Report, da "modello" a bersaglio del M5s: Casaleggio contro Ranucci

Il servizio "Stelle cadenti", andato in onda durante l'ultima puntata del programma in onda su Rai3, ha scatenato l'ira dell'ex pentastellato

di Lorenzo Goj
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Report, Casaleggio contro Ranucci: "Taglia e cuci con la mia intervista"

A Report è bastato un episodio per capovolgere il suo “rapporto” coi grillini. Infatti, il programma in onda su Rai3 e condotto da Sigfrido Ranucci, da sempre ben visto dal Movimento 5 Stelle, ora si trasforma in un bersaglio da colpire.

Certo, il titolo del servizio in questione non lascia spazio a interpretazioni. Si chiama “Stelle cadenti” e nell’inchiesta vengono ripercorsi molti punti oscuri della storia recente dei pentastellati. Si va dalla mancata elezione di Alessandro Di Battista a capo politico nel 2020, ai presunti conflitti di interessi di Davide Casaleggio, fino all'inchiesta sui soldi della Moby dell'armatore Vincenzo Onorato, un procedimento in cui Beppe Grillo è indagato con l’accusa di aver commesso influenze illecite. Per poi, infine, arrivare all'incoronazione di Giuseppe Conte.

Reagisce Casaleggio, che del M5s non fa più parte ma ne incarna la storia e i valori originari. Il presidente dell'Associazione Rousseau contesta i metodi di Report in un post pubblicato sul Blog delle “Stelle”.

Casaleggio parla di “dieci piccole bugie” contenute nel servizio e accusa la trasmissione di Rai3 di aver fatto un “taglia e cuci” della sua intervista e la ripubblica in versione integrale, compresa una frase del cronista, che alla domanda del figlio del cofondatore che gli chiedeva cosa ne pensasse del “nuovo corso contiano”, si limita a rispondere “non posso pensare”. Come riporta Dagospia, per Casaleggio la risposta è emblematica “del problema di alcuni giornalisti italiani che finiscono per essere portatori di idee di altri non meglio precisati”.

Casaleggio scrive che è falso che Conte abbia proposto a Rousseau un contratto poi rifiutato dalla no-profit milanese, anzi “una bozza di contratto fu invece richiesta da Crimi”. Poi il conflitto di interessi: “Non mi ci sono mai trovato, avendo rifiutato posti da ministro e candidature”.

Ma nel frattempo Conte pensa ad altro. Da Palermo rinvia la resa dei conti sul terzo mandato. “Ne parleremo dopo le amministrative”, dice dal capoluogo dell'Isola. Quindi prova ad accelerare sull'intesa con il Pd per le primarie dei giallorossi in vista delle regionali siciliane del prossimo autunno: “Dobbiamo chiudere”.

 

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