Obesità, la pandemia invisibile del 21esimo secolo,conferma l’OMS
Necessario usare le stesse strategie usate con il tabacco. Il caso della Spagna
Obesità, la pandemia invisibile del XXI secolo secondo l'OMS
“La pandemia invisibile del XXI secolo, con l’unica eccezione del Covid ” è la definizione che l’OMS ha dato per l’obesità. Il tabacco invece è stato considerato la principale epidemia del 20esimo secolo. In queste due problematiche per l’umanità vi sono molti punti di contatto. Da una parte un comparto industriale che distribuisce prodotti considerati , ormai da tutto il mondo scientifico, non sani ( sigarette in primis) e dall’altra aziende (non tutte) del comparto alimentare che vendono prodotti superlavorati, ricchi di conservanti, ormoni e ad altro. E pure le campagne promozionali, pubblicitarie e comunicazionali sono dirette allo stesso obiettivo: quello cioè di vendere tanto prodotto e di fidelizzare il consumatore spronandolo a consumarne sempre di più. Inoltre, molto spesso la pubblicità per gli alimenti, sottostimano le comunicazioni legate alla salute, così come anni fa facevano i grandi produttori di sigarette, sigari e prodotti analoghi.
Obesità, utilizzare le stesse armi usate contro il tabacco
Stante questa realtà varrebbe la pena di trarne esperienza. In questa direzione si sta muovendo la Spagna. Nel paese iberico quasi il 54% della popolazione adulta è sovrappeso o obesa. Mentre nel cluster degli adololescenti la percentuale dei sovrappeso è del 33%. Nella lotta al tabacco la Spagna aveva firmato nel 2005 l’accordo dell’OMS. Un piano di misure denominato MPOWER. P per la protezione, O per offrire sostegno a chi voleva smetter; W per avvertire del rischio; E per bloccare qualsiasi pubblicità e R per aumentare le tasse sul tabacco. E questo ha permesso di fare passi da gigante nella lotta al fumo, così come successo in molti paesi europei, Italia compresa. Per l’obesità invece, nonostante gli avvertimenti della scienza siano ormai pressanti ed evidenti si spinge soprattutto sulla responsabilità individuale , optando per misure inefficaci, incentrate sull'educazione alimentare o su “ricette ad personam”.
Obesità, le ricette per combatter i danni della cattiva alimentazione
Ma cosa propongono gli esperti per combattere i danni della sovralimentazione e dell’obesità? Gli interventi dovrebbero operare in 5 aree definite: la limitazione della pubblicità e dei contenuti proposti; la regolamentazione dell’offerta, la riduzione della domanda, il miglioramento delle etichette davanti e dietro ed infine una riformulazione degli accordi con le case produttrici di alimenti. Limitare la comunicazione pubblicitaria significa portare ad una diminuzione delle vendite e dell’accettazione generale di alcuni prodotti. Vale la pena ricordare che molti prodotti ultra raffinati sono diretti agli adolescenti. Mentre ormai il divieto di pubblicità delle sigarette è praticamente vietato dappertutto e la comunicazione sui pacchetti è molto chiara sui rischi, la regolamentazione della pubblicità di alimenti e bevande rivolta ai minori, non riesce ancora a passare. Troppi interessi e troppe lobbies. Per quanto riguarda l’accesso a certi prodotti si potrebbe vietarne l’acquisto ai minori. In questo senso, molti paesi, ma non la Spagna, hanno vietato i distributori automatici all'interno delle scuole. Per quanto riguarda invece il fumo vietare molti spazi per fumare è stato una delle armi vincenti nella lotta. Allo stesso modo, i centri educativi e sanitari dovrebbero diventare luoghi dove venga regolamentata l'offerta di dolci o bevande zuccherate.
Obesità, aumentare le tasse su alcuni prodotti
Ultima importante arma l’aumento del prezzo attraverso la tassazione. Mentre in molta parte della Spagna la resistenza a tassare certi prodotti è alta, in Catalogna, nonostante la resistenza dell'industria, è stata introdotta una tassa sulle bevande zuccherate. Il processo sembra funzionare e non sembra al momento ci siano evidenti impatti negativi sull'economia o sul mercato del lavoro. In ogni caso il processo, anche in Spagna, così come in molti paesi europei, è stato inserito nel Piano strategico nazionale per la riduzione dell'obesità infantile, da gestire nel prossimo decennio. E la speranza è che non solo la Spagna ma tutti, compreso i grandi paesi come gli Stati Uniti, possano cominciare davvero ad implementarli.