Pubblicità occulta a resort, il Codacons: "Si indaghi su Ferragni e..."

Chiara Ferragni, Wanda Nara e Asia Valente sono finite nel mirino dell'Antitrust per la poca trasparenza nelle sponsorizzazioni

di Redazione
MediaTech

"Pubblicità occulta ai ristoranti e hotel", l'indagine dell'Antitrust contro gli influencer

La stretta sugli influencer continua. Dopo il pandoro-gate di Chiara Ferragni su cui sta indagando la Procura di Milano, e che ha spinto il governo a introdurre nuove regole con il "Ddl Ferragni", adesso nel mirino finiscono i rapporti tra le strutture ricettive e le figure degli influencer. È stato pubblicato un documento (un esposto) a firma del Codacons in cui viene chiesto all'Antitrust di avviare una nuova indagine. Lo riporta Gambero Rosso.

L’esposto del Codacons

«L’Antitrust dovrà verificare se gli influencer che sui propri profili social sponsorizzano alberghi, resort di lusso e spa realizzino una pubblicità occulta a danno dei follower», scrive il Codacons. A finire nell’occhio del ciclone, questa volta, è ancora Chiara Ferragni, con altre note influencer come Wanda Nara e Asia Valente: «Il Codacons ha già presentato diversi esposti all’Antitrust e alla Guardia di Finanza a seguito della pubblicazione da parte di note influencer (come Asia Valente, Wanda Nara o Chiara Ferragni), di immagini sui social network dove vengono sponsorizzate strutture ricettive senza l’inserimento dell’indicazione “Adv” attestante la natura promozionale dei messaggi».

Nell’esposto, il Codacons sottolinea, inoltre, l’esistenza di «dubbi legittimi se si considera che da più parti si solleva con insistenza la questione di rapporti poco chiari tra gli influencer italiani e operatori turistici attraverso messaggi che appaiono a tutti gli effetti come forme di pubblicità dirette agli utenti».

Con l’esposto presentato all’Antitrust e alla Guardia di Finanza, il Codacons «chiede maggiore trasparenza e chiarezza in favore dei cittadini destinatari di tali messaggi sui social […] per fare luce sulla questione, affinché si accerti la natura dei contenuti diretti al pubblico».

Per dette verifiche serve acquisire «tutta la documentazione attestante i soggiorni degli influencer, i pagamenti eseguiti per i servizi fruiti e le tariffe praticate per i pernotti in oggetto». L’intenzione è quella di fugare ogni dubbio su «rapporti ambigui che potrebbero avere ricadute anche ai fini fiscali e dell’evasione delle tasse sui redditi».

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