Polemiche sul Pride, Scurati: "Manifestazione strumentale e folkloristica"

La consigliera: "Intanto non si può dire che il Pride è l'unico luogo per tutelare i diritti delle persone"

di Nicolò Rubeis
Silvia Scurati
Milano

Polemiche sul Pride, Scurati: "Manifestazione strumentale e folkloristica"

Polemiche sul Pride da Roma a Milano. Dopo la decisione della Regione Lazio di revocare il patrocinio all'evento, si accende la discussione anche in Lombardia, con il Consiglio regionale che oggi ha bocciato la richiesta delle minoranze di presenziare alla manifestazione del 24 giugno con la fascia istituzionale. Il patrocinio era già stato negato dall'Ufficio di presidenza lombardo lo scorso 9 maggio: "Riteniamo che sia fuori luogo andare con una fascia che rappresenta le nostre istituzioni a una manifestazione strumentale e a tratti anche folkloristica" commenta in un'intervista ad Affaritaliani.it Milano la consigliera regionale della Lega Silvia Scurati.

Scurati, perché siete contrari? L'anno scorso un consigliere del M5s partecipò al Pride con la fascia della Regione.

Intanto non si può dire che il Pride è l'unico luogo per tutelare i diritti delle persone. In alcune manifestazioni degli anni passati abbiamo visto episodi sgradevoli, sicuramente non attribuibili a tutti i partecipanti. Ma è inaccettabile accostare le istituzioni a immagini blasfeme, spesso contenenti insulti nel confronti della Madonna o del Santo Padre. La fascia serve a garantire tutti, chi partecipa al Pride ma anche chi non partecipa.

In Aula hanno parlato di oscurantismo.

Sono volate parole grosse ma noi siamo un Paese libero e democratico. Chiunque ha il diritto di amare chi vuole e la manifestazione non è messa in discussione anche perché sennò saremmo una dittatura comunista. Qui il tema era la fascia della Regione.

Dal vostro punto di vista come si combattono le discriminazioni di ogni genere, compreso quelle sessuali?

La direzione è quella di promuovere una cultura della tolleranza nei confronti dell'individuo, indipendentemente dall'orientamento sessuale o religioso. Quando chiediamo pene certe lo facciamo nei confronti di tutti coloro che subiscono violenza, a prescindere che sia di sfondo sessuale, religioso o razziale. Sennò si crea una classifica tra reati minori e reati maggiori. Il tema dell'inclusione dell'individuo è quello che come Regione dobbiamo portare avanti.

La ritenete una manifestazione politica?

Totalmente politica e anche di parte.

Ci spieghi meglio.

Chissà come mai in Italia ogni volta al Pride si sentono insulti nei confronti di Matteo Salvini o di esponenti di centrodestra. E poi basta vedere il sito dell'evento per comprendere come anche loro stessi la ritengano una manifestazione politica. Secondo noi queste cose finiscono anche per ledere i diritti di chi poi partecipa all'evento. Tra i contenuti del loro manifesto ci sono anche le adozioni per le coppie dello stesso sesso, su cui non siamo d'accordo, e riferimenti all'utero in affitto, pratica già dichiarata assolutamente illegale.

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