Genovese, verso la richiesta di processo per altri due casi di violenze

L'ex imprenditore deve difendersi dall'accusa di altre violenze sessuali (una tentata), di intralcio alla giustizia e detenzione di materiale pedopornografico

a cura della redazione
Alberto Genovese
Milano

Genovese, verso la richiesta di processo per altri due casi di violenze

Non si svolgerà oggi l'interrogatorio nei confronti di Alberto Genovese, ex imprenditore già condannato in via definitiva a 6 anni, 11 mesi e 10 giorni per due casi di violenza sessuale su due modelle stordite con mix di droghe. L'audizione era stata richiesta dalla sua difesa relativamente al secondo filone di inchiesta, in cui l'ex fondatore di start up digitali è accusato di altre due violenze con lo stesso schema, di intralcio alla giustizia e di detenzione di materiale pedopornografico. Niente più interrogatorio perché, a quanto riferisce Ansa, la Procura ha detto no ad una nuova istanza di differimento ad altra data del faccia a faccia in Procura, presentata dalla difesa.

Genovese verso la richiesta di processo per altri due presunti abusi

E per questa tranche di indagine, chiusa lo scorso novembre, si va, dunque, verso la richiesta di processo per Genovese per una serie di presunti abusi su due altre giovani (per un episodio nella forma del tentativo), a volte anche assieme all'ex fidanzata, già condannata nel primo processo. E per intralcio alla giustizia per soldi che avrebbe promesso alla vittima del primo episodio emerso, quello ai danni di una modella 18enne dell'ottobre 2020. Reato contestato anche al suo ex braccio destro Daniele Leali, che risponde pure di cessione di droga negli ormai noti festini di Terrazza Sentimento.

Le immagini ed i video pedopornografici trovati nel telefono di Genovese

Nel secondo filone di indagine, sempre condotto dalla Squadra mobile e coordinato dai pm Stagnaro e Filippini e dall'aggiunto Mannella, l'ex fondatore di start up è pure accusato di detenzione di materiale pedopornografico per file con immagini e video trovati nei suoi dispositivi. Intanto, tornato in carcere a febbraio per l'esecuzione della pena definitiva punta ad uscire con una misura alternativa alla detenzione, come l'affidamento terapeutico. Nei prossimi giorni la Sorveglianza dovrà affrontare la questione.

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