Torture al carcere minorile Beccaria di Milano: 13 agenti arrestati

Tredici agenti del carcere minorile milanese arrestati con l'accusa di tortura e maltrattamenti. Anche un caso di tentata violenza sessuale

Redazione
Il carcere minorile Beccaria di Milano
Milano

Torture al carcere minorile Beccaria di Milano: 13 agenti arrestati

Operazione choc al carcere minorile Beccaria di Milano: la Polizia di Stato ed il  Nucleo Investigativo Regionale per la Lombardia della Polizia Penitenziaria, coordinati dalla Procura della Repubblica di Milano hanno eseguito questa mattina un'ordinanza emessa su richiesta dei Pubblici Ministeri del V Dipartimento, con la quale è stata disposta la custodia cautelare in carcere nei confronti di tredici agenti della Polizia Penitenziaria, dodici dei quali tuttora in servizio presso l'Istituto, nonché la misura della sospensione dall'esercizio di pubblici uffici nei confronti di ulteriori otto dipendenti dello stesso corpo di polizia, anch'essi tutti in servizio, all'epoca dei fatti, presso la medesima struttura detentiva per minori.

I reati contestati agli agenti

I reati a vario titolo contestati dalla Procura della Repubblica riguardano condotte degli agenti, riscontrate a partire almeno dal 2022 ad oggi e reiterate nel tempo nei confronti di diversi detenuti di età minore. Si tratta di  maltrattamenti in danno di minori, anche mediante omissione, aggravati dalla minorata difesa e dall'abuso di potere; concorso nel reato di tortura, anche mediante omissione, aggravato dall'abuso di potere del p.u. nonché dalla circostanza di aver commesso il fatto in danno di minori; concorso nel reato di lesioni in danno di minori, anche mediante omissione, aggravate dai motivi abietti e futili, dalla minorata difesa e dall'abuso di potere; concorso nel reato di falso ideologico ed infine una tentata violenza sessuale ad opera di un agente nei confronti di un detenuto.

Carceri, gip: sistema di violenze radicato al Beccaria

Nel carcere minorile 'Beccaria' "c'era un sistema di violenze radicato". Lo scrive la gip di Milano Stefania Donadeo nell'ordinanza di custodia cautelare. "Dalle conversazioni emerge la totale naturalezza con cui gli agenti custodia commentano i pestaggi e le conseguenze delle loro azioni sui minori detenuti - scrive la giudice -. Tutte le prove analizzate hanno consentito di accertare l'esistenza all'interno dell'Istituto penale minorile Cesare Beccaria di un sistema consolidato di violenze reiterate, vessazioni, punizioni corporali, umiliazioni e pestaggi di gruppo realizzati dagli indagati appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria ai danni dei detenuti minorenni". 

L'indagine al Beccaria attraverso intercettazioni e telecamere: le violenze sui minori

L'indagine, partita da alcune segnalazioni, pervenute all'Autorità giudiziaria anche attraverso il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale, è stata sviluppata attraverso diversi servizi tecnici di intercettazione e acquisizione di telecamere interne all'istituto, che hanno permesso di raccogliere indizi di reato per diversi episodi di violenze ai danni dei minori ristretti. Il procedimento si trova ancora nella fase delle indagini preliminari e la responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo con sentenza irrevocabile di condanna.

Pestaggi al Beccaria, il procuratore: "Vicenda dolorosa, interesse dello Stato fare luce"

"Una conferenza che non avremmo voluto tenere: è una vicenda dolorosa, una brutta pagina delle istituzioni". Il procuratore di Milano Marcello Viola commenta così, durante la conferenza stampa, l'operazione che ha portato all'arresto di 13 agenti della polizia penitenziaria, in servizio al Beccaria di Milano, per reati che vanno dai maltrattamenti alla tortura. Il capo della procura ricorda la "massima collaborazione" della Polizia penitenziaria e del Dap, "per assicurare il rispetto della legge. Non ci piace quello che è stato accertato, ma è interesse dello Stato fare luce su questi fatti che creano desolazione e sconforto perché commessi nell’ambito carcerario che vive un momento di difficoltà come dimostrano i suicidi e il sovraffollamento" aggiunge.

"Il carcere è un luogo di sofferenza e va fatto di tutto perché questa condizione non venga aggravata, soprattutto nel caso di minori. Bisogna interrogarsi su cosa è successo, delle drammatiche condizioni della polizia penitenziaria che è intervenuta su singoli e limitati episodi" conclude il procuratore Viola. I ragazzi presunte vittime di violenze nel carcere minorile 'Beccaria' di Milano "venivano ammanettati durante i pestaggi". Lo hanno spiegato gli inquirenti in conferenza stampa. "C'era un ufficio preposto per i pestaggi in cui sono accaduti questi fatti" ha detto la pm Stagnaro.

I pestaggi sarebbero avvenuti, a volte anche coi bastoni, in alcune celle “definite dai ragazzi 'di isolamento' e prive di telecamere”, probabilmente perché coinvolte nei lavori di ristrutturazione durati diversi mesi al ‘Beccaria’. “Le manette venivano messe dietro, in modo che non potessero usare le mani per difendersi. In alcuni casi i segni sul volto delle violenze erano "estremamente visibili” è stato spiegato in conferenza stampa. ”Stando a quanto riferito dalla procuratrice Letizia Mannella, gli agenti avrebbero utilizzato per picchiarli in alcune occasioni dei sacchetti di sabbia per non lasciare traccia delle violenze. “Il clima era invivibile - ha detto -. I ragazzi sapevano che in qualsiasi momento potevano essere pestati”. Gli agenti indagati sono 21 su una cinquantina. Non è stata contestata l’associazione a delinquere. Il procuratore Viola ha detto che “di qui a parlare di un’organizzazione starei cauto” rispondendo a una domanda in conferenza stampa. Mannella ha parlato di "mele marce". 

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