Banche, Sallusti corre in soccorso di Giorgia e bacchetta la sua ex padrona

Appena rientrato alla guida del Giornale, il direttore stigmatizza la figlia del suo ex "padrone"...

di Maurizio De Caro
MediaTech

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Il direttore dalla memoria corta in soccorso di…

Sostiene Sallusti che “viene prima il paese”, e questa sarebbe un ovvietà se non si conoscessero le spericolate scorribande dell’agiografo magno, tra giornali, comparsate televisive, amori assortiti e continuativi “salti della quaglia” lievi e poco urlati. Sostiene Sallusti che lui è un liberale, e su questo ragionamento non ci piove, ditemi chi oggi non si definisce tale, ma che si arrivasse a stigmatizzare le affermazioni della figlia del suo scomparso e prodigo padrone, farebbe rabbrividire chiunque anche per i modi leziosi, più che urbani che qualcuno (Mesneri) ha definito “mielismo”, sia pure migliorato, avvelenato e intriso di piaggeria.

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Vocazione italica suprema che impedisce di prendere una posizione seria, e da qui l’odio per gli arbitri, diluendola in tanti altri rivoli e dunque la sostanza del ragionamento risulta falsata, inattaccabile, perché i nuovi (e vecchi) aedi del melonismo occupano la stanza dei bottoni facendo finta di argomentare, adducendo valutazioni alte a considerazioni banali. Sostiene Sallusti che il suo provincialismo lacustre mai dimenticato, nonostante le frequentazioni di pseudo-Principesse e pseudo-pitonesse, tra il buco nero del Forte, e la Roma cafona dei Potenti, le origini dunque, forgiano il carattere ambizioso, silenzioso e naturalmente prono ad ogni cambiamento di stato, nello Stato.

Sostiene Sallusti che i suoi veri vice-televisivi e cartacei, non potranno più impensierirlo, perché ormai punta, ma umilmente, alla gestione del GIORNALE LIBERO per LA VERITA’ nel TEMPO, non una corazzata ma comunque una bella nave da guerra per dare un senso logico e politico al più litigioso e controverso governo della storia. Sostiene Sallusti che banchieri, tassisti, balneari in fondo sono costretti a reagire alle richieste di maggiore apertura alla concorrenza e alla condivisione sociale, ma nell’editoriale non c’è un solo punto in cui intravediamo una critica per qualcuno o per qualcosa, insomma Ale ma con chi ce l’hai?

Sostiene Sallusti che ogni formichina-imprenditore o formichiere-padrone fa il suo splendido lavoro per dare lustro al paese che oggi, nell’Era Giorgiana, è una terra splendente in corsa veloce e pochi ostacoli da parte della minoranza/minorità ormai annegata nella palude LGBT etc, quindi il cantore/tenore, anche sembra più un basso, è ormai la vera Diva di questo tempo.

Sostiene Sallusti che la Presidente risolve i problemi e non chiacchiera, finalmente qualcuno che pensa prima di parlare e che agisce prima di promettere, questa narrazione semplice ma efficace ha gioco facile nel paese spompato, incattivito e stremato, da rincari, tasse, migranti fuori controllo e occupazioni mediatiche definitive a reti unificate. Sostiene Sallusti, Montanelli mancato, con iperboli indimenticabili “se il paese non riparte ne risentiranno banchieri, tassisti e balneari”, nella fiera dell’ovvio prezzolato e vincente, questa è la posizione migliore, senza lo spessore di un gattopardo ma con l’astuzia del perito chimico che risente di un’oggettiva inadeguatezza di ruolo e di sembiante.

Sostiene Sallusti che a settant’anni ha già fatto più di Feltri, con cui ha improvvisato siparietti pseudo-comici e grevi, dunque anche se l’ingaggio come Direttore è uguale a quello di Libero, da lacustre modesto e poco aduso ai lussi, in assenza di lignaggio, sceglie il Potere puro di dire tutto senza parlare di niente, di scrivere best-seller, e di esserci sempre, come una maschera dell’Opera Buffa, come si addice a questo Paese malato di arrivismo e di cialtroneria, un moderno Gianni Schicchi.

Sostiene Sallusti che domani sarà un giorno radioso, di mamma ce n’è una sola e che rosso di sera bel tempo si spera, non sarà molto, o molto originale ma volete scommettere che ci saranno moltissimi lettori affamati a dargli ragione? Sostiene Sallusti “l’Italia è il paese che amo”, e non ci sono dubbi perché consente a chiunque di diventare qualcuno, a scapito dei tanti che non saranno mai nessuno. Auguri Direttore.

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