Sala alza il velo sui contrasti in Fondazione Cariplo. Inside

"Non mi hanno coinvolto, e quando l'hanno fatto non mi hanno ascoltato": è, in sintesi, il pensiero del sindaco di Milano sulle nomine in Fondazione Cariplo

di Redazione
Beppe Sala
Milano

Sala alza il velo sui contrasti in Fondazione Cariplo. Inside

"Not in my name". Beppe Sala, alla fine, non si è tenuto più e l'ha detta piatta piatta. Anzi, ne ha detta più di una. L'argomento è la nomina del presidente di Fondazione Cariplo, per il quale il nome in pole è quello di Giovanni Azzone. Il primo cittadino si deve essere evidentemente assai stufato di vedere ricostruzioni fantasiose nelle quali gli venivano attribuiti sostegni vari. La verità, si mormora sull'asse di quei tre chilometri che vanno da Palazzo Marino, passano per Fondazione Cariplo e arrivano in piazza Città di Lombardia, è che la tensione è ai massimi storici. L'ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata quella di vedersi attribuito il nome di Ferruccio Resta come "suo" candidato quando, in effetti, Resta era stato il nome indicato dalla Regione Lombardia come possibile nuova guida della Fondazione. Ma dai vertici era stato opposto un niet.

Fondazione Cariplo, il pensiero di Sala: "Non mi hanno coinvolto"

C'è di più, perché il sindaco non gradisce neppure che si vada in giro a dire che era d'accordo con la nomina di Azzone, e ha quindi puntato il dito dritto dritto sulla meccanica di individuazione del successore di Giovanni Fosti: "non mi hanno coinvolto, e quando l'hanno fatto non mi hanno ascoltato, quindi ora arrangiatevi", è il sottotesto del discorso. Analogamente Andrea Mascetti, avvocato, Responsabile dell’area arte e cultura della fondazione, ascoltatissimo dentro e fuori le fondazioni, legato da antica amicizia a Giancarlo Giorgetti, ha più volte rappresentato un disappunto per la conduzione della vicenda della scelta del nuovo presidente, che ha portato alla situazione di tensione tra Fondazione, Comune, Regione, Governo. E Giorgetti? C'è chi giura che dalla partita sia stato più fuori che dentro.  Anche perché la Regione, presieduta da un altro amico di sempre, ovvero Attilio Fontana, imputava ad Azzone l'abbandono, durante la pandemia, della Fondazione Comunità di cui era presidente. Palazzo Marino, invece, non aveva visto di buon occhio la gestione durante Arexpo.

Azzone tra i fondatori di Farefuturo (da cui sarebbe nato Fratelli d'Italia)

Ad accendere ulteriormente gli animi la notizia, che gira sulle chat whatsapp della Milano che conta, della pagina Wikipedia di Farefuturo, ovvero la fondazione di Gianfranco Fini "mamma" di quello che venne dopo, ovvero Fratelli d'Italia. E tra i fondatori chi c'era? Proprio Giovanni Azzone, ai tempi prorettore del Politecnico di Milano. Tanto è vero che da allora è diventato immediatamente un "protetto" di Fratelli d'Italia, che prosegue così la sua battaglia per la visibilità su tutte le partite lombarde. Partite che generalmente si consumano nelle segrete stanze, anche con scontri aspri, ma senza emergere mai. Invece, con la dichiarazione di Sala il conflitto diventa evidente, e tutte le ricostruzioni vanno semplicemente ripensate.

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