Sciopero generale: mezzi pubblici a Milano e Lombardia, la situazione

Sciopero generale oggi, venerdì 22 aprile. Lo ha indetto il sindacato Cobas. Riflettori su Trenord. La posizione di Atm a Milano

Trenord
Milano
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Sciopero generale: mezzi pubblici a Milano e Lombardia, la situazione

Sciopero generale oggi, venerdì 22 aprile. Lo ha indetto il sindacato Cobas. L'agitazione nazionale coinvolge i lavoratori di tutte le categorie pubbliche e private.

Sciopero dei mezzi venerdì 22 aprile: possibili disagi per Trenord

Come sempre in questi casi, riflettori accesi soprattutto sulla situazione nel trasporto pubblico. In Regione Lombardia potrebbero registrarsi disagi sulla rete Trenord. Ma la società ha preannunciato: "Considerando i dati di adesione in analoghe e precedenti proclamazioni, non si prevedono interruzioni alla circolazione ferroviaria in Lombardia", hanno sottolineato dalla società. Pur ammettendo che "potranno invece verificarsi sporadiche cancellazioni di treni che saranno tempestivamente comunicate". Per i treni regionali sono ad ogni modo garantiti i servizi essenziali previsti in caso di sciopero nei giorni feriali dalle ore 6 alle ore 9 e dalle ore 18 alle ore 21.

Sciopero: a Milano metro, bus e tram regolari

Possono incrociare le braccia, fino alle 22 di oggi, anche i lavoratori del compartimento aereo e di Autostrade. A Milano nessun problema su bus, tram e metro in quanto Atm non è toccata dallo sciopero

Sciopero generale venerdì 22 aprile: le ragioni della mobilitazione

Le ragioni della mobilitazioni di oggi venerdì 22 aprile? Le ha spiegate il Cobas con una nota: il sindacato dice "no all’invio di armi all'Ucraina", "no allo stato di emergenza e ai costi dell’economia di guerra scaricati sulle nostre spalle", "no agli aumenti su benzina, Enel gas e generi di prima necessità", "no ai decreti e provvedimenti che di sanitario non hanno nulla come le restrizioni, il green pass obbligatorio e la negazione al reddito per gli ultra cinquantenni" e chiede che "le bombe atomiche della Nato" vengano portate "fuori dall’Italia". "È ora - l'appello del sindacato - che i lavoratori di ogni settore insieme a chiunque viva del proprio lavoro facciano sentire la propria voce contro i rincari dei prezzi e contro la guerra".

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