Il ritorno di Fleming e Kissin alla Scala

Il Piermarini ha riabbracciato il soprano Renée Fleming, dopo 17 anni ed il pianista Evgeny Kissin, dopo 13. Il concerto di canto di due grandi star

Francesco Bogliari
Renée Fleming ed Evgeny Kissin
Milano

Il ritorno di Fleming e Kissin alla Scala

C'era molta attesa ieri sera alla Scala per il ritorno di Renée Fleming, dopo 17 anni, e di Evgeny Kissin, dopo 13. Il soprano americano, oggi sessantatreenne, è stata una delle più grandi interpreti straussiane nel lungo periodo che va dai primi anni '90 al 2017, data della sua ultima recita di “Rosenkavalier” al Metropolitan di New York. È stata magnifica come Marshallin, come Contessa in “Capriccio” e come Arabella (il suo monologo finale - “Das war sehr gut, Mandrika” - nell'edizione di Salisburgo 2014, apre le porte del Paradiso), emozionante nei “Vier Letzte Lieder” più volte con Abbado. Ma è stata anche una grande Contessa nelle “Nozze di Figaro” e una straordinaria Tatiana in “Evgeny Onegin”. Cantante dal timbro luminoso, caldo e dorato, capace come poche di espandere e smorzare, grande classe anche nel portamento scenico.  

Il magnifico tramonto di Renée Fleming al Piermarini

Ieri sera si è presentata sul palcoscenico del Piermarini una grande artista ormai nell'ultima fase della carriera; un magnifico tramonto, la cui golden hour sono stati due rari gioielli di Rachmaninov. Per il resto la voce non ha più la fluidità, la morbidezza, l'intensità e anche il volume di dieci anni fa. È normale, è una cosa che si chiama tempo (come ben sa la Marshallin del “Rosenkavalier”). Poco incisiva in Schubert, più sicura in Liszt, oltre al già menzionato Rach. Due bis non indimenticabili (un'Ave Maria di Schubert non da Fleming) ma nell'ultimo ha affrontato l'indicibile bellezza dello straussiano “Morgen” e lì abbiamo avuto un lampo di luce su chi sia stata Renée Fleming. 

Il ritorno di Kissin dopo la tendinite

Discorso diverso per il coprotagonista della serata, il grande pianista russo oggi cittadino britannico Evgeny Kissin, cinquantaduenne, colpito lo scorso anno da una fastidiosa tendinite che lo aveva costretto ad annullare molti dei suoi concerti in giro per il mondo. Oltre ad accompagnare la cantante in maniera impeccabile, nei due momenti solistici che il programma gli ha riservato, ha suonato brevi brani di Liszt e Rachmaninov in maniera asciutta, quasi ascetica, scarnificata, facendo sentire nitidamente ogni singola nota con un uso assai parco del pedale, laddove, soprattutto in Rach, molti pianisti tendono a fare melassa sonora.

Fleming-Kissin, uno strano concerto alla Scala

Uno strano concerto, comunque, quello di ieri sera. Una scelta di brani senza un apparente filo logico, la presenza dell'intervallo che in un liederabend spezza la concentrazione (anche se è servito al cambio d'abito di Fleming, dall'austero rosso pompeiano della prima parte al dorato con stelline sbrilluccicanti della seconda) e poi, diciamocelo francamente, un Kissin di questo livello è uno  spreco averlo sul palcoscenico per pochi brevi brani, al di là dell'accompagnamento al canto. A meno che non sia ancora a mezzo regime in attesa di riprendere l'attività solistica al suo livello.

Comunque nessun problema per chi si fosse perso il concerto di ieri sera: la tournée (iniziata a Vienna il 12 gennaio, con tappe successive a Parigi  il 15 e Amsterdam il 18) proseguirà a Chicago il 14 maggio, Los Angeles il 10 giugno, Verbier il 28 luglio e Salisburgo il 3 agosto.

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