Peste suina, Regione Lombardia deve abbattere 27mila cinghiali entro fine anno
Il piano di sorveglianza ed eradicazione della peste suina africana in Regione Lombardia. Il Pd: "Fontana sarà pronto?"
Peste suina, Regione Lombardia deve abbattere 27mila cinghiali entro fine anno
L’istituzione dei GOT (Gruppi Operativi Territoriali) e la nascita dei Bioregolatori. Sono le leve principali messe in campo dal “Piano di sorveglianza ed eradicazione della Peste suina africana” (PSA) presentato oggi pomeriggio dal Commissario straordinario Vincenzo Caputo in Commissione Agricoltura presieduta da Floriano Massardi. I GOT - riferisce il Pirellone - sono task force composte da una ventina di tecnici degli Assessorati della Sanità, dell’Agricoltura e dell’Ambiente, coordinati dal Commissario Straordinario, che hanno il compito di mettere in rete i servizi veterinari delle aziende sanitarie locali nella definizione delle misure di contenimento della peste suina africana.
I Bioregolatori sono i soggetti abilitati al prelievo, biocontenimento e abbattimento dei cinghiali, con specifica formazione in materia di biosicurezza. Dall’elenco dei Bioregolatori possono attingere le Regioni per attività di contenimento del cinghiale, principale “veicolo” di trasmissione del virus anche attraverso le carcasse. Il Piano, che ha una durata di cinque anni (2023-2028) e che diventerà operativo il prossimo 1° ottobre, si sviluppa su cinque linee strategiche e prevede che sia adottato da ogni Regione. Per la Lombardia l’obiettivo è l’abbattimento di 27mila cinghiali entro la fine dell’anno.
L'audizione del commissario straordinario in Regione Lombardia
L’audizione del Commissario straordinario è stata preceduta da una seduta congiunta tra la Commissione Sanità e la Commissione Agricoltura con la partecipazione dell’Assessore al Welfare Guido Bertolaso che ha fatto il punto sulla PSA in Lombardia. Secondo i dati riepilogati dal Pirellone nella provincia pavese sono stati individuati otto focolai. Il primo, il 18 agosto, nel Comune di Montebello della Battaglia. Il 24 agosto ne sono stati individuati altri cinque nel Comune di Zinasco. A seguire uno nel Comune di Domo e uno in quello di Somma. Da questi otto focolai sono stati abbattuti 13.365 capi. In seguito a indagine epidemiologica ne sono stati abbattuti altri 7.500 in otto allevamenti: tre correlati al focolaio di Montebello della Battaglia, tre a quello di Zinasco e due a quello di Domo. A questi 20.865 capi se ne aggiungono altri 13mila abbattuti in via preventiva per interrompere la diffusione del virus per un totale di 33.865 capi. Le operazioni di abbattimento si dovrebbero concludere entro domenica 17 settembre.
Massardi: "Massima attenzione di Regione sulla peste suina"
“C’è massima attenzione da parte di questa Commissione e di Regione Lombardia sulla peste suina che potrebbe avere conseguenze economiche importanti per i territori – ha dichiarato il presidente Floriano Massardi -. Si stima che le perdite dell’export lombardo potrebbero arrivare a 60milioni di euro al mese se la peste suina africana si diffondesse in tutta la pianura padana. Il virus, infatti, ha un impatto economico diretto sulle aziende a causa dell’abbattimento dei suini e un impatto indiretto perché comporta l’istituzione di zone di rischio che prevedono restrizioni al movimento di suini vivi e di prodotti a base di carne di suino. L’obiettivo è contenere e controllare la diffusione della PSA per mettere in sicurezza gli allevamenti e l’economia lombarda. È un percorso lungo, ma le misure messe in campo dal Piano presentato oggi in Commissione vanno nella giusta direzione”.
Caputo: "La Lombardia ha fatto uno sforzo enorme negli ultimi cinque anni"
“La Lombardia – ha spiegato Vincenzo Caputo - ha fatto uno sforzo enorme negli ultimi cinque anni in termini di operazioni di prelievo e abbattimento dei cinghiali, ma occorre fare ancora di più perché l’obiettivo del Piano è l’eradicazione del cinghiale dai centri abitati e dai distretti suinicoli”. Ai fini del contenimento del virus in provincia di Pavia è stato imposto il divieto di movimentazione e macello dei suini in un raggio di dieci chilometri dai focolai di PSA (zona di protezione) e in tutto il resto della Provincia (zona di sorveglianza). Oltre alla riduzione la libertà di movimento dei cinghiali e dei suini e la riduzione della presenza dei cinghiali, nella lotta alla PSA fondamentali sono il recupero delle carcasse per bonificare le aree, le misure di biosicurezza per mettere in sicurezza gli allevamenti intensivi di suini affinché possano proseguire la produzione anche in presenza di una diffusione del virus e la sensibilizzazione degli allevatori verso comportamenti di contenimento del virus. In Lombardia sono allevati circa 5 milioni di suini che rappresentano più del 50% sull'intero comparto nazionale.
L’80% degli allevamenti lombardi di suini è concentrato nelle Province di Cremona e Mantova. Un settore che, oltre a rappresentare una delle principali filiere per l'economia agricola regionale, alimenta molte delle più importanti produzioni Dop italiane. Ad oggi sul territorio lombardo sono, invece, presenti 5.201 cinghiali, in forte calo rispetto al 2022 (14.663) e al 2021 (14.345). Nel corso dell’audizione del Commissario straordinario Vincenzo Caputo sono intervenuti i Consiglieri Carlo Bravo (Fratelli d’Italia), Claudio Mangiarotti (Fratelli d’Italia), Matteo Piloni (PD), Ivan Rota (Lombardia Migliore), Silvana Snider (Lega), Marcello Ventura (Fratelli d’Italia).
Peste suina, il PD: "Eradicazione, Regione Lombardia sarà pronta?"
“Il piano di eradicazione predisposto dal commissario straordinario che abbiamo incontrato oggi deve partire dal prossimo primo ottobre: la Regione Lombardia è pronta?” lo chiedono i consiglieri regionali del Pd Carmela Rozza, Matteo Piloni e Marco Carra, rispettivamente segretaria di commissione in Sanità, segretario e capodelegazione dem in Agricoltura, dopo la seduta congiunta.
“Abbiamo sollecitato questo incontro in seguito all’aggravarsi della situazione dopo i fatti registrati nel pavese, per fare il punto della situazione dopo l’approvazione, nel mese di luglio, della nostra mozione – dicono i consiglieri – soprattutto rispetto ad alcuni punti fondamentali che riguardano: l’incremento del personale, l’attivazione dei gruppi operativi territoriali (GOT) che rappresentano il fulcro di tutta l’operazione e l’erogazione dei ristori previsti dopo l’abbattimento dei capi”.
“Per quanto riguarda l’incremento di personale – fanno sapere gli esponenti dem - il commissario ha smentito l’assessore Bertolaso, secondo il quale non ci sono al momento grosse criticità, ribadendo invece la necessità di incentivare la presenza numerica in ambito sanitario, ambientale e agricolo, per l’attività di monitoraggio e controllo, in alcune province”. “Quanto ai gruppi operativi territoriali – proseguono i consiglieri - devono essere nove provinciali e uno a regia regionale e devono essere costituiti da almeno 20 operatori qualificati. Mancano solo due settimane e, a quanto ci risulta, sui territori ancora non si sta muovendo nulla”. “Mentre sui ristori si ritiene sufficiente quanto previsto dal fondo nazionale – aggiungono - le uniche risorse concesse dalla giunta lombarda ammontano ai 600mila euro destinati alle polizie provinciali, dunque subordinate ai bilanci provinciali e disponibili in tempi più lunghi, mentre i territori hanno bisogno di risorse subito”. “La nostra preoccupazione è che tra le lentezze burocratiche e le risorse insufficienti, basti pensare agli operatori qualificati non ancora ingaggiati, la risposta di questa giunta regionale sia ancora assai inadeguata” concludono gli esponenti dem.