Rinvio dello stop alle auto a benzina, il ruolo determinante della Lombardia
Il gruppo di lavoro ha chiesto alla Commissione "neutralità tecnologica"
Rinvio dello stop alle auto a benzina, il ruolo determinante della Lombardia
La notizia di giornata è senza dubbio il rinvio, a data da destinarsi, del voto sullo stop alla vendita di veicoli di nuova immatricolazione a benzina o diesel dal 2035, deciso dagli ambasciatori degli stati presso l’Unione europea.
La Lombardia si è battuta in difesa dell'automotive
Una vittoria, al momento, di tutti coloro che sin da subito si sono opposti convintamente all’ipotesi di imporre la produzione solamente di autoveicoli elettrici. Tra questi, un protagonista assoluto è stata la Lombardia che tra i primi si è battuta per la difesa di uno dei settori strategici del nostro Paese, l’automotive.
Una filiera che in Lombardia vale 13mila imprese e 55mila lavoratori
Era marzo 2022, esattamente un anno fa, quando Guido Guidesi, assessore allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia, decide di convocare in regione tutti i rappresentanti lombardi dell’automotive per cercare una strategia comune in difesa del settore che potesse incidere concretamente sulle future decisioni europee. A quell’incontro non solo le adesioni furono tante ma addirittura si presentarono i rappresentanti nazionali dell’automotive a dimostrazione che il problema, seppur non ancora sollevato da nessuno, era rilevante e la Lombardia, anche in quel caso, cercava di anticipare i tempi. Parliamo infatti di una filiera che in Lombardia vale 13mila imprese e 55mila lavoratori, un settore che da solo porta 1,2 miliardi di valore aggiunto in Regione, rappresentando il 14% del comparto nazionale.
Da quell’incontro è nato il manifesto ‘carburanti rinnovabili per le filiere produttive della mobilità in Lombardia’
Numeri veri, importanti, da capogiro che, se messi in discussione, depotenzierebbero la regione più ricca d’Italia e tra le principali, a livello economico, in Europa. Da quell’incontro è nato il manifesto ‘carburanti rinnovabili per le filiere produttive della mobilità in Lombardia’ con l’obiettivo di accompagnare con gradualità la transizione del settore automobilistico evitando bruschi crolli; un testo con idee e proposte concrete in risposta all’annuncio, di allora, della Commissione Europea allo stop commerciale dal 2035 di auto a benzina e diesel.
Il gruppo di lavoro ha chiesto alla Commissione "neutralità tecnologica"
Quel gruppo di lavoro non ha mai messo in discussione gli obiettivi ambientali imposti dalla stessa Commissione, ma ha sempre chiesto ‘neutralità tecnologica’, ossia poter raggiungere quegli obiettivi con strumenti e azioni che tutelino aziende e lavoro e, allo stesso tempo, creino nuove opportunità di sviluppo; e nel manifesto infatti viene richiamato il ruolo che potrebbero avere i combustili rinnovabili e a basso contenuto carbonico, interessante soluzione nell’ottica della decarbonizzazione, limitando soprattutto l’impegno delle fonti fossili. Il sistema regionale, ‘capitanato’ da Guidesi, in perfetto stile lombardo, ha iniziato un lungo lavoro di pressing istituzionale con l’allora Governo Draghi, con la Commissione Europea e con alcuni paesi del Continente, come la Germania, determinante nella decisione odierna del Consiglio dell’Unione Europea.
La partita è senza dubbio ancora lunga e incerta
La partita è senza dubbio ancora lunga e incerta ma un dato è certo: la Lombardia si candida ufficialmente ad avere un ruolo strategico tra le potenze d’Europa; concretamente, ad esempio, si vocifera vorrebbe organizzare la Conferenza politica sull’Automotive-Competenze e Lavoro entro giugno con la partecipazione dei Commissari Schmit e Breton; il sistema economico e produttivo guarda con attenzione le decisioni della politica regionale perché le sfide da vincere sono tante e ha avuto prova di poter trovare un interlocutore tempestivamente pronto a sostenere le loro istanze.