Silvia Ballestra racconta "La Sibilla. Vita di Joyce Lussu"
Nella dozzina del Premio Strega 2023, la biografia della Ballestra ci svela un personaggio straordinario, una donna da riscoprire
Silvia Ballestra ha pubblicato con Laterza La Sibilla. Vita di Joyce Lussu, la dettagliata e intensa biografia di una donna eccezionale. Rientrato nella dozzina del Premio Strega 2023, il libro è stato presentato di recente al Festival Ventimilarighe sotto i mari in giallo.
Silvia Ballestra non è più quella ventenne appassionata di libri, di storie e di scrittura che venne scoperta ancora giovanissima dalla casa editrice Transeuropa e scalpitava per trascorrere il tempo con chi avesse qualcosa da insegnarle. Ora è una donna adulta, una scrittrice affermata che ha ricevuto numerosi premi prestigiosi e ha trasformato una passione in un lavoro, eppure non dimentica quelle poche, preziose persone che sono state artefici della sua crescita professionale e personale. Una di queste è Joyce Lussu, tra i più importanti e affascinanti personaggi femminili del Novecento che purtroppo oggi risulta ingiustamente dimenticata, o quantomeno non ha l’importanza che merita. “Non è semplice trovare i suoi libri in edizioni recenti – ha spiegato la Ballestra, ospite a Senigallia al festival Ventimilarighesottoimari in giallo – eppure alcuni, come Fronti e frontiere o Portrait, andrebbero letti nelle scuole per il valore e l’utilità del loro contenuto. Come spesso accade, ebbe molto più successo suo marito Emilio Lussu, un uomo altrettanto straordinario: Un anno sull’altipiano è ormai considerato un classico, attualmente edito da Einaudi”.
Deduciamo da ciò che Joyce era innanzitutto una scrittrice e una poetessa; tuttavia, per lei l’attività letteraria fu quasi secondaria rispetto alla miriade di avventure che visse e alle imprese in cui si imbarcò, spesso guardando in faccia il pericolo. Scriveva per necessità, per fissare su carta il turbinio di avvenimenti che si susseguivano nella sua movimentata esistenza, e anche perché ebbe sempre uno sguardo da poetessa nei confronti della realtà, ma fu prima di tutto una partigiana, una femminista, una persona di azione oltre che di pensiero. Scrive la Ballestra nell’introduzione al suo libro: “Quando mi capita di doverla definire, raccontare a chi non la conosce, a volte snocciolo un elenco: partigiana, poetessa, scrittrice, traduttrice, storica, politica, combattente, medaglia d’argento per la lotta di liberazione, compagna di Emilio Lussu, intellettuale, agitatrice culturale, saggista… A volte cambio l’ordine, di alcune definizioni so che avrebbe da ridire (…), quasi sempre mi sembra che nessuna di queste etichette riesca a dar conto della sua grandezza, neanche se messe – appunto – tutte assieme”. Su di lei sono già stati scritti diversi libri – alcune opere sono state curate dalla stessa Ballestra – e l’hanno vista protagonista parecchie tesi di laurea, nonché conferenze, studi, convegni, eppure mancava fino ad oggi una biografia compiuta che ripercosse cronologicamente la sua vita, l’ambiente in cui nacque e dove trascorse l’infanzia, la necessità di lasciare l’Italia in quanto appartenente a una famiglia antifascista, l’incontro con il leggendario – poiché allora lo era – Emilio Lussu: un vero e proprio colpo di fulmine, sebbene poi lei si sposò con un altro uomo e solo dopo molti anni i due si ritrovarono per non lasciarsi mai più.
Usando uno stile che restituisce con precisione, accuratezza e molteplicità di fonti la complessità di Joyce, Ballestra firma La Sibilla. Vita di Joyce Lussu (Editori Laterza) più di trent’anni dopo dal loro primo incontro, che avvenne quando era ancora una ragazzina grazie a una parentela in comune e al suo primo editore. Per lunghissimo tempo Silvia si recò a casa di Joyce per ascoltare il racconto delle sue peripezie in giro per il mondo, registrare, sbobinare, mettere su carta e sistemare gli appunti, ma non fu mai facile seguire un filo cronologico, perché con una donna del genere non esistono schemi precostituiti, bisogna soltanto affidarsi e lasciarsi portare. “Durante le nostre interviste per il mio libro – scrive Silvia Ballestra – in quegli incontri che si svolsero nel corso degli anni, quando provai a dire: “Joyce dovremmo seguire una scaletta”, lei mi rispose: “la scaletta sono io”, e questo per me spiega tutto”. A distanza di tempo, però, l’autrice ha sentito l’esigenza di tornare sulla figura e sulla storia di questo personaggio chiave per il Novecento italiano e ha quindi deciso di dare vita a una biografia vera e propria, dotando di un senso e di un ordine quegli appunti un po' caotici. Ne è uscita un’opera splendida che, nonostante la profondità e l’intensità dei contenuti, si legge con estrema piacevolezza, è affrontabile anche da un pubblico meno esperto, e ha giustamente meritato di rientrare nella dozzina del Premio Strega 2023.
Tra le moltissime avventure e gli atti di coraggio che caratterizzarono l’esistenza di Joyce Lussu, possiamo soltanto provare a menzionarne alcuni, che non saranno comunque all’altezza dell’insieme e non lo completeranno: fu falsaria a Marsiglia durante le guerra per produrre documenti destinati a mettere in salvo centinaia di perseguitati politici; cambiò innumerevoli personalità, fingendosi di volta in volta insegnante, traduttrice, moglie di un importante uomo d’affari, compagna di un partigiano, esponente dell’aristocrazia o dell’alta borghesia, forte anche della sua conoscenza di innumerevoli lingue e di una bellezza fuori dal comune, a cui si aggiungevano un’innata eleganza e non poco charme; marciò per miglia e miglia ridotta alla fame, sotto la pioggia e il freddo, più volte arrestata e poi rilasciata grazie a storie incredibili, per poter passare Fronti e frontiere; si batté tutta la vita per i diritti umani e in particolare per quelli delle donne, venendo pertanto oggi riconosciuta come una delle prime e più importanti femministe del Novecento; scoprì e tradusse in Italia i principali poeti stranieri a lei contemporanei, viaggiando in tutto il mondo per incontrarli e per lavorare insieme a loro, talvolta mettendo in scena rocambolesche fughe per salvare mogli e figli; prese parte attiva al movimento di Giustizia e Libertà, fondato dal marito Emilio Lussu; fu madre, moglie, sorella, figlia innamorata dei propri genitori – di cui condivideva i valori – e nipote in disaccordo con la mentalità dell’alta borghesia fermana; pubblicò numerosi libri, scrisse per prestigiose riviste, svolse attivismo a contatto con il popolo, organizzando anche convegni e incontri seguiti da migliaia di persone; collaborò con il SOE inglese (Special Operations Executive), un’organizzazione di servizi segreti britannici il cui scopo era quello di liberare l’Europa dalle dittature e dal nazi-fascismo, venendo quindi addestrata a usare le armi, a decifrare codici, allo spionaggio, alla difesa personale e a molto altro, senza però infine riuscire a raggiungere un vero e proprio accordo con l’Inghilterra; visitò un elevato numero di scuole e di luoghi pubblici per raccontare ai ragazzi e alle giovani generazioni che cosa fu la Resistenza, cosa vuol dire essere stato un partigiano, quale era la quotidianità sotto il Fascismo; non volendo farsi mancare nulla, fu anche madre, cosicché oggi sono il figlio e il nipote a occuparsi della sua memoria prima di chiunque altro.
Ci sarebbe senza dubbio tantissimo ancora da dire e da raccontare, perché da un personaggio del genere – definito Sibilla sia per il ruolo di oracolo, mentore, saggia e guida che ricoprì, sia per i suoi studi sulle sibille, con una particolare predilezione per quella appenninica – non si può che restare incantati e affascinati, così come dall’uomo che le fu accanto tutta la vita. La loro fu infatti una storia d’amore d’altri tempi, fatta di condivisione di valori, empatia, un legame capace di andare oltre lo spazio e il tempo. Tuttavia, lasciamo al lettore il piacere di leggere con attenzione la biografia realizzata nel corso di questi anni dalla Ballestra, poiché siamo certi che sarà un’esperienza indimenticabile.