L'invecchiamento si può rallentare? Convegno a Milano

Il 18 e 19 marzo l'evento a Milano con medici e scienziati. La vecchiaia come malattia e la reversibilità del processo: gli ultimi sviluppi della telomerasi

di Redazione
Milano

L'invecchiamento si può rallentare? Convegno a Milano

Il DNA non è il tuo destino, ci diceva la scienza vent’anni fa, scoprendo che oltre il 90% della salute e dell’invecchiamento dipendono da fattori ambientali.  Alla domanda “quanti anni hai” si potrebbe perciò rispondere “dipende”: l’invecchiamento si può rallentare?  Saranno una ventina gli scienziati e medici al convegno di Milano del 18 e 19 marzo all'Andreola Central Hotel, Via Scarlatti 24, per dare risposte in ambiti diversi. Biofisico, biochimico, comportamentale. Le ricerche sulla telomerasi (i telomeri sono la parte finale dei geni e il loro accorciamento determina l’invecchiamento, fra le altre cose, ndr) ci mostrano che il processo sia parzialmente  reversibile, per ora nei topi.

Perché le cellule del corpo umano si rigenerano a pacchetti (quelle della pelle ogni mese, quelle dello scheletro ogni  dieci anni, i globuli rossi ogni quattro mesi, ecc..) ma nell’insieme il corpo invecchia?

Balducci: "La vecchiaia è assimilabile a una malattia"

“La vecchiaia è assimilabile a una malattia: si tratta della progressiva perdita delle capacità di adattamento agli stimoli ambientali -spiega Francesco Balducci, medico chirurgo, esperto in medicina anti aging, nutrizionista, direttore scientifico del seminario sulla endocrino-senescenza del 19, in seconda giornata-  Non conta però l’età anagrafica ma quella biologica, anzi, mitocondriale. I mitocondri sono le fucine energetiche della cellula. La componente genetica incide al 30%, quella ambientale al 70%.

“L’invecchiamento ormonale inizia già  dai 30 anni, verso i 40-45 è conclamato. Gli ormoni sono lipidici, il nostro invecchiamento è dovuto alla scarsa ingestione di grassi (a catena corta) osteggiati negli anni Ottanta e invece protettivi e fondamentali per la  salute cardio vascolare”.

Invecchiamento: attenzione alla glicazione e ai grassi sbagliati

Che cosa ci invecchia? Tutto ciò che fa male alle nostre cellule, inclusi falsi miti alimentari di una società zucchero-dipendente.Il fenomeno da tenere sotto controllo si chiama glicazione: gli zuccheri si legano alle proteine strutturali e danno vita a sostanze definite Age: l’emoglobina  ad esempio risulta quasi caramellizzata, vengono glicate tutte le proteine come collagene ed elastina. E questo produce oltre all’invecchiamento fisiologico, anche l’infiammazione cronica silente, nemica della nostra salute.

Vengono introdotti i  grassi sbagliati! Quelli buoni sono olio di oliva extra vergine spremuto a freddo, avocado, curro chiarificato ricco di butirrato, olive, mandorle, olio di cocco, ad esempio”.

Invecchiamento: anche lo stress è sul banco degli imputati

“Lo stress cronico è pro aging devastante perché inficia i parametri fondamentali dell’invecchiamento in salute. Altri fattori cruciali sono l’inquinamento, con sostanze chimiche e microplastiche che rappresentano veri interferenti endocrini”.

Insomma, siamo sottoposti a fattori che alterano la nostra espressione genica e ci portano a invecchiamento precoce e malattia.Alla base di tutto, c’è sempre lei, la cellula. Anzi, il suo motore, il mitocondrio.

Abbiamo l'età dei nostri mitocondri

“Alla domanda quanti anni hai si potrebbe rispondere ‘ho l’età dei miei mitocondri” chiarisce Giorgio Terziani di Cellwellbeing Italia, organizzatore del convegno. “La cellula è un riprogrammatore epigenetico ma spesso entra in lacuna di ossigeno per tutti i fattori sopra citati. Ce lo hanno ricordato anche i tre Nobel per la medicina Kaelin, Ratcliffe e Semenza nel 2019, le cellule hanno un meccanismo preciso per adattarsi alla mancanza di ossigeno. Se partiamo da lì, possiamo fare molto per l’invecchiamento e la prevenzione”.

Al convegno si parlerà dei primi mille giorni di vita (come aiutare le mamme a garantire una maggiore salute del nascituro e delle future generazioni, dott.ssa Simona Nava, di dietetica (dottor Emanuele De Nobili esperto in medicina anti aging e potenziativa), di peptidi e ormoni bio identici (dottor Massimo Spattini, dottor Andrea Luchi, dottor Andrea Militello), di regolazione neurodegenerativa (dottor Eugenio Sclauzero).Al centro della scena, anche strumenti di nuova generazione come supporto alla clinica: il dottor Enzo Soresi, parlando di Long Covid e danno mitocondriale, presenterà il nuovo Mitotest.

Sarà presente anche il prof.  Pier Giorgio Spaggiari, medico, fisico, già direttore di strutture ospedaliere lombarde, già dirigente di ricerca Istituto di Biotecnologie avanzate del C.N.R., laura ad honorem in medicina quantistica, a cui è stato affidato il compito di spiegare il ruolo della bio fisica nella moderna valutazione clinica.

Il test di risonanza per una medicina preventiva, predittiva, personalizzata

“Esiste un test di risonanza molto semplice, che partendo dal bulbo di tre capelli effettua un’istantanea di tutto l’organismo -spiega Terziani- individuando oltre 800 marker quali vitamine, minerali, aminoacidi, antiossidanti, metabolismo degli zuccheri e sintesi proteica, danni da sostanze chimiche e campi elettromagnetici, virus, spore, muffe, batteri, oltre che offrire una panoramica su tutti i sistemi dal corpo dal cerbrale al cardiovascolare, dall’endocrino all’immunitario. Si chiama SDrive ed è un prezioso supporto per la clinica, per una medicina preventiva, predittiva, personalizzata”.

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