Collezione Colnago, le bici dei campioni esposte nell'officina di Cambiago

La presentazione delal leggendaria Collezione Ernesto Colnago, ospitata ora nella storica officina di Cambiago. La storia di un brand di successo nel ciclismo

Milano

Collezione Ernesto Colnago, le bici dei campioni esposte nell'azienda di Cambiago

Stamattina agli Ibm Sudios di Milano si è svolta la conferenza di presentazione della Collezione Ernesto Colnago, le biciclette dei campioni mondiali esposte nella storica officina dell’azienda a Cambiago. Presenti tanti campioni come Giuseppe Saronni e Gianni Bugno. Leszek Sibilski, fondatore del World Bicycle Day dell’Onu inoltre ha annunciato che Ernesto Colnago sarà Ambassador dell’iniziativa per il 2023.

Sul palco, intervistati da Pier Bergonzi oltre a Ernesto Colnago anche l’ex ministro Vittorio Colao, che ha paragonato l’imprenditore lombardo addirittura a Elon Musk, uomini per i quali nulla è impossibile, che riescono a realizzare i loro sogni anche quando nessuno crede in loro. Colao ha ricordato che questi uomini incontrano sul loro cammino i loro simili coi quali nasce una collaborazione invincibile, così è stato fra Colnago ed Enzo Ferrari quando hanno realizzato la due ruote in fibra di carbonio.

La storia di Ernesto Colnago: da viale Abruzzi alle vette del ciclismo

Il novantenne Colnago con un’energia e un’agilità da trentenne ha raccontato la sua storia partendo da quando tredicenne, falsificando i documenti iniziò a lavorare nella fabbrica di biciclette Gloria in viale Abruzzi a Milano. L’amore per la bicicletta e la vita di Ernesto Colnago sono un’unica cosa. In quello stesso periodo inizia a partecipare ad alcune competizioni, ma nel 1951 le conseguenze di una caduta nel corso di una volata lo costringono ad abbandonare giovanissimo l’agonismo. Nel 1954 apre la sua  prima bottega a Cambiago. In quel piccolo laboratorio inizia la storia di uno dei marchi più prestigiosi e vincenti del ciclismo internazionale.

Nel 1955 incontra Fiorenzo Magni, vincitore per tre volte del Giro d’Italia, altrettante del Giro delle Fiandre e medaglia d’argento ai mondiali su strada del 1951. Il “leone delle Fiandre” propone a Colnago di seguirlo come meccanico nel Giro di quell’anno. Magni lo vincerà.

Colnago: un brand di enorme successo nel ciclismo

Nel 1957 Ernesto Colnago costruisce il suo primo telaio per Gastone Nancini che vincerà il Giro di quell’anno. È il primo di una lunghissima serie di successi. Con le biciclette di Ernesto Colnago hanno corso 250 team, oltre 6000 professionisti che hanno totalizzato 7000 vittorie, tra le quali: 61 titoli mondiali, 11 ori olimpici, 18 Coppe del mondo, 22 grandi classiche a tappe tra Giri d’Italia, Tour de France e Vueltas e 2 record dell’ora.

Leggendari i nomi che hanno inforcato le biciclette Colnago: da Eddy Merckx a Freddy Maertens, da Giuseppe Saronni a Franco Ballerini, da Gastone Nencini a Paolo Bettini, da Tony Rominger a Tadej Pogačar.

Una corsa lunga settant’anni, fatta di passione, genio e innovazione come l’introduzione dei freni a disco.

Il museo dedicato alla collezione Colnago nella storica officina di Cambiago

Una storia che oggi trova la propria dimora nel luogo dove tutto è nato: la storica officina Colnago di via Cavour a Cambiago. Qui nascerà il museo intitolato “La  Collezione di Ernesto Colnago”. Mille metri quadrati nei quali verranno esposti i capolavori a due ruote che hanno vinto tutto e scritto le pagine più esaltanti del ciclismo professionistico.

Commovente l’abbraccio finale con il nipote Alessandro Brambilla Colnago che è stato per più di 10 anni Head of Marketing dell’azienda e che ha ideato e fortemente voluto questa esposizione permanente, seguendola nei minimi dettagli della sua realizzazione, dalla posa dei pavimenti fino all’organizzazione della Conferenza di oggi.

Il museo è stato progettato dal prestigioso studio Antonio Lanzillo & Partners (vincitore del Compasso d’oro 2020).Il Museo sarà visitabile gratuitamente su prenotazione e ripercorrerà settant’anni di storia del ciclismo attraverso fotografie inedite, installazioni multimediali, maglie di gara originali e alcune delle biciclette protagoniste di imprese leggendarie come quella del record dell’ora di Eddy Merckx del 1972, quella con cui Beppe Saronni vinse il Mondiale di Goodwood del 1982 e le vincitrici di ben cinque Parigi-Roubaix.

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