La stella Tjeknavorian brilla su Milano

Con Emmanuel Tjeknavorian inizia una nuova era per la vita musicale di Milano: il folgorante concerto dell'Orchestra Sinfonica con cui il neanche 30enne direttore austriaco inaugura il suo triennio non lascia dubbi

Francesco Bogliari

Emmanuel Tjeknavorian (foto: Angelica Concari)

Milano

La stella Tjeknavorian brilla su Milano

Lo avevamo già scritto su questa testata il 19 febbraio scorsoEmmanuel Tjeknavorian, il neanche trentenne direttore austriaco di origini armene nuovo direttore musicale  dell'Orchestra Sinfonica di Milano, “ha fatto capire di avere tutti i numeri per diventare un protagonista della vita musicale internazionale”. Quella del 18 febbraio, dedicata a Wagner e Richard Strauss, era stata la sua “presentazione” al pubblico milanese, un antipasto del menu che avrebbe offerto a partire da settembre per i prossimi tre anni.

Il concerto di ieri sera alla Scala con cui ha aperto ufficialmente il suo triennio alla guida dell'orchestra milanese, erede della gloriosa “Verdi”, ci ha confermato che nella vita musicale della città – e non solo - è iniziata una nuova era.

Questo al netto di un programma che nella prima parte non è sembrato il più adatto a far brillare la stella del giovane direttore. L'Ouverture Festiva di Shostakovic, breve brano di musica a programma dichiaratamente “bolscevica” (la celebrazione del trentasettesimo anniversario della rivoluzione d'ottobre) non è certo la cosa migliore partorita dalla penna del grande compositore russo. Così come la 2^ non è la più memorabile delle sinfonie di Beethoven.

Tjeknavorian, la zampata con la 4^ sinfonia di Cajkovkij

Poi, però, la zampata, la seconda parte del concerto con la 4^ sinfonia di Cajkovkij, composizione drammatica che si può interpretare nel senso della cupa e livida disperazione (ad esempio Gergiev) oppure in quello di una malinconia profonda ma senza angoscia. Tjeknavorian ha scelto questa seconda strada e l'orchestra lo ha seguito con passione, riuscendo a creare pastosi colori autunnali. Bellissimo il lungo pizzicato degli archi del terzo movimento e il vertiginoso Allegro di fuoco finale.


Il vostro cronista la folgorazione, l'innamoramento, il colpo di fulmine per Tjeknavorian li aveva avuti la sera del 18 febbraio, quando aveva attaccato con un vigore, una forza, un'eleganza indicibili la suite del “Rosenkavalier”, dopo averci fatto affogare nelle onde lente e lunghe del “Prelude und Liebestod” dal “Tristan und Isolde”. Lì fu amore a prima vista.

Con Tjeknavorian la vita musicale milanese diventa più frizzante

Ieri sera alla Scala la conferma che con questo giovane portento della bacchetta (ma anche dell'archetto, non dimentichiamoci che è nato violinista e nel corso della stagione si esibirà anche come solista in concerti sia sinfonici sia cameristici) la vita musicale milanese diventerà più ricca e più elettrizzante. Cominciate intanto a segnarvi le date del 4 e 6 aprile, due serate dedicate a Ravel con i due concerti per pianoforte e il Bolero; e in mezzo la Sinfonia degli addii di Haydn.

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