Sprechi agricoli, perché "Indovina chi viene a cena" è un programma coraggioso

Un giornalismo che apre gli occhi su modelli alimentari sani e multinazionali che predano la Terra. Da un’idea della giornalista Sabrina Giannini. Intervista

di Antonio Amorosi
MediaTech

Giannini: “Siamo in un nuovo feudalesimo. In quello storico, marketing e pubblicità non esistevano. Io lavoro su questo, per far cambiare i comportamenti delle persone”. Intervista alla conduttrice del programma Rai "Indovina chi viene a cena

Un programma di RAI3 che sta crescendo per ascolti e incisività, coraggioso e poco incline ai giri di parole, “Indovina chi viene a cena”, condotto e ideato dalla ex giornalista di Report Sabrina Giannini. Affari l’ha intervistata.

Come nasce una vostra inchiesta?

Man mano che le facciamo scopriamo cose nuove, su cui lavorare. Ci sono tanti cambiamenti e promesse non mantenute dall'Europa, dalla politica dei Paesi membri in generale, dall’Italia

Il potere non dice mai la verità...

Non dicono la verità sull'agricoltura e sui miliardi che vi girano intorno perché ci sono dei grandissimi interessi, sostegni, in un'economia di mercato che non esiste. Poi per quanto riguarda altre tematiche, come il greenwashing (il marketing ingannevole col quale le aziende si danno una patina di credibilità ambientale che non hanno, ndr)... è talmente diffuso che ci mettiamo poco a scoprire chi mente

Molti argomenti del programma ruotano intorno a cosa mangiamo, un tema che tocca più profondamente il cittadino...

Lo è in parte, sicuramente quest'anno perché abbiamo sempre il dottor Franco Berrino, in quasi tutte le puntate. Nelle 60 fatte dal 2016 abbiamo preso la questione sul profilo dello stile di vita, in genere

Nella prossima puntata parlerete di longevità e diete

Sì, di come mantenere la salute attraverso l’alimentazione, come si prevengono certe malattie anche neurodegenerative, la prevenzione del cancro, eccetera. Ho parlato molto di moda nella mia vita giornalistica e anche in questo programma moltissimo, come di virus, delle problematiche legate alla distruzione della biodiversità e di noi che invadiamo gli spazi degli animali selvatici, da cui il cortocircuito del Covid. Abbiamo girato in un periodo difficilissimo per raccontare questa distruzione che ci siamo provocati col nostro modello di sviluppo

Il racconto della realtà che marketing e propaganda non fanno vedere. La RAI, come servizio pubblico, dovrebbe investire di più su programmi come il vostro

Te ne dico una di più. The Lancet, qualche anno fa, ha pubblicato uno studio di meta-analisi, dove dice che il cibo è la causa del 50% delle malattie, anzi di più, il cibo uccide più del cancro. Però dall'altra parte io ti do anche dei messaggi positivi, sempre delle soluzioni alternative, come si vedrà anche nella prossima puntata. Attraverso l'alimentazione noi possiamo risparmiarci il 40% delle malattie o almeno, per essere più corretti, alcune malattie cardiovascolari, il cancro. Anche alcune malattie neurodegenerative e un certo tipo di diabete al 100%, possono essere posticipate, se non addirittura non averle mai

Vedo nel programma una profonda critica alla società dei consumi e al modello di sviluppo. Dopo aver visto una puntata si ha un’idea chiara su come comportarsi

E’ una critica a un modello che ha un errore di fondo che vediamo da ogni cosa, dai 200 milioni di migranti climatici alle guerre per la terra, vedi su cosa è basato il conflitto in Medio Oriente. Il suolo deve dare da mangiare a 8 miliardi di persone, oggi non è una cosa irrilevante: è la cosa più importante per l'umanità. Tra l'altro noi, in tutto ciò, stiamo anche riducendo tantissimo le foreste per alimentare questi 8 miliardi. Intanto 100 miliardi di animali vengono uccisi ogni anno. La drammaticità di questa emergenza io l'ho percepita già ai tempi, quando lavoravo per Report, e quando ho avuto l’occasione di avere un programma l'ho basato su questo, credo anche con un bel riscontro di pubblico

Nel programma c’è quest'idea di un giornalismo che raccontando la realtà vuole cambiare le cose, mi sbaglio?

Vedo i drammi che stiamo vivendo oggi e io voglio aprire gli occhi alle persone perché cambino. Siamo in una sorta di nuovo feudalesimo. Nuovo perché nel feudalesimo storico il marketing e la pubblicità non c’erano. Il marketing, il greenwashing, la finta democrazia vogliono farti credere che sia tutto giusto così. Ma cosa è la verità? La verità è che diamo fiumi di miliardi ai miliardari che diventano sempre più grandi. I grandi si mangiano i più piccoli. Vediamo i braccianti che devono essere sempre più poveri, sono migranti in tutto il mondo, questo perché? Perché la struttura di quel che tu chiami giustamente nuova forma di consumismo ci ha portati gradualmente, dalla seconda guerra mondiale in poi, a far sì che i grandi gruppi, la grande finanza e le grandi multinazionali si facciano far leggi per i loro interessi, uguali in tutto il mondo

A loro cosa serve?

Servono degli schiavi, chiamiamoli così, una sorta di servitù della gleba che ha sempre bisogno di lavorare, a qualunque condizione, che siano i messicani in California che ho fatto vedere io, che siano gli indiani Sikh a Latina, che siano le persone di colore in Puglia e a Rosarno per le arance, non cambia il modello, in tutto il mondo è questo, anche in Cina hanno i loro schiavi

Viviamo in una società dove nello stesso palazzo, nella stessa area, convivono il super ricco e il super povero: una novità assoluta rispetto al passato…

Esatto e voglio far capire che questo sistema ci sta portando a una deriva dove i diritti umani sono completamente schiacciati, in tutto il mondo e dai diritti umani passiamo ai diritti degli animali che non esistono. L’animale è diventato una macchina per produrre, dove la selezione genetica ha condotto le vacche a passare da 18 litri a 50 litri di latte di produzione al giorno, i polli sono selezionati geneticamente perché devono avere questi petti enormi. Tutto è diventato una macchina

Anche l’uomo sta trattando se stesso come una macchina, nei cicli di lavoro e nella vita in genere

Sì e io devo spezzare questa idea, nella testa delle persone, che sia normale. Non è normale, è come se noi vivessimo in un incubo che ci conduce alla distruzione dell'ambiente e nostra. Cosa sarà il suolo tra 60 anni? Il 70% dei suoli saranno tutti aridi, a causa dell'uso massiccio di fertilizzanti. Questi sono dati scientifici. Viviamo dentro una bolla enorme e in realtà la Terra sarà un luogo sempre più insicuro. L’obiettivo principe del giornalista non è quello di cambiare le cose. Il giornalista deve dire le cose come stanno, io non ho l'ambizione di cambiare le cose, sarebbe troppo bello, ma allora cosa facciamo? Non facciamo niente? Che è un po' come dire: no, sai c'era il campo di concentramento ad Auschwitz, ma comunque ce n’erano altri, quindi perché dovevo denunciarlo? Le mostruosità che creiamo ci tornano indietro

Facciamo poco e niente in questa direzione

Precisamente. Allora perché noi, sapendo che attraverso il cibo possiamo risparmiare miliardi di farmaci, non lo facciamo? Perché i governi, ci chiediamo, e lo diremo nella prossima puntata, anziché dire come mangiare, spingono, al contrario, a cosa mangiare per rovinarti la salute? Perché c'è un interesse in questo schema che è un sistema, capito? E questo sistema deve arricchire una dozzina di grandi potenze economiche che sono quelle che producono pesticidi, ad esempio. Guarda caso, chi vende pesticidi vende anche farmaci. Spesso chi vende i semi brevettati vende anche pesticidi, c'è sempre questa accoppiata, no?

Eh, il discorso ambientale...

Se vi ci immergiamo un attimo, capiamo quanto viene preso sotto gamba anche dai nostri colleghi. Siamo 8 miliardi, gli spazi sono sempre più ristretti, le risorse sempre meno, le guerre si fanno anche per questo. Pensiamo all'Ucraina, è il granaio d'Europa, perché ha degli sbocchi sul mare per le merci, tutto ruota intorno a questo modello di sviluppo impazzito

Avete molti processi? Che poi vedo si traducono, di media, in cause temerarie…

Penso di averne in piedi ancora una decina, ma ho sempre vinto. Ho vinto contro Cremonini di Inalca, dopo 13 anni di processi, ai tempi era un pezzo di Report, contro Granarolo che invece mi ha denunciato con questo programma, contro alcune associazioni avicole. Ma dopo tanti anni sono ancora qua

Sapendo come funziona la giustizia italiana, si può anche perdere da innocenti o trovandosi nel giusto

Eh sì, hai ragione. Io sono molto attenta e questa cosa non mi è mai capitata. Tra Report e Indovina, penso di avere fatto più di 120 inchieste, alcune veramente contro grandissimi gruppi, però ti posso dire che non ho mai dovuto fare una rettifica in vita mia, cioè ho vinto tutte le cause, anche contro dei magistrati perché non è facile vincere contro i magistrati...

C’è una struttura legale della Rai che vi supporta?

Sì, noi abbiamo degli avvocati che la RAI di solito chiama. Oggi poi questi grandi gruppi, che hanno enormi disponibilità economiche, intentano cause civili e cercano di colpirti su quel fronte con operazioni temerarie. Ma andiamo avanti

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