Damilano, siluro a Foa e lite tv: "Lei fu presidente Rai perché filo-Putin"

Il direttore dell'Espresso non le ha mandate a dire a Marcello Foa, numero uno della Rai dal 2018 al 2021

Marcello Foa, a sinistra, e Marco Damilano
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La7, lite furiosa tra Marco Damilano e Marcello Foa: "Fu il partito di Putin a farla presidente"

Marco Damilano non le manda a dire. Ieri, martedì 1° marzo, durante DiMartedì in onda su La7, il direttore de L’Espresso ha svelato la nudità di un ospite in particolare presente nello studio di Giovanni FlorisDamilano ha attaccato l’ex presidente della Rai Marcello Foa, in carica dalla fine del settembre 2018 alla metà di luglio 2021 e sostenuto dal M5s e dalla Lega

All’ex presidente Rai, il direttore dell’Espresso ha contestato l’attività di commentatore per l’agenzia russa Sputnik, presente in diversi paesi (anche nel Belpaese con un proprio sito in lingua italiana) e con la rete tv Russia Today, finanziate entrambe dal Governo di Mosca e nate da una costola dell’agenzia statale RIA Novosti

"Il presidente della Rai Marcello Foa faceva il commentatore per agenzie come Sputnik, per Russia Today, scrivendo cose tipo ‘In 18 anni non ho mai dovuto coprire una sola crisi internazionale provocata dal Cremlino', che le rivolte in Ucraina erano guidate e gestite dall’Occidente…”. E continua: “Oggi il Parlamento vota all’unanimità [a favore delle sanzioni proposte dal Governo Draghi, ndr], ma il partito di Putin in questa legislatura, e lo dico anche ad Alessandro Di Battista, ha avuto per anni la maggioranza e infatti ha nominato Marcello Foa presidente della Rai proprio perché aveva quel curriculum, non ‘nonostante’ avesse quel curriculum. Non possiamo dimenticare perché sennò ripartiamo sempre da zero…”.

Alla luce dell’escalation russa in Ucraina, Russia Today e Sputnik sono state recentemente sospese da Youtube, mentre le app delle due emittenti non sono più disponibili su Google Play: si tratta, come riporta TvBlog.it, di “prime misure” per bloccare due delle principali fonti di propaganda internazionale provenienti dal regime di Putin. I siti web, però, sono ancora visibili e consultabili, anche Sputnik in italiano, e la home è una sequenza di accuse contro l’Ucraina, colpevole, a quanto si legge, di tenere in ostaggio i propri cittadini e di attaccare infrastrutture e territori russi, fisicamente e digitalmente.

I due canali, dunque, sono da sempre voce del Cremlino e della sua propaganda: una condizione certo non ignota. In questo contesto si muove “l’attacco” di Damilano a Foa; più che un attacco, quella del direttore de L’Espresso ha l’aria di essere una precisazione, un “chiarimento della posizione” degli interlocutori nel dibattito.

 

 

 

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