Il grande Corona mette a posto De Luca: "Se avesse qualcosa sotto i pantaloni, lo sfiderei"
Lo scrittore 73enne, ospite fisso nelle passate edizioni di Cartabianca, risponde a tono alle offese del governatore della Campania
Mauro Corona scatenato contro Vincenzo De Luca: "Mi fa pena. Non durerà molto"
Lo scrittore Mauro Corona, noto al grande pubblico per le sue uscite autentiche e i modi senza fronzoli, non le manda a dire neanche questa volta. L’occasione è un intervento ai microfoni di “Uno, Nessuno, 100Milan” su Radio24 in cui – come riporta Il Fatto Quotidiano – l’autore 73enne ha approfittato per replicare agli appellativi con cui Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania ha definito lui e “la sua “Bianchina” (Bianca Berlinguer) in sede di presentazione ufficiale dei palinsesti Rai.
Effettivamente, era difficile che le parole del presidente De Luca passassero inosservate, dato il registro offensivo: “Avete rifilato la ‘sòla’ Berlinguer a Mediaset, non vedremo più quel troglodita vestito da capraio afgano”.
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L’opinionista fisso di Cartabianca ha ribattuto: “Gli insulti di De Luca? Tra poco finirà la sua carriera di politico e spero che gli diano una striscia comica di 5 minuti. Non capisco perché se la prenda con me, visto che l’ho sempre ammirato. Certo, come comico, nonostante Crozza sia superiore, perché De Luca come politico mi fa pena. Ma siccome sono un uomo buono e non bastono il cane che sta per affogare, lascio perdere quello che ha detto. Se fosse uno con qualcosa sotto i pantaloni, lo sfiderei a duello come quelli della sua terra usavano fare”.
E aggiunge, menzionando il poeta e filosofo argentino Macedonio Fernández: “Lui definì il protagonista del romanzo di Hilario Ascasubi, “Aniceto il Gallo”, ‘un povero diavolo, un misto di buffone e filosofastro’. Ecco, questa definizione si adatta perfettamente a De Luca. Tra l’altro, ha detto che sono un ‘capraio afghano’ e una ‘specie di cammelliere yemenita’.
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A parte che il capraio e il cammelliere sono figure nobili di lavoratori – continua – ma De Luca, pur non sapendo né leggere, né scrivere, conosce bene l’uso delle parole. Se mi avesse definito ‘pastore afghano’, sarebbe cambiato tutto, perché la parola ‘pastore’ è poetica, ma ‘capraio’ è un termine dispregiativo. Comunque, De Luca non durerà molto, quindi dategli una striscia come comico”.