Caro affitti, Comune e Città metropolitana Milano verso il canone concordato

Incontro con organizzazioni studentesche e proprietari immobiliari: dividere il territorio in cinque fasce e fissare una tariffa. L'obiettivo: accordo a giugno

a cura della redazione
Caro affitti: la protesta delle tende a Pavia
Milano

Caro affitti, Comune e Città metropolitana Milano verso il canone concordato 

Limitare il caroaffitto denunciato dagli studenti: questo l'obiettivo che Comune e Città metropolitana di Milano stanno perseguendo. Nella giornata di lunedì 22 maggio un tavolo convocato a Palazzo Isimbardi per cercare di trovare un accordo sul canone di affitto concordato metropolitano. Erano presenti anche associazioni dei piccoli proprietari immobiliari, sindacati e organizzazioni studentesche. Ha spiegato l'assessore milanese alla Casa Pierfrancesco Maran che l'idea è di "fissare una tariffa per ognuna delle fasce che individueremo" spiega l'assessore alla Casa, Pierfrancesco Maran, poi "la faremo salite in base ai metri quadri dell'appartamento". E l'auspicio è di arrivare ad un accordo entro giugno.

Il progetto di canone concordato illustrato da Maran a Milano

Il ragionamento sarebbe quello di "coinvolgere i piccoli proprietari, fissando tariffe coerenti con i benefici della legge, ossia una cedolare secca al 10% anziché al 21%, che possa portare non solo ad avere avere numeri massivi ma anche fare da 'cerniera' nei confronti di prezzi che oggi sono alti ma potrebbero alzarsi ancora". L'intento è "provare a semplificare" rispetto alla moltitudine di accordi già in essere nei singoli Comuni. Una volta stipulata l'intesa, assicura l'assessore, "vorremmo fare una campagna di promozione anche con i nostri spazi pubblicitari, perché sicuramente è uno strumento poco noto". Per gli studenti questo è "solo un pezzettino: servono fondi e iniziative all'interno delle quali inserire anche il canone concordato".

Quello che si vorrebbe è "un passaggio anche nazionale: gli studenti stanno chiedendo cose concrete e la risposta della politica è molto poca". Il tema, commentano le associazioni, "non è da toccare solo nelle settimane di bomba mediatica", anche perché "non tocca solo gli studenti fuori sede a Milano, ma anche le nostre famiglie e gli studenti delle altre città".

Il modello Bologna e la protesta degli studenti

Il modello a cui guardano Comune e Città metropolitana non è Bologna ma si guarda comunque al capoluogo dell'Emilia-Romagna che "e' l'unico caso di canone concordato metroplitano efficace, grazie alla forte presenza del mondo cooperativo". Il tavolo, a cui siedono anche le rappresentanze degli universitari che hanno scatenato la protesta delle tende, si riunira' ogni mercoledi' sino a che non sara' trovata la quadra.

Suddividere il territorio del Milanese in cinque fasce

L'ipotesi di semplificazione sul tavolo è quella di definire 5 fasce territoriali sull'area metropolitana. Rispetto alle richieste al Governo, la posizione più volte ribadita dagli universitari, è  "un fondo di sostegno al diritto allo studio e agli affitti di circa 1 miliardo" che si declinerebbe su Milano in 173 milioni. Per gli studenti, comunque, "il canone concordato non puo' essere la soluzione, semmai un pezzettino, un primo passaggio. Il valore medio di una stanza a Milano e' di circa 700 euro, un tirocinante ne prende 500, come da normativa regionale". Il differenziale del 15% dato dal canone concordato, numeri alla mano, non basterebbe. Eppure "l'attenzione della politica in generale e' molto bassa: noi stiamo ponendo questioni concrete e ci sentiamo rispondere che vogliamo bere lo spritz in centro. Se questo e' il livello del dibattito pubblico, che peccato".

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