“Cautela nella diffusione dei numeri". Così il Cts nella relazione di febbraio

Il 4 marzo un altro verbale, invece, dà conto "che il flusso informativo dei dati dal territorio continua a presentare forti criticità”

Milano

“Cautela nella diffusione dei numeri". Così il Cts nella relazione di febbraio

“Massima cautela nella diffusione del documento onde evitare che i numeri arrivino alla stampa". Lo scriveva il Comitato tecnico scientifico il 24 febbraio 2020, quando dopo il primo caso a Codogno la pandemia Covid era ufficialmente scoppiata, facendo riferimento al "piano di organizzazione della risposta dell'Italia in caso di epidemia", che si avvaleva dello studio sugli scenari "devastanti" del contagio che in quel periodo veniva "completato" da Stefano Merler, consulente epidemiologo della Fondazione Kessler.

Il Comitato raccomandava "l'esecuzione dei tamponi" solo per i "casi sintomatici"

Nell'inchiesta di Bergamo sulla gestione della pandemia, che vede tra gli indagati l'ex premier Giuseppe Conte e l'ex ministro della Salute Roberto Speranza, gli inquirenti hanno acquisito tutti i verbali del Cts, da cui emerge, oltre alla 'segretazione' di quel piano già stigmatizzata nella consulenza ai pm di Andrea Crisanti, anche la drammaticità di quei giorni. In quel periodo, stando a quanto risulta sempre dal verbale del 24 febbraio, il Comitato raccomandava "l'esecuzione dei tamponi" solo per i "casi sintomatici", perché le "comunicazioni di positività non associate a sintomi determinano una sovrastima del fenomeno sul Paese".

Il 4 marzo un altro verbale, invece, dà conto "che il flusso informativo dei dati dal territorio continua a presentare forti criticità”

Il 4 marzo un altro verbale, invece, dà conto "che il flusso informativo dei dati dal territorio continua a presentare forti criticità che impediscono e rallentano la corretta analisi epidemiologica e di conseguenza le azioni in risposta ai bisogni urgenti delle strutture sanitarie". E il giorno prima, si legge in un altro verbale agli atti, i tecnici scrivevano che "salvo 6 ventilatori (polmonari, ndr) da trasporto, le apparecchiature attualmente disponibili per l'acquisto non offrono tutte le garanzie" per tamponare "l'emergenza in corso"

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