Marrazzo e lo scandalo con la trans: "Grande vergogna. Ma se ci fosse stata Elly Schlein...". Rivelazioni inedite

Ospite del podcast "Cazzi Nostri - Cose Tra Maschi", l'ex presidente della Regione Lazio ha affrontato tabù del passato. Ma non solo

di Redazione Mediatech
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Marrazzo, l'ex presidente della Regione Lazio torna a parlare dello scandalo che lo travolse: "Grande vergogna. Ma se ci fosse stata Elly Schlein..."

Il podcast “Cazzi Nostri – Cose Tra Maschi” (OnePodcast) dello speaker Diego Passoni e dell’urologo Nicola Macchione torna con un appuntamento esclusivo dedicato a tematiche di grande spessore sociale affrontate insieme a un ospite di rilievo: Piero Marrazzo, ex Presidente della Regione Lazio, giornalista e conduttore televisivo. L’episodio è disponibile da oggi mercoledì 11 dicembre su OnePodcast e su tutte le principali piattaforme di streaming audio.

In occasione della recente uscita del suo libro “Storie senza eroi” (Marsilio Editori), partendo dallo scandalo di cui nel 2009 è stato vittima tra gogne mediatiche ed esilio politico, Piero Marrazzo si apre con Diego e Nicola sul problema della percezione della mascolinità che la società impone agli uomini, facendo provar loro vergogna ogni qualvolta disattendono gli stereotipi prefissati. Si sofferma sull’ancora troppo diffuso analfabetismo sessuale e affettivo di molti maschi eterosessuali, che anche lui sta imparando con il tempo a combattere, e sull’importanza dei diritti di libertà, dichiarando di volersi schierare accanto a chi combatte per essi mettendo a disposizione la sua maggiore consapevolezza.

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Sul senso di vergogna che provava in quel periodo: «Ci ho messo tanto come ragazzo degli anni ‘70 a capire cosa nascondessi a me stesso. La società vuole nascondere che i maschi etero sono, in stragrande maggioranza, quelli che hanno rapporti sentimentali o sessuali a pagamento. In quel momento si è accesso un fascio di luce, che ha contribuito a mandarmi in esilio perché anche i partiti non riuscivano culturalmente a gestire questa cosa».

Su quello che sarebbe successo se all’epoca la segretaria del Partito Democratico fosse stata Elly Schlein: «Elly avrebbe capito all’epoca, avrebbe sicuramente metabolizzato e preso una posizione politica, gestendo un’opportunità politica, quella di cui io mi assumo la responsabilità. Ma avrebbe anche cercato di farlo diventare un tema politico di riflessione».

Sul suo funerale civile avvenuto a causa della sua intimità sessuale: «Io è come se avessi partecipato al mio funerale, però era solo un funerale civile perché per 15 anni sono stato esiliato. E lo dico con rispetto per chi, a volte per tutta la vita, viene esiliato per il suo orientamento sessuale o per il suo genere… io non avrei mai creduto di riavere i media e di poterci parlare portando questi argomenti. La verità è che l’uomo sulla affettività e sull’intimità sessuale non si apre perché pensa che, se no la sua attività pubblica, o il suo posizionamento professionale, vengano indeboliti».

Sul suo proposito per il futuro di portare avanti battaglie a sostegno dei diritti di libertà: «Io non mi posso sostituire a chi soffre di questi problemi, ma mi posso mettere accanto a loro. Parlo dei diritti di libertà: lo vediamo sull’orientamento sessuale cosa significhi il diritto negato. Ma parlo anche di altri diritti negati. Se noi giornalisti vogliamo il diritto di libertà, di cronaca e lo vogliamo difendere, allora dobbiamo capire che abbiamo anche dei doveri. Rispetto ai bambini lo abbiamo capito e oscuriamo le immagini, rispetto ai suicidi si inizia a non utilizzare i nomi. Bene, e allora iniziamo a farlo rispettando le donne transgender e iniziamo ad avere rispetto nei confronti delle donne che si trovano un giorno ogni tre a essere vittime di femminicidio».

Link al podcast: https://open.spotify.com/show/2hPlivKsVUDBa9anBOKxDd?si=5b5c1eabd8024675

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