Garlasco, il dna non può essere datato. E i reperti sono stati buttati...

La nuova indagine a carico di Andrea Sempio per la morte di Chiara Poggi parte tra numerose difficoltà. Il pigiama della vittima e altri reperti sono stati smaltiti dopo la sentenza a carico di Stasi

di redazione
Milano

Garlasco, il dna non può essere datato. E i reperti sono stati buttati...

I reperti conservati presso l'ufficio corpi di reato del Tribunale di Pavia relativi al caso di Garlasco, tra cui il pigiama che Chiara Poggi indossava al momento dell’omicidio, sono stati smaltiti nel 2022. La loro distruzione rientra nelle prassi consolidate per i procedimenti con sentenza definitiva, soprattutto dopo molti anni, anche per ragioni logistiche e di spazio. La notizia emerge mentre gli investigatori sono impegnati nel recupero di materiale utile alle nuove indagini a carico di Andrea Sempio.

Da dove ripartono le indagini sul caso Garlasco

L'inchiesta, riaperta sulla base di nuovi accertamenti e condotta dal Nucleo investigativo dei carabinieri di Milano, è coordinata dal procuratore aggiunto di Pavia Stefano Civardi e dalla pm Valentina De Stefano. In questi giorni sono in corso verifiche su documenti, atti, fotografie e reperti in diverse sedi giudiziarie e investigative. Tra il materiale acquisito figurano anche i faldoni del processo conservati presso la Procura generale di Milano. Per quanto riguarda eventuali nuove analisi biologiche, oltre al confronto tra il Dna di Andrea Sempio e quello già isolato sotto le unghie e sulle dita di Chiara Poggi, gli inquirenti dovranno stabilire se con le tecnologie attuali sia possibile rileggere e approfondire dati che all'epoca non avevano prodotto risultati significativi. Tra i reperti ritrovati figurano le fascette utilizzate per i rilievi dattiloscopici.

Nel 2022, Alberto Stasi, condannato in via definitiva nel 2015, aveva richiesto il dissequestro del materiale sequestrato durante le indagini. La Corte d'Appello di Milano gli ha restituito alcuni effetti personali, tra cui il computer della famiglia Poggi, sebbene la tastiera – elemento potenzialmente rilevante per le indagini – non risulti mai repertata. Questo dettaglio riduce drasticamente la possibilità di ritrovarla.

Le nuove impronte e il dna di Sempio (impossibile da datare)

Le nuove indagini si concentrano ora su Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, e sulle sue impronte ritrovate sulla tastiera del computer di casa Poggi. La presenza del suo Dna sotto le unghie della vittima ha riacceso i sospetti, portando gli inquirenti a interrogarsi sulla dinamica del contatto. Se Sempio era in vacanza da oltre una settimana e non frequentava abitualmente la villetta, perché il suo Dna sarebbe presente? La risposta, secondo il consulente Carlo Previderé, potrebbe essere legata alla persistenza delle tracce genetiche, che possono sopravvivere per lunghi periodi sugli oggetti di uso comune. Questa teoria era già stata presa in considerazione dalla Procura di Pavia otto anni fa, quando Sempio fu inizialmente indagato e poi archiviato.

Chiara Poggi utilizzava il computer di famiglia, e il trasferimento del Dna di Sempio sarebbe potuto avvenire attraverso il semplice utilizzo della tastiera. Lavarsi le mani, infatti, non elimina del tutto le tracce genetiche, che possono rimanere intrappolate sotto le unghie e trasferirsi su altri oggetti. È possibile che Sempio abbia toccato altri oggetti nella villetta, rendendo plausibile un trasferimento secondario o terziario del Dna. Tuttavia, se il materiale genetico prelevato dalle unghie di Chiara è stato completamente utilizzato durante il processo contro Stasi, i nuovi accertamenti dovranno concentrarsi sulle fascette dei rilievi dattiloscopici e su altri reperti, tra cui il dispenser portasapone, già citato dalla Cassazione come elemento chiave.

Un altro ostacolo alle indagini è l’impossibilità di datare le tracce genetiche e le impronte papillari. Non è possibile stabilire con certezza se le impronte e il Dna siano stati lasciati il giorno dell’omicidio o in un periodo precedente. Questo punto era stato già evidenziato nella precedente richiesta di archiviazione della Procura di Pavia e trova concordi gli esperti di genetica.

A quasi 18 anni dal delitto, con una sentenza ormai definitiva e la conseguente distruzione di alcuni reperti, le possibilità di ottenere nuove prove si assottigliano. Alcuni oggetti sono stati restituiti alla famiglia Poggi, altri smaltiti, tra cui il pigiama indossato da Chiara al momento del delitto. L’indagine su Sempio si preannuncia quindi complessa, con poche certezze e molti dubbi da sciogliere.

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