Antibiotico, quando prenderlo: l'uso improprio costa 11mila morti l'anno
Solo nei Paesi Ue si registrano 33mila decessi l'anno per la resistenza agli antibiotici
Antibiotico, quando prenderlo? "Non servono contro il Covid-19 e andrebbero utilizzati solo nella profilassi pre-operatoria", affermano gli esperti
All’utilizzo improprio di antibiotici sono riconducibili in Italia oltre 10mila decessi all’anno, su un totale di circa 33mila nell’intera Unione Europea; è il dato emerso dal seminario organizzato a Napoli da Farmaceutici Damor, promosso in collaborazione con il consorzio Itme (International Translational Research and Medical Education), fondato dall’Università Federico II con l’Albert Einstein Institute of Medicine di New York, che ha visto la partecipazione del virologo Massimo Galli, del prof Francesco D'Andrea, dell'Università Federico II e del prof. Stefano Veraldi, della Statale di Milano.
“Le sottovarianti 4 e 5 di omicron sono più contagiose e sembrano essere in grado di “bucare” la barriera vaccinale” ha affermato il professor Massimo Galli, tra i maggiori infettivologi a livello mondiale. “Proprio per la maggiore diffusività di omicron si è verificato un incremento delle cure domiciliari che hanno provocato un utilizzo improprio di farmaci antibiotici, del tutto inutili contro l’infezione virale da Covid-19. Invertire questa pericolosa tendenza è diventata una priorità in ambito sanitario” ha continuato il Professor Galli.
“Gli antibiotici sono assolutamente inutili per il Coronavirus - ha ribadito Galli - il loro uso è assolutamente improprio, in quanto non svolgono nessuna azione diretta o anche vagamente indiretta, e non si giustificano praticamente mai nemmeno come copertura di un'eventuale sovrapposizione di una polmonite batterica. Il loro uso non ha base scientifica - ha proseguito Galli - però ha fatto gravi danni. La zitromicina, in particolare, è stata utilizzata in maniera assolutamente spropositata senza nessuna indicazione specifica. Su questo farmaco abbiamo assoluta evidenza contro la sua utilità in questo caso specifico. Così, oltre a sprecare denaro pubblico si fa un danno al futuro utilizzo di questo farmaco".
Antibiotico-resistenza: le opinioni degli esperti
Per il professor D'Andrea, chirurgo plastico, l'antibiotico "andrebbe utilizzato solo nella profilassi pre-operatoria e l'uso va ridotto al massimo, privilegiando, in alternativa gli anti-microbici". Sono stati infatti presentati i risultati scientifici relativi ad un’innovativa formulazione a base di Rigenase e poliesanide che non sviluppa bioresistenze. Lo studio condotto su 50 pazienti ha evidenziato come l'applicazione di Rigenase sulla superficie della lesione, sia in grado di generare un microambiente umido necessario per una più veloce riepitelizzazione. Allo stesso tempo la presenza del poliesanide consente il controllo della popolazione microbica. Tale sinergia fa sì che la guarigione proceda senza alterazioni determinando una riduzione del dolore lamentato dai pazienti ed, allo stesso tempo, migliori risultati estetici.
Il professor Veraldi, dermatologo ha raccomandato un uso "corretto e responsabile" degli antibiotici, coinvolgendo i medici di medicina generale.
Infine, Ugo Trama, responsabile Politica del farmaco della Regione Campania, ha posto l’accento su un recente studio pubblicato dal “Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie”, dal quale emerge che l'Italia si colloca tra gli ultimi Paesi in Europa per la prevalenza di infezioni correlate all'assistenza sanitaria (Ica). Per fronteggiare questo fenomeno è stato previsto un piano straordinario di formazione per accrescere le conoscenze del personale sanitario in materia di gestione delle infezioni nosocomiali.