Chi è Paolo Benanti, il francescano che guida l’Intelligenza Artificiale

Francescano e appassionato di etica: ecco chi è Paolo Benanti, il padre che guida l'Intelligenza Artificiale in Italia

Di Giuseppe Vatinno
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Paolo Benanti
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Chi è Paolo Benanti, il francescano che guida l’Intelligenza Artificiale in Italia 

Ieri ci siamo occupati del nuovo comitato sulla Intelligenza Artificiale che il governo ha tirato fuori per neutralizzare quello vecchio guidato da Giuliano Amato (leggi qui l'articolo). Oggi ci vogliamo occupare della figura chiave, padre Paolo Benanti, esperto di “algoretica” che è presente in tutte e due le commissioni, oltre che rappresentare l’Italia all’Onu nella commissione voluta direttamente dal Segretario generale Antonio Guterres per studiare appunto l’Intelligenza Artificiale.

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L’Intelligenza Artificiale (IA) generativa (cioè capace di creare contenuti nuovi) è entrata prepotentemente nelle nostre esistenze nel novembre del 2022 grazie a ChatGPT che ha raggiunto il grande pubblico seppure in versione sperimentale e non completa ma comunque suggestiva e impattante in molti campi lavorativi.

Dicevamo che si tratta di versioni ancora (volutamente) limitate, tuttavia è bastato per renderci subito conto che si tratta di una rivoluzione epocale, simile a quella dell’avvento del computer o di Internet. L’IA infatti agisce su miliardi di Gigabyte di dati ed ogni giorno si “nutre” dei dati stessi, divorando insaziabilmente intere montagne del Web. E più si nutre e più diviene “intelligente” perché gli algoritmi di cui è composta le permettono di dare risposte sensate a qualsiasi problema, simulando l’interazione con l’essere umano. Può dirci, ad esempio, come cucinare un pollo, creare una poesia oppure risolvere una equazione alle derivate parziali. Il sogno illuminista dell’Enciclopedia volteriana a disposizione di tutti. L’IA ha inoltre finalmente realizzato quella che i tecnici chiamano “macchina di Turing” e che è sostanzialmente indistinguibile da un essere umano.

Essa è infatti in grado di apparire ad un altro essere umano come umana. Tuttavia, l’IA è anche uno strumento di enorme potere, come qualsiasi tecnologia e dietro la sua sterminata erudizione c’è sempre l’essere umano che la nutre di dati e la educa in un procedimento che potremmo definire tecnopedagogico. Dunque occorre vigilare che non cada in mani sbagliate e che comunque sia addestrata positivamente.

Ma chi è Padre Paolo Benanti? Sul blog si presenta così: “Sono un francescano del Terzo Ordine Regolare - TOR - sono nato il 20 luglio del 1973 e mi occupo di etica, bioetica ed etica delle tecnologie. In particolare i miei studi si focalizzano sulla gestione dell'innovazione: internet e l'impatto del Digital Age, le biotecnologie per il miglioramento umano e la biosicurezza, le neuroscienze e le neurotecnologie.

Cerco di mettere a fuoco il significato etico e antropologico della tecnologia per l'Homo sapiens: siamo una specie che da 70.000 anni abita il mondo trasformandolo, la condizione umana è una condizione tecno-umana...”. Sull’argomento Benanti così si esprime in un incipit di un suo articolo: “Per guidare l’innovazione verso un autentico sviluppo umano che non danneggi le persone e non crei forti disequilibri globali, è importante affiancare l’etica alla tecnologia. Rendere questo valore morale qualcosa di comprensibile da una macchina, comporta la creazione di un linguaggio universale che ponga al centro l’uomo: un algor-etica che ricordi costantemente che la macchina è al servizio dell’uomo e non viceversa”.  E proprio il lemma “algoretica” è la chiave per capire che l’IA non può essere lasciata a sé stessa e ogni Stato, la Ue e l’Onu si stanno organizzando a tal fine. E poi ancora una considerazione assai importante: "C’è un equilibrio sottilissimo da ricercare: se regolamentiamo troppo rischiamo di affossare questa tecnologia. Se troppo poco, rischiamo di subirla".

Paolo Benanti è nato a Roma 50 anni fa ed insegna alla Pontificia Università Gregoriana. Il padre Angelo è un ingegnere e Benanti respira scienza e tecnologia già nella sua famiglia che si trasferisce a Frascati, altro luogo simbolo della scienza italiana, dove ci sono i laboratori dell’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) e dove furono sviluppate macchine eccezionali come Ada e il suo sviluppo Adone.

Ada (Anello di accumulazione) fu costruita nei primi anni ’60 dello scorso secolo come elettrosincrotrone per studiare gli urti elettrone-positrone. Adone fu un suo sviluppo. Verso inizio del nuovo secolo Benanti entra nei francescani in Umbria, terra mistica per eccellenza, conseguendo un baccalaureato in teologia e poi un dottorato in teologia morale con una dissertazione dal titolo The Cyborg. Corpo e corporeità nell'epoca del postumano, toccando il tema del Transumanesimo di cui ci siamo occupati diverse volte anche a proposito della IA (leggi qui l'articolo). 

Dal 2018 aumenta la sua attività di studio e pubblicistica sui problemi dell’interazione etica tra tecnologia e società che lo portano ad essere nominato dal governo nella commissione Amato sulla IA nell’ottobre di quest’anno. Di qualche giorno dopo è la nomina all’Onu e di pochi giorni fa quella nel nuovo Comitato. Dunque Padre Paolo Benanti è attualmente la figura chiave dello sviluppo della IA italiana.