Annalisa Cuzzocrea, la maestrina di Sx che bacchetta anche Elly Schlein

La vicedirettrice de La Stampa, soprannominata "Giannini in gonnella", è una cinquestellologa di chiara fama: generalista tuttologa e tuttofare

Di Giuseppe Vatinno
Annalisa Cuzzocrea
MediaTech

Annalisa Cuzzocrea la maestrina del giornalismo italiano fa concorrenza (con il suo corsivo) anche a Elisa Esposito 

Iniziamo da una anomalia. Annalisa Cuzzocrea detta “Cuzzo”, vicedirettrice de La Stampa non sta su Wikipedia. Il motivo è sconosciuto ma forse è una nuova forma di radical – chicchismo di cui lei è rappresentante indefessa. Annalisa Cuzzocrea è una presenza televisiva rassicurante per chi c’ha “’na certa”: il suo caschetto biondo con le perenni cuffiette ricorda quello delle ragazze di Base Luna, solo che il loro era viola.

Ricostruiamone brevemente il passato. La Cuzzo, nasce a Reggio Calabria nel 1974 e si laurea in Lingue e Letterature straniere a Roma. Appena laureata si fionda nelle Marche dove studia la nobile arte del giornalismo in quel di Urbino, fucina di giornalisti e passatelli. Poi la solita trafila “de sinistra” e cioè Tg3, Repubblica, Radio Capital, dove mette le tende agli inizi del 2000 e dove si è occupata di tutto. Su questa sua caratteristica torneremo in seguito.

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Nel 2011 sbarca a Repubblica, di Don Carlo, dove comincia a flagellare il pubblico con interventi, puntualizzazioni, distinguo, incisi, chiarimenti, interpretazioni frappe e castagnole. Insomma diventa tuttologa professionista. Però una passionaccia specifica Annalisa l’ha avuta e forse l’ha ancora. No, che avete capito, niente storie sentimentali o peggio, Annalisa è una cinquestellologa di chiara fama.

All’università di Grillo ha studiato molto e passato i seguenti esami ci dicono con ottimi voti: Introduzione a Grillo, Vita e miracoli di Grillo, Il Grillo sconosciuto: romanticismo e natura in Sardegna, Introduzione a Luigi Di Maio (propedeutico obbligatorio), Di Maio ministro giallo – verde, Di Maio ministro giallo – rosso, Di Maio ministro draghiano, Di Maio e Tabacci: storia di un intortamento, Introduzione ad Alessandro Di Battista, Di Battista populista, Di Battista e le latterie di Roma Nord, Raggi 1: dal “gomplotto” dei frigoriferi alla funivia, Raggi 2: cinghialologia e gabbianologia nella Capitale ai tempi dei Cinque Stelle, Raggi 3 (corso avanzato): Questo stadio s’ha da fare, anzi no, anzi sì, meglio di no, boh? Il fenomeno Conte (propedeutico), Cosa è l’illuminazione creativa: fenomenologia di Danilo Toninelli, Conte e il Covid: come ti intorto il popolo, Il Casalino che non ti aspetti (questo esame prevede anche un breve stage con il suddetto), Casaleggio junior: questo sconosciuto, I Cinque Stelle ai tempi di Zingaretti e il “campo largo”, Grillo e la mistica: le apparizioni mariane dell’Eletto (ci vuole la dispensa curiale, che Annalisa ha ottenuto). La tesi di laurea ha invece un titolo un po’ complicato: “I Cinque Stelle sconosciuti: amore e odio ai tempi di Appendino e Raggi”.

Giova ricordare che la tesi, particolarmente complessa, ha attirato l’attenzione del fisico Carlo Rovelli, leader in pectore della sinistra. Lo stesso Rovelli che mette in guardia l’umanità dal pericolo che Annalisa Cuzzocrea vada in diretta competizione con l’Intelligenza Artificiale, potendo discorrere praticamente di tutto. La Cuzzocrea, come dicevamo, è una generalista tuttologa che riesce ad intervenire su qualsiasi argomento caratterizzandolo spesso con osservazioni di una banalità sconcertante che sembrano uscite direttamente da La Qualunque. Ma tutto non si può avere: o larghezza o profondità. Lo dice pure Rocco Siffredi.

Non c’è campo a lei precluso. Se in un Talk Show -di cui è avidissima presenzialista- si discute di cucina, lei c’ha la ricetta calabrese bella e pronta che le ha dato la “cuggina”. Se si parla invece di calcio sciorina i risultati ottenuti da Mourinho ma pure del Torpignattara. Se si parla del Papa lei è a conoscenza di un suo antico amorazzo argentino con cui il Pontefice andava a vedere i film di Quentin Tarantino.

Se si parla di meccanica quantistica eccola lì che salta su con una spiegazione alternativa a quella della Scuola di Copenaghen, roba da far impazzire lo stesso Rovelli. Qualcuno la chiama perfidamente “Giannini in gonnella”, ma Cuzzocrea è di più, è oltre il suo direttore. Con la sua parlata “in corsivo” fa concorrenza a Elisa Esposito.

Annalisa sarebbe “de sinistra” ma in realtà ce l’ha con tutti e recentemente ha bacchettato da maestrina sadomaso la povera Elly Schlein accusandola di “decidere in solitudine” e poi ancora: “Perché è così assente dai lavori parlamentari?” (risposta: va spesso al bagno) e poi naturalmente si è fiondata sull’omicidio di Giulia Tramontano: “Tanti femminicidi perché non si parla di sentimenti a scuola”, giriamo la domanda al ministro Valditara. Parliamo di sentimenti e i delitti caleranno.

Il popolo progressista della Rete è preoccupato perché con la chiusura di “Che tempo che fa” non vedrà più la Nostra sedere tra Damilano e Fazio. Meno male perché da come guardava l’acquario nell’ultima puntata c’era il pericolo che intervenisse pure sulla fisiologia dei pesci tropicali.

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