Colesterolo, alto o basso non è più un indicatore assoluto di salute
Il livello va considerato insieme ad altri valori come età, sesso, stress, alimentazione
Colesterolo, indicatore di salute ma legato ad altri fattori
Il colesterolo è sempre stato considerato un indicatore di buona o cattiva salute. In linea generale si valutava il colesterolo come riferimento unico ma, oggi, l'evidenza scientifica valuta il dato molto più attentamente e soprattutto lo lega ad altri fattori. Alcuni recenti ed importanti studi hanno rilevato che rischi minori di eventi cardiovascolari erano meno influenzati dal dato sul colesterolo nelle persone sane, nonostante ciò il consumo di pillole per ridurlo o tenerlo basso non smette di crescere in tutto il mondo. Sono molti i sanitari che si chiedono se il consumo di questi farmaci vada bene. Forse non ci si dovrebbe chiedere se ce ne siano molti o pochi di questi medicamenti, ma se vengano utilizzati al meglio. Infatti sembra capitare sempre più spesso che le persone più a rischio di eventi cardiaci siano quelle meno curate, mentre altre con minor rischio cardiovascolare le stanno assumendo inutilmente.
Colesterolo, le analisi misurano le lipoproteine
E’ utile sapere che le analisi misurano non il colesterolo ( che di per sé è indispensabile per vivere) ma alcuni indicatori indiretti come le lipoproteine che lo trasportano attraverso il sangue. Quindi non bisogna parlare di colesterolo, ma di lipoproteine. Uno di questi gruppi, LDL (colesterolo cattivo) può causare l'aterosclerosi. Un accumulo improprio di grasso nelle vene e nelle arterie, grasso che può causare fra l’altro ictus o attacchi di cuore. Prima della pandemia, l'ischemia cardiaca e le malattie cerebrovascolari erano le tra principali cause di mortalità in Europa. I farmaci ipolipemizzanti usati per tenere bassi i valori legati al colesterolo e quindi i rischi cardiovascolari sono le statine. Quello che gli ultimi studi fanno osservare è che il beneficio dell'abbassamento dei livelli di LDL con le statine sono "modesti" per la popolazione generale. Nei due recenti studi le persone sono state divise in due gruppi, uno trattato con questi farmaci e l'altro con placebo. La riduzione relativa nel primo è stata del 9% per tutte le cause di mortalità, del 29% per infarto miocardio e del 14% % per patologie cerebrovascolare. In realtà però in termini assoluti le riduzioni sono state molto inferiori: rispettivamente 0,8%, 1,3% e 0,4%. Detto questo è sempre utile valutare il rapporto beneficio e il rischio collaterale. E le statine, come tutti i farmaci, hanno effetti collaterali. Per questo è importante che pazienti siano informati in modo che possano prendere le loro decisioni, oltre al fatto che i medici debbano tenerne conto nelle linee guida cliniche.
Colesterolo, cambiati i livelli di riferimento
Negli ultimi 15 anni, i livelli di colesterolo raccomandati sono cambiati. Il livello di colesterolo non è più un riferimento assoluto, ma occorre sempre di più legare il dato a fattori di rischio come sesso, età, stress, attività fisica, alimentazione, fumo o genetica. Questa nuova guida, chiamata Score2, è stata aggiornata nel 2021. Stante questi parametri il suggerimento emersi dagli studi è i medici non dovrebbero prescrivere le statine semplicemente a causa del colesterolo alto, ma solo dopo aver tenuto conto di tutti questi fattori e solo se altri approcci non sono stati utili. Il paziente però, a volte, non intende credere che la responsabilità di un livello di colesterolo alto sia magari il proprio stile di vita e , magari negando l’evidenza, vuole rimediare chiedendo medicine., le pillole “miracolose”. La conclusione e la realtà che sta emergendo dalle nuove evidenze è che , cosi come per la salute mentale, molti sanitari sono convinti che forse vengano prese più pillole di colesterolo del necessario. Questo in parte è dovuto ad un’aspettativa del paziente ed in parte perché il sistema, nel suo insieme, non riesce a influenzare altri percorsi più sani ed efficaci.