I privilegiati giornalisti del Corriere della Sera protestano contro Cairo

La “battaglia di Solferino” è in pieno svolgimento: Cairo e la redazione del CorSera sono mesi che combattono una logorante guerra di trincea editoriale

Di Giuseppe Vatinno
MediaTech

Scontro Cairo-giornalisti Corriere della Sera, ecco che cosa c'è dietro. Analisi 

La “battaglia di Solferino” è in pieno svolgimento. Non quella del 1859 tra la Francia di Napoleone Bonaparte e l’Austria di Francesco Giuseppe, ma quella ben più cruenta tra la redazione del Corriere della Sera e l’editore Urbano Cairo. Sono infatti mesi che i due si combattono in una logorante guerra di trincea editoriale che ha prodotto anche scioperi e incomprensioni.

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Scrive l’"Assemblea dei giornalisti del Corriere della Sera” per giustificare lo sciopero: “Purtroppo le risposte alle richieste di un più adeguato riconoscimento del lavoro della redazione sono state irrispettose e irrisorie per un’azienda che ha dichiarato cospicui utili e distribuito dividendi. Le condizioni di lavoro al Corriere sono progressivamente peggiorate in questi anni. La stragrande maggioranza dei giornalisti tra sede centrale, ufficio di corrispondenza di Roma e cronache locali ha stipendi ai minimi contrattuali con forfait per straordinari, notturni e domenicali risibili, a fronte di un impegno orario sempre più alto.

Le redazioni locali sono stabilmente sotto organico e debbono sopportare turni pesanti con scarsi riconoscimenti economici. Alla redazione online, già sovraccarica di lavoro, viene ora chiesto di iniziare a lavorare alle 5.45 del mattino, a fronte di un’offerta economica risibile. Le retribuzioni dei collaboratori, infine, sono state falcidiate fino a toccare i 20 euro (lordi) a pezzo”.

Da notare che la lamentatio non è firmata dal Comitato di Redazione ma da una fantomatica “Assemblea dei giornalisti”, cosa che nella risposta Cairo fa giustamente notare: “La pubblicazione del comunicato che avete appena letto non è dovuta ai sensi dell’art.34 del Contratto Nazionale di Lavoro Giornalistico, poiché non firmata dal Comitato di Redazione. Il comunicato è stato altresì deciso da un’assemblea di 168 giornalisti, con 143 votanti, di cui 130 a favore, circa il 27% dell’intera redazione. Abbiamo condiviso la decisione del Direttore Luciano Fontana di pubblicarlo ugualmente nel rispetto del confronto delle idee, come nella tradizione di questo quotidiano". 

"In un periodo di crisi del settore, che a livello globale colpisce tutti gli editori, l’azienda ha dovuto fronteggiare una crescita molto significativa dei costi a causa dell’incremento dei prezzi dell’energia e delle materie prime, per un aumento di 28 milioni di euro nel corso del 2022. In questo contesto, a differenza di molti editori nazionali e internazionali, RCS non ha avviato alcuna operazione volta a ridurre l’organico giornalistico del Corriere della Sera. Al contrario ha continuato nella politica di assunzioni di giornalisti giovani, inserendone 8 nel 2023 che si aggiungono ai 48 redattori assunti al Corriere dal 2016, anno in cui sono diventato Presidente e Amministratore Delegato del Gruppo RCS MediaGroup. Queste 56 assunzioni complessive portano l’organico del Corriere a 489 dipendenti che, uniti ai 295 collaboratori con contratto e agli ulteriori 520 collaboratori a borderò, portano a 1304 il numero totale di quanti contribuiscono alla realizzazione del Corriere. Nel gennaio 2023 abbiamo inoltre incorporato l’organico complessivo delle Edizioni locali con 104 giornalisti”.

Insomma, queste povere “stellazze” del Corriere della Sera si sentono sfruttate ed angariate dall’Editore cattivo e profittatore. Già lo vediamo Aldo Cazzullo, in sandali e vestito da schiavo egizio che viene frustato dal faraone Cairo o lo schiavo Beppe Severgnini fatto segno di colpi di verga di Fiorenza Sarzanini in versione sado – maso. Non sappiamo chi sia questa “Assemblea dei giornalisti” ma sappiamo che anni di via Solferino l’hanno allontanata progressivamente dalla realtà.

Forse non sanno i vergatori della missiva le condizioni che vigono fuori da Solferino in alcuni giornali. Articoli spesso pagati pochi euro, precariato totale, mancanza di contratti e di qualsiasi tutela, quando poi non ci pensano le cause a ridurre sul lastrico i giovani giornalisti e le loro famiglie. E così desta meraviglia che la FNSI si schieri subito con questa “assemblea dei giornalisti” del Corriere della Sera mentre ci sono migliaia di giovani precari –soprattutto al Sud- che rischiano la vita per fare il proprio lavoro e per puntellare la precaria democrazia del nostro Paese. Ma magari loro non fanno notizia, Cazzullo sì.

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