Sanremo 2023: "Spazio anche a un pacifista". Monta la protesta anti-Zelensky
Sergio Bassoli, coordinatore della Rete italiana pace e Disarmo: "Chiediamo alla Rai di garantire lo stesso spazio anche a chi non vuole più armi e guerra"
Sanremo 2023, i pacifisti chiedono la par condicio alla Rai. Il caso
La partecipazione di Zelensky a Sanremo si avvicina sempre di più, e salvo colpi di scena, il suo intervento al Festival poco prima del verdetto finale sul vincitore della rassegna canora, sembra essere confermato. Per questo da un'associazione pacifista arriva l'invito alla Rai a rispettare la par condicio e ospitare anche chi dice no alla guerra. Dalla Rete italiana pace e disarmo - si legge sul Fatto Quotidiano - arriva un nuovo appello alla Rai perché risolva il caso Zelensky a Sanremo con una scelta diversa: "Chiediamo agli organizzatori del Festival – si legge nel testo – che venga garantito lo spazio per una testimonianza che porti alla luce l’impegno e le scelte civili e non violente che contribuiscono a costruire la pace". Il coordinatore della Rete, Sergio Bassoli, lo spiega con parole più nette: "Perché la Rai non usa Sanremo per far conoscere l’Italia che vuole la pace?".
"Si potrebbero far salire sul palco dell’Ariston - prosegue Bassoli al Fatto - i volontari, chi fa servizio civile, i protagonisti di una comunità che ha lavorato all’accoglienza di 250 mila rifugiati ucraini. Abbiamo una Costituzione che ce lo chiede: per ripudiare la guerra occorre costruire la pace". Ci sorprende la mancanza di delicatezza della Rai e ci spaventa l’appiattimento dell’agenda mediatica sulle solite parole: armi e guerra. Sarebbe bello se Zelensky intervenisse solo per ringraziare per gli aiuti umanitari e le carovane di volontari che hanno soccorso e ancora soccorrono la popolazione civile, ma sappiamo perfettamente che il presidente ucraino è in un tunnel in cui non può vedere la pace, ma solo la vittoria nei confronti della Russia. Noi rispettiamo senza riserve il diritto alla difesa del popolo ucraino, ma non chiedeteci di prendere parte a questa guerra. Armarsi non è la strada, ma l’errore che sta compiendo l’Occidente".