Becchi: “Libero in crisi perché criminalizza i No Vax e Sallusti lo trascura”

“Fare un quotidiano è difficile: se il direttore non c’è mai per occuparsi dei propri affari e mostra che le sue priorità sono altre il giornale entra in crisi”

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“Libero perde lettori perché è l'unico giornale a criminalizzare i No Vax ma soprattutto per colpa del direttore responsabile che non è mai in redazione”: l'intervista a Paolo Becchi

Libero perde lettori e vende sempre meno, mentre La Verità cresce e piace. Quali sono i motivi dietro a queste tendenze? Il caso è scoppiato su affaritaliani.it con un primo articolo (puoi leggerlo qui) a cui è seguita un’analisi dei dati Ads (disponibile qui). Secondo Vittorio Sgarbi il motivo è semplice: sulla Verità ci sono notizie (cliccando qui trovi l’intervista completa).

Il direttore editoriale di Libero, Vittorio Feltri, ha spiegato ad Affari che non è più lui a decidere la linea del giornale (qui puoi leggere tutte le sue dichiarazioni). Abbiamo approfondito la questione intervistando anche Paolo Becchi, che di Libero è stato un collaboratore, fino a quando non è stato “fatto fuori” da Sallusti per un “dispetto nei confronti di Feltri”.

Becchi, lei conosce Libero da molto tempo: che cosa ha determinato questa crisi di lettori e di vendite?

Da quando Feltri è stato “commissariato”, è cambiato tutto: la situazione era già difficile per Libero quando è arrivato Sallusti, ma non era colpa di Feltri. C’erano due persone in concorrenza tra loro, Feltri, col suo prestigio, e Senaldi, che voleva fare il direttore anche lui. Il giornale stava già perdendo la carica che gli aveva ridato Feltri quando è tornato, nel 2016, per cercare di rilanciarlo: lui, che l’aveva fondato, venne richiamato proprio perché già allora non navigava in buone acque.

Ora è stato sostituito da Sallusti perché Angelucci non si è chiesto il vero motivo per cui le cose andassero male, ovvero la concorrenza tra Feltri e Senaldi, il quale era stato chiamato da Feltri per sistemare il giornale e invece si è montato la testa. Da lì è nata la contrapposizione tra i due di cui gli Angelucci non si sono resi conto, e hanno preferito mandare via Feltri e chiamare Sallusti.

Ma Feltri è lì, non è andato via.

Però l’intenzione era farlo fuori. Sarebbe stato più saggio ricostituire la coppia Feltri-Sallusti, e invece no, Libero è l’unico giornale in Italia con tre direttori. C’è il direttore editoriale, Feltri, il direttore responsabile, Sallusti, e il vicedirettore responsabile, Senaldi. In un giornale che vende 20mila copie sono stipendi non da poco. È stato un errore. 

Insomma, invece di mandare via Senaldi che, come ha detto, si era “montato la testa”, gli Angelucci volevano mandare via Feltri? Perché?

Perché volevano Sallusti, ma la coppia Sallusti-Feltri non funzionava più bene. Speravano che Feltri se ne sarebbe andato da solo, e invece non l’ha fatto. Quindi hanno iniziato a fargli terra bruciata intorno, per esempio troncando i rapporti del giornale con tutti i collaboratori che aveva inserito lui, compreso il sottoscritto. È stato un dispetto di Sallusti verso Feltri, il quale ha difeso tutti i lavoratori, ma poi lui ha preferito restare. 

E perché rimanere in queste condizioni?

Per l’età che ha. Feltri è astuto e intelligente ma non ha più la forza di una volta, quando in una situazione del genere se ne sarebbe andato per fondare un altro giornale tutto suo. E quindi ha preferito rimanere lì. In più, se non scrive uno o due pezzi al giorno sta male. E dove lo trovi un altro giornale che gli pubblica due pezzi al giorno? È come se fosse drogato di giornalismo, vive di questo lavoro e morirà con la macchinetta da scrivere in mano. Tutti i giorni va in redazione, il giornalismo è la sua vita, non può andare in pensione.

Non è riuscito a fare quello che ha fatto Montanelli, a cui alla fine il Corriere aveva dato la possibilità di scrivere su una sua rubrica ed è finito così. Non so perché Feltri non ha avuto questa possibilità, però Libero non ci ha guadagnato. Fare un giornale non è una cosa facile, ti devi impegnare, e se il direttore, cioè Sallusti, non c’è mai per occuparsi degli affari propri, come il libro di Palamara (che poi l’ha scritto solo Palamara e Sallusti ci ha messo la mano sopra), se fa capire che le sue priorità sono altre, il giornale entra in crisi. 

Quindi è solo questo il motivo?

No, be’: un giornale che scrive un giorno sì e uno no che 10 milioni di italiani sono dei criminali chi lo compra più? Tutti i giornali sono contrari ai No Vax, tranne La Verità, ma Libero è l’unico che li criminalizza: tutti i giorni c’è l’editoriale di Sallusti contro questi “criminali”, che poi erano gli stessi che una volta compravano Libero.

E come mai questa svolta mainstream di un giornale da sempre considerato controcorrente?

Penso che siano stati gli Angelucci che hanno deciso questa linea favorevole al governo Draghi. Feltri la pensa diversamente da me sui vaccini ma all’inizio, per esempio, io scrivevo una cosa e lui controbatteva con l’idea opposta, a volte anche con parole grosse, ma la gente comprava il giornale perché alla gente piace il dibattito. Ora invece le cose sono cambiate, Libero ha preso una linea molto pesante, forse una delle più pesanti, e molte delle persone che lo leggevano, ed erano vaccino-scettiche, ora infatti si sono spostate su La Verità.

Quindi l’unico motivo per cui i lettori da Libero si spostano alla Verità è perché preferiscono la linea editoriale No Vax?

Esatto. Non dico che Libero doveva fare la stessa cosa, ma se avesse lasciato aperto il dibattito interno non avrebbe subìto questa diaspora. Quando sei un giornale alternativo e poi inizi a scrivere come tutti gli altri, nessuno ti compra più. E quando hai un direttore che non segue più adeguatamente il giornale, che si occupa di qualsiasi cosa ma non del suo giornale è ancora peggio.

Quindi la soluzione è sostituire il direttore o riprendere la linea di dibattito interno che c’era prima?

Non spetta a me dire cosa è meglio fare. E non dico queste cose perché sono stato “licenziato”. Il direttore è libero di fare le sue scelte e non ho alcun risentimento nei suoi confronti, ma certo non è stato molto corretto non venire mai a parlarmi e farmi comunicare la cessazione del rapporto dall’amministratore delegato. In ogni caso, Libero è uscito dalla top 20 dei giornali più letti. Si vede che gli Angelucci possono permettersi di pagare un giornale che non rende (ma in realtà lo paghiamo anche noi perché riceve fondi pubblici), che preferiscono così piuttosto che rilanciarlo con una linea liberal. 

Ma se è la scelta sbagliata, perché insistere nel perseguirla? 

Non lo so. Certo che lavorando nel settore delle cliniche private avranno a che fare con medici, vaccini, farmaci… Credo ci siano anche interessi di azienda nella scelta pro vaccino, ma secondo me hanno sbagliato perché potevano almeno evitare di criminalizzare i No Vax. Ci sono testate molto critiche, ma la criminalizzazione quotidiani la fa solo Libero.

Comunque la causa maggiore della crisi rimane il direttore responsabile, che deve vivere il suo giornale. Magari Feltri non stava in redazione tutto il giorno, ma dava indicazioni, faceva i titoli, era molto operativo nella prima fase. Poi i rapporti con Senaldi si sono sfilacciati ed è andata così… Se Libero oggi riesce a sopravvivere lo deve a due persone che si occupano dell’online che sono davvero dei maghi, due ragazzi giovani che con le pubblicità e le loro tecniche riescono a contenere un po’ le perdite, che sono molto pesanti. 

Quindi se il boom della Verità è dovuto solo ai vaccino-scettici vuol dire che, finita l’emergenza sanitaria, o si conforma al mainstream o perderà a sua volta lettori?

No, perché loro prendono le distanze anche dal governo Draghi e questo va oltre l’emergenza sanitaria. Su questo credo che abbia ragione del tutto Feltri: i giornali ormai si occupano solo di politica e Covid, e la gente non ne può più. Un italiano su due non va a votare, le persone sono stufe della politica, vogliono sentire parlare d’altro. E invece i giornali sono tutti uguali tra loro: il giornalismo di inchiesta, che va a cercare la notizia, non esiste più. È un modello vecchio di fare giornalismo? Non credo. Assange è vecchio? Non credo.

Ormai tutte le notizie si trovano su internet, ma chi poi va a parlare con le persone, con le fonti? Questo giornalismo che si basa sui fatti, sulla vita, non c’è più ma è quello che la gente vuole, ecco perché tutti i giornali sono in crisi. La Verità è in controtendenza, non è detto che crescerà anche in futuro, ma certo questo è il motivo per cui sta crescendo ora.