“Olimpiadi? Modello anacronistico”. L’intervista all’outsider Ghidorzi

La candidata: "Guardiamo all’esempio di Torino: le strutture ora sono inutilizzate"

di Luigi Lupo
Mara Ghidorzi, Unione Popolare Lombardia
Milano

“Olimpiadi? Modello anacronistico”. L’intervista all’outsider Ghidorzi

Parte da outsider, i sondaggi la danno ultima ma Mara Ghidorzi, la candidata di Unione Popolare, si presenta battagliera. E con proposte distanti da quelle di Fontana, Majorino e Moratti. Del resto è l’esponente di Rifondazione Comunista, l’ala della sinistra più radicale, che da pochi giorni non è più guidata da Marco Rizzo.  Ghidorzi tende a marcare il distacco dagli altri tre candidati. “Questi tre poli – dichiara in un’intervista ad Affaritaliani.it Milano - hanno, nelle dinamiche di fondo, le stesse posizioni”.

Ghidorzi, come è nata questa candidatura?

Volevo portare in Italia un’alternativa che mettesse al centro i margini. Tutte quelle persone che non riescono a pagare affitto, le grandi città sono sempre più per ricchi. Le fragilità sono abbandonate da centro-destra e centro-sinistra.

Nei dibattiti i temi cruciali sono: sanità, trasporti e lavoro. Partiamo dalla prima.

Siamo molto diretti e radicali. Noi pensiamo che l’80% delle risorse lombarde vengono usate per finanziare sanità privata. Noi vogliamo che queste risorse vengano utilizzate per assumere medici e potenziare la medicina territoriale. A partire dai consultori. La prevenzione viene sottovalutata: a dimostrazione di come la sanità privata preferisca un corpo malato a un corpo sano. C’è anche un aumento del disagio psicologico: al di là del bonus, puntiamo a ripristinare i centri  di salute mentale che sono capillari sul territorio. Preferiamo logica del servizio e la presenza di uno psicologo di base in ogni scuola. Noi vogliamo cambiare questa narrazione: la sanità pubblica torni al centro.

E sui trasporti? Moratti vuole privatizzare Trenord, Sala annuncia città a 30km/h e aumenta i biglietti delle metro..

In Lombardia manca un piano integrato della mobilità sostenibile. Trenord va resa completamente pubblica perché possa agire sui fattori economici e di tempo. Il cittadino deve spostarsi velocemente e pagando poco. La Regione e il Comune aumentano costi dei biglietti. Vorremo applicare biglietti gratuiti per gli studenti e abbonamenti ridotti al 50% per lavoratori e pendolari. Non parliamo di utopie: si sta applicando una misura del genere a Bari.

C’è il tema dei neet: molti giovani non studiano e non lavorano

Per noi la scuola deve tornare a essere strumento di crescita e sviluppo dello spirito critico. Invece si tenta di piegare l’istruzione ai bisogni delle aziende. Regione Lombardia deve potenziare il diritto allo studio per il comparto pubblico.  Inoltre crediamo si debbano prevedere nei centri di formazione professionale, di competenza della Regione, forme di rappresentanza studentesca che ora non sono previste. Ora gli studenti non possono far sentire la loro voce. E’ un modo per equiparare questi centri alle scuole statali. Al di là di essere preparati al mercato del lavoro, gli studenti devono sviluppare competenze di cittadinanza attiva. E’ un modo di eguagliare percorsi liceali con quelli professionali.

In Lombardia, soltanto il 15% dei contratti era a tempo indeterminato. Vogliamo ribaltare questa situazione che parte dal piano nazionale. Bisogna lavorare sulle gare d’appalto pubbliche: ovvero premiare le aziende che applicano un salario minimo di 10 euro all’ora e misure di sicurezza sul lavoro. Perché il tema delle morti bianche è urgente. Potenziare centri per l’impiego che sono sottodimensionati e usare le risorse per sviluppare ricerca.

Come vede il dibattito quotidiano tra Fontana, Majorino e Moratti?

E’ un po’ stantio. Perché questi tre poli hanno, nelle dinamiche di fondo, le stesse posizioni. Ma con delle sfumature. Sulla sanità, Majorino va a dire che bisogna potenziare quella pubblica ma mette capolista Pregliasco, a capo del Galeazzi. Sul tema dele grandi opere, il centrosinistra ha sempre sposato tangenziali sul territorio. E poi le Olimpiadi: nessuno considera l’impatto ambientale.

Ci spieghi meglio…

Le Olimpiadi sono un modello di sviluppo vecchio e anacronistico. Ma intorno a questo evento c’è l’occasione ghiotta di favorire la cementificazione. Quindi nuove tangenziali, piste da bob che non saranno mai più utilizzate. Guardiamo all’esempio di Torino: le strutture ora sono inutilizzate. Uno spreco. Per noi il cambiamento climatico è una priorità.

Siete d’accordo, quindi, con la misura “Milano a 30km/H”

Mi sembra giusta ma è uno slogan. Bisogna restringere le carreggiate e aumentare piste ciclabili per favorire la mobilità sostenibile. Ricordiamoci che le zone 30 sono già in molte aree di Milano ma nessuno le rispetta.

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