Neuroni artificiali imparano a giocare a ping pong: l'uomo verso l'estinzione?

L’uomo perderà il controllo del mondo? Dei neuroni artificiali in un piatto imparano a giocare a ping pong. Cosa verrà dopo?

di Antonio Amorosi
MediaTech

La scoperta mostra gli incredibili progressi della scienza, ma non è detto che conducano ad un miglioramento della vita umana

L’Intelligenza artificiale funziona imitando l’uomo, ad ogni ordine e grado della sua azione. 50 anni dopo che la Atari ha fatto uscire il primo videogiochi simulatore di ping pong dei neuroni artificiali creati dall’uomo sono riusciti a giocare allo stesso videogioco.

Pong 1 della Atari ebbe un enorme successo commerciale, facendo nascere l'industria dei videogiochi. Oggi, una ricerca dei Cortical Labs a Melbourne, in Australia, è riuscita a subissarne l’attività. Centinaia di migliaia di neuroni umani sono stati fatti crescere in un piatto rivestito di elettrodi ed è stato insegnato loro a giocare a Pong 1.

La scoperta mostra gli incredibili progressi della scienza che non è detto che conducano ad un miglioramento della vita umana. Dopo che il MIT, il Massachusetts Institute of Technology di Boston, ha sviluppato sinapsi che superano un milione di volte quelle del cervello umano la scoperta dei Cortical Labs mostra un quadro sempre più pieno di incognite. Non a caso, alcune settimane fa, gli esperti di Intelligenza Artificiale di Google e dell’Università di Oxford hanno raccontato perché è possibile che l’uomo si estingua grazie ai robot, come nei film Terminator e Matrix. Le macchine potrebbero facilmente prendere il controllo del pianeta e vedere nell’uomo una minaccia alla propria riproduzione.

Nel caso delle cellule neuronali artificiali che giocano a ping pong, le cellule del giocatore non rispondono ai segnali visivi su uno schermo, ma ai segnali elettrici degli elettrodi. Questi elettrodi stimolano le cellule e registrano i cambiamenti nell'attività neuronale. I ricercatori hanno quindi convertito i segnali di stimolazione e le risposte cellulari in una rappresentazione visiva del gioco. C’è cioè una risposta a uno stimolo e un rapporto reattivo.

I ricercatori hanno usato il loro sistema per insegnare ai neuroni a rispondere a un segnale elettrico. Nel gioco, un giocatore fa scorrere una paletta/racchetta verticale su e giù per lo schermo per intercettare la palla che rimbalza. Nell'esperimento, i neuroni controllano la paletta/racchetta.

Brett Kagan, direttore scientifico dei Cortical Labs, ha spiegato a Nature: "Nei libri di testo attuali, i neuroni sono considerati prevalentemente in termini di implicazioni per la biologia umana o animale. Non sono considerati un elaboratore di informazioni, ma un neurone: è questo lo straordinario sistema in grado di elaborare informazioni in tempo reale con un consumo energetico molto basso".

Per insegnare ai neuroni a colpire la palla, spiega Kagan, lui e il suo team hanno sfruttato la teoria secondo cui i neuroni tendono a ripetere l'attività che produce un ambiente prevedibile. Quando i neuroni rispondevano in un modo che corrispondeva a colpire la palla, i neuroni artificiali venivano stimolati in un luogo e con una frequenza che era ogni volta la stessa. Se mancavano la palla, la rete veniva stimolata dagli elettrodi in posizioni casuali e a frequenze diverse. Nel corso del tempo, i neuroni hanno imparato a colpire la palla per ricevere la risposta preparata e che corrispondeva a una modello comportamentale, piuttosto che alla situazione casuale.

Anche se i neuroni sono molto lontani da un cervello reale, ha detto Kagan, e non danno segni di coscienza, essi mostrano un comportamento adattivo in un determinato ambiente, cioè simulano i comportamenti tenuti in quell’ambiente. La nuova scoperta potrebbe servire per curare malattie come l'Alzheimer e le malattie degenerative della mente. Ma la questione è sempre la stessa 

Se il soggetto è l’uomo i neuroni artificiali ne simuleranno i comportamenti come in uno specchio. Il problema é: fino a che punto? Perché non affrontare il tema delle cure e delle malattie come sganciato dal resto? Perchè non vincolare gli esperimenti? Non è forse questo un tema etico da affrontare (o bisogna almeno tentare di farlo) come abbiamo messo dei limiti sulla riproduzione della vita umana?

O dobbiamo accettare questa evoluzione, come abbiamo abbracciato senza alcuna possibilità di critica il consumismo, accogliendo il destino di sostituzione e distruzione come inesorabile?

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