Rai, esplode il caso Barbareschi. Scontri sul comizio di centrodx e polo film
L'ad Roberto Sergio garantisce: "Non faremo una tv sovranista niente censura e più pluralismo". Ma ci sono subito altri tre capitoli di confronto
Rai, l'ad Sergio: "Ma quali epurazioni? Saremo più pluralisti di prima"
"Non ho rimosso nessuno senza ricollocarlo. Non posso preoccuparmi di chi ha lasciato perché si sente minacciato. Ma da chi?" La Stampa pubblica oggi un colloquio con il nuovo amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio. "Ma quale Telekabul o TeleMeloni d’Italia…. Ti pare, uno con la mia storia, democristiano da una vita che conosce come pochi altri il ventre e la pancia di quest’azienda si mette a epurare qualcuno…".
"Il mio primo atto in cda è stato quello di confermare tutti i programmi: a cominciare da Cartabianca, Mezz’Ora in più e Report», spiega. Anzi, «con Fazio ci conosciamo dai tempi del Gioco del Lotto, una vita, dagli anni novanta, siamo amici e l’ho ringraziato", aggiunge Sergio a La Stampa. "Per mia fortuna conosco perfettamente l’azienda e conosco anche tutti i molteplici aspetti che la contraddistinguono, così come conosco pregi e difetti dei professionisti che ci lavorano, insomma, conosco quelli bravi e anche quelli meno bravi: cercheremo di utilizzare il meglio che c’è per rendere la Rai leader negli ascolti e nel rispetto del pluralismo".
Rai, esposto dal cda per cancellare il programma di Barbareschi
Ma intanto esplodono già altri tre dossier di polemica. Il primo viene riportato dal Corriere della Sera, che spiega che due consiglieri di amministrazione, Francesca Bria (area Pd) e Riccardo Laganà (dipendenti Rai) "hanno chiesto di cancellare la seconda edizione del programma condotto da Luca Barbareschi, In Barba a tutto, che sarebbe previsto dai piani di produzione e trasmissione 2023 del genere Cultura. Il motivo è l’intervista recente in cui il conduttore dichiarava che «le attrici che denunciano molestie cercano pubblicità»".
"Riteniamo oltremodo gravi le parole del signor Barbareschi — scrivono — e chiediamo che, alla luce delle policy di valorizzazione e tutela delle donne volute e sostenute con fermezza da questo cda, nonché per evitare danni di immagine e ulteriori polemiche per il servizio pubblico, sia valutato dagli attuali vertici la cancellazione del programma in oggetto".
La replica di Barbareschi non si è fatta attendere, riporta il Corriere: "Momenti comici in Rai. Io non ho nessun contratto e quindi è censura preventiva sulla base di un mio legittimo pensiero, tra l’altro assolutamente rispettoso delle donne. Il mio programma televisivo è in palinsesto anche se non è stato ancora firmato il contratto. Se questo accadesse, dovrei fare causa ai consiglieri per il danno recato all’azienda, visto che la precedente edizione del programma ha avuto ottimi risultati".
Polemiche sul comizio di centrodestra su Rai 24 e sul nuovo polo per film e serie
Intanto, sempre il Corriere della Sera spiega che "la commissione di Vigilanza Rai «valuterà con estrema attenzione» la decisione di RaiNews24 di trasmettere venerdì la diretta del comizio dei leader di centrodestra in sostegno al candidato sindaco di Catania, dove si vota oggi e domani". Quella del comizio trasmesso in diretta in chiusura della campagna elettorale per le Comunali è "la prima grana politica per i nuovi dirigenti della Rai".
Il direttore di RaiNews24 ha replicato garantendo che la testata nell’arco della giornata «ha dato ampio spazio a tutte le forze politiche», rispettando, quindi, la par condicio. Le opposizioni non ne sono per niente convinte.
Repubblica racconta invece di un altro progetto, cioè quello di creare un polo unico per film, serie e documentari. In sostanza, secondo Repubblica: "Unificare le strutture che realizzano fiction cinema e corti, per sostituire l’immaginario di destra a quello di sinistra".