione. E questo, si è detto, grazie soprattutto all’iniziativa di gruppi di estrema destra che, proprio in quegli anni, si andavano costituendo, soprattutto per iniziativa dei nazionalisti rientrati dall’«esilio», ma non solo…

Naturalmente, la propaganda nazionalista incontrò. anche un contesto favorevole: con il dissolvimento dell’Unione Sovietica e la conquistata indipendenza, gli ucraini divennero molto più sensibili nel recepire la narrazione dei veterani e degli ex-esuli che diedero anche una spinta alla formazione di movimenti, organizzazioni e partiti ultranazionalisti e di estrema destra che dichiaravano di collocarsi proprio nella tradizione dell’OUN (specificamente l’OUN-B) e dell’UPA.

Non c’erano più i polacchi o i russi a occupare l’Ucraina, ma nell’est del Paese c’erano gli ucraini russofoni. Bisognava pertanto ucrainizzare o «banderizzare» l’Ucraina russificata. E contrastare l’Unione Europea, che voleva mantenere quello status quo… Nel 1991 nacque, per esempio, l’Assemblea Nazionale Ucraina… che presto costituì… anche un’ala paramilitare, l’Autodifesa Nazionale Ucraina… Sempre nel 1991 venne anche costituito il Partito Social-Nazionale dell’Ucraina guidato da…Andrii Parubii, che aveva come simbolo il Wolfsangel (che il Partito sosteneva essere semplicemente l’incrocio delle lettere I e N, per Idea Nazionale) …

Nel 2004, Parubii…Oleh Tiahnybok…Yaroslav Andruškin e Jurij Kryvoručko diedero vita all’Unione Pan-ucraina «Libertà» … (Partito) Svoboda…Naturalmente per Svoboda il modello assoluto del patriota eroico è Stepan Bandera e chiunque osi criticarlo viene etichettato come vittima della «banderofobia» … Diversa la genesi, e il profilo organizzativo, di Pravyj Sector (e del suo braccio armato, il Corpo Volontario Ucraino) che…nasce, di fatto, con gli scontri di piazza Maidan: si tratta di una sorta di collettivo paramilitare formato da alcune organizzazioni ultranazionaliste e di estrema destra che si dichiarano eredi dell’UPA, tra cui il Tridente (Tryzub) Stepan Bandera, il Martello Bianco, i Patrioti Ucraini…UNA e UNSO.

Ideatore, e leader, fino al 2015, della formazione è il poco più che quarantenne Dmytro Jaroš, dal 2005 leader del Tridente Stepan Bandera (fondato nel 1993 dal Congresso dei Nazionalisti Ucraini come «spin-off» paramilitare dell’Associazione Sportiva e Patriottica Tridente Stepan Bandera) … Bollato da Mosca come «golpista al soldo degli USA», nel gennaio 2022 è stato nominato come consulente dal comandante in capo delle forze armate ucraine, Valery Zaluzhny…. Pravyj Sector è stata giudicata unanimemente come la formazione meglio organizzata ed efficiente durante la rivolta di Maidan, ma anche la più. violenta, tanto che il governo Janukovič la classificò. come movimento estremista, minacciando di arresto i suoi membri.

A riprova del carattere violento del movimento, possiamo ricordare, per tutte, la tragica vicenda del cosiddetto «rogo di Odessa», o anche «strage di Odessa» (2 maggio 2014), che costò. la vita a oltre quaranta manifestanti anti-Maidan, e tra i cui responsabili primeggiarono proprio i membri di Pravyj Sector…Certo, non aiuta nemmeno la qualifica di «neonaziste» affibbiata, spesso in maniera piuttosto semplicistica e superficiale, alle formazioni che ho citato e che dichiarano la loro stretta connessione con la tradizione banderita e l’ultranazionalismo dell’OUN e dell’UPA.

Si tratta indubbiamente di movimenti collocabili nell’alveo della destra radicale, ma occorrerebbe un’analisi più approfondita per darne una definizione più puntuale, al netto di ogni presa di parte ideologica e di ogni emotività. Il tema non è semplice, come dimostra il caso della voce di Wikipedia proprio sul rogo di Odessa, voce da cui, dopo lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina, sono stati eliminati tutti i riferimenti agli «estremisti di destra, neonazisti e nazionalisti filo-occidentali ucraini», definiti come responsabili della strage, suscitando un vespaio di polemiche. Forse perché il testo originale si prestava a possibili strumentalizzazioni, considerato quanto dichiarato da Vladimir Putin dopo l’avvio dell’invasione dell’Ucraina, ovvero che l’obiettivo dell’«operazione militare speciale» era quello della denazificazione del Paese.

 

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