L'Espresso, caos dopo la cessione: il Cdr minaccia lo stop al prossimo numero

Dopo la conferma della cessione dell'Espresso, arriva anche l'ufficialità dello sciopero dei giornalisti

Lirio Abbate
MediaTech
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L'Espresso, la redazione si blocca: sciopero di firme e astensione dal lavoro per fermare l'uscita del prossimo numero

“Dopo mesi di smentite e astratte rassicurazioni, il gruppo Gedi annuncia la vendita dell'Espresso. L'offerta che appena tre giorni fa 'non era ancora stata formalizzata' e doveva essere ‘prima valutata’, è invece stata formalizzata e accettata in tempi record. Si demolisce il castello eretto nei mesi scorsi dai vertici del gruppo, che così confermano la propria serietà e affidabilità. La stessa che ha portato nell'ultima settimana alle dimissioni del precedente direttore, arrecando un ulteriore pesantissimo danno d'immagine alla testata”.

“La redazione dell'Espresso”, continua, “esprime grande preoccupazione per il futuro di un giornale che ha fatto delle inchieste e delle battaglia politiche, civili e culturali la propria ragion d'essere ed entra in un gruppo editoriale che finora si e' concentrato su altri settori dell'informazione. La redazione esprime la propria ferma protesta per i modi in cui la trattativa sulla cessione della testata è stata condotta, e per il risultato finale di un negoziato che per mesi metterà l'Espresso in una situazione che non ha precedenti nella storia dell'editoria italiana, di fatto una co-gestione sospesa tra due proprietà”.

L'Espresso, la redazione annuncia lo sciopero delle firme

“Una vecchia proprietà che ha affermato la 'non strategicità della testata e un'altra società promessa acquirente di cui al momento non e' dato sapere che tipo di obiettivi si pone per il giornale. Una situazione che rende impossibile il sereno lavoro dell'intero corpo redazionale”.

“Per questo l'assemblea dell'Espresso proclama lo sciopero a oltranza delle firme, sia sul settimanale cartaceo che online, e conferma l'astensione dal lavoro per impedire l'uscita del prossimo numero. Chiediamo inoltre un incontro urgente con i rappresentanti dei due soggetti giuridici che da oggi avranno competenza sulla pubblicazione della testata”. Lo scrive il Cdr dell'Espresso.

L'Espresso, il commento del nuovo direttore Lirio Abbate

"È per una scelta di responsabilità che ho accettato l’incarico di direttore de L’Espresso. Per senso del dovere e di rispetto nei confronti del gruppo di lavoro di cui mi onoro di fare parte da tredici anni. Mai avrei pensato che tutto ciò avvenisse in queste condizioni, dopo le dimissioni del mio amico Marco Damilano che ringrazio per tutto quello che ha fatto in questi anni di direzione. Occorreva adesso dare seguito e continuità al lavoro svolto fino ad ora. Per rispetto alla redazione, ai poligrafici e ai collaboratori. Ma soprattutto ai lettori. Prendo il timone di una nave che si muove in un mare in tempesta, ma non è nel mio Dna sottrarmi davanti alle sfide e alle situazioni difficili e non lo farò nemmeno questa volta.

"L’Espresso si è sempre caratterizzato per le inchieste, che lasciano il segno, disturbano i potenti, ledono interessi consolidati. È il connotato tipico di questo giornale con le sue rivelazioni taglienti, intese come assolvimento d’un compito civile. E questo voglio continuare a fare. Puntando sulla difesa di chi è più debole, proseguendo la battaglia sui diritti, e contro la corruzione e il malaffare. Perché “la stampa serve chi è governato e non chi governa”. L’obiettivo è quindi di conservare e rafforzare la dignità originaria de L’Espresso.

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