Torture e violenze al carcere Beccaria: "Filmati devastanti su abusi"
I filmati degli abusi e l'accusa dei pm: violenze grazie alle omissioni da parte di figure apicali. Gli agenti di Polizia penitenziaria: "Noi abbandonati"
Torture e violenze al carcere Beccaria: "Filmati devastanti su abusi"
Ci sono immagini che uno degli agenti, non tra quelli arrestati, definisce "devastanti" relative alle presunte violenze nel carcere Beccaria. "Ogni aggressione e' stata provata sia dalle dichiarazioni della vittima che dalle intercettazioni telefoniche, dalle immagini estrapolate dalle telecamere di videosorveglianza, dalle dichiarazioni testimoniali di altri detenuti testimoni indifferenti, dai referti medici, dalle relazioni di servizio" scrive la gip di Milano Stefania Donadeo nell'ordinanza di custodia cautelare. Le relazioni di servizio degli agenti della Polizia penitenziaria, "artatamente costruite al fine di sconfessare qualsiasi eventuale racconto dei detenuti" sono contraddette da "immagini video acquisite dal sistema di videosorveglianza del Beccaria" relative a tre pestaggi che "costituiscono un ulteriore elemento di prova documentale del metodo educativo adottato dagli agenti della polizia penitenziari". I poliziotti penitenziari parlavano di "schiaffo educativo". L'inchiesta ha avuto impulso da varie segnalazioni tra cui quella del garante milanese delle persone detenute Francesco Maisto che ha allegato una mail del consigliere comunale David Gentili del febbraio del 2023 su cinque presunte episodi di abusi.
Torture al Beccaria, i pm: "omissioni dolose dalle figure apicali"
Il "metodo di violenze" attuato nel carcere minorile Beccaria di Milano "ha avuto il suo principale fondamento nel contributo concorsuale omissivo e doloso di una serie di figure apicali, con posizione di garanzia effettiva nei confronti dei detenuti" e "fra questi" l'ex "comandante della Polizia Penitenziaria", Francesco Ferone, ieri sospeso, "che ha consapevolmente agevolato e rafforzato le determinazioni criminose dei suoi sottoposti". E' quanto scrivono, come riferisce Ansa, l'aggiunto Letizia Mannella e i pm Rosaria Stagnaro e Cecilia Vassena nella richiesta di custodia cautelare da cui è scaturita l'ordinanza del gip Stefania Donadeo.
L'agente intercettato: "Ha pigliato una scaricata di colpi, ma non ha un segno addosso..."
"Ha pigliato una scaricata proprio massiccia, capito?....Dalle immagini non sono messo bene perché se ne vedono assai palate (colpi, ndr).... Tante...tante e brutte... Ehh... però vabbè... alla fine io lo so com'è che non gli devo lasciare un cazzo....infatti non ha un segno addosso".Sono le parole che pronuncia, senza sapere di essere intercettato, Giovanni Blandino uno degli agenti della polizia penitenziaria arrestato. Lo riporta Adnkronos. Nel dialogo con una collega risalente allo scorso 9 marzo si parla di un presunto pestaggio avvenuto la sera prima, ma l'agente avrebbe tre certificati per dimostrare che non è stato lui a provocare contusioni già esistenti. Una difesa che prosegue, il 12 marzo, in una conversazione con un altro collega. "Io dalle telecamere sto in difetto, però manco è stata una cosa così distruttiva; c'ho tre certificati che il ragazzo non è morto... cioè..." dice l'arrestato. "Appena mi ha tirato il sangue addosso, basta! Non sono due schiaffi... è una raffica... eh... hai capito?" dice l'indagato all'amico che ribatte: "gli schiaffi si devono dare nel momento giusto... eh! la raffica degli schiaffi tuoi... è quella... perché l'eccesso ti ha portato il difetto".
Torture al carcere minorile Beccaria di Milano: 13 agenti arrestati
La Polizia di Stato ed il Nucleo Investigativo Regionale per la Lombardia della Polizia Penitenziaria, coordinati dalla Procura della Repubblica di Milano hanno eseguito ieri mattina un'ordinanza emessa su richiesta dei Pubblici Ministeri del V Dipartimento, con la quale è stata disposta la custodia cautelare in carcere nei confronti di tredici agenti della Polizia Penitenziaria, dodici dei quali tuttora in servizio presso l'Istituto, nonché la misura della sospensione dall'esercizio di pubblici uffici nei confronti di ulteriori otto dipendenti dello stesso corpo di polizia, anch'essi tutti in servizio, all'epoca dei fatti, presso la medesima struttura detentiva per minori. L'indagine, partita da alcune segnalazioni, pervenute all'Autorità giudiziaria anche attraverso il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale, è stata sviluppata attraverso diversi servizi tecnici di intercettazione e acquisizione di telecamere interne all'istituto, che hanno permesso di raccogliere indizi di reato per diversi episodi di violenze ai danni dei minori ristretti. Il procedimento si trova ancora nella fase delle indagini preliminari e la responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo con sentenza irrevocabile di condanna.
Carcere Beccaria, i reati contestati agli agenti
I reati a vario titolo contestati dalla Procura della Repubblica riguardano condotte degli agenti, riscontrate a partire almeno dal 2022 ad oggi e reiterate nel tempo nei confronti di diversi detenuti di età minore. Si tratta di maltrattamenti in danno di minori, anche mediante omissione, aggravati dalla minorata difesa e dall'abuso di potere; concorso nel reato di tortura, anche mediante omissione, aggravato dall'abuso di potere del p.u. nonché dalla circostanza di aver commesso il fatto in danno di minori; concorso nel reato di lesioni in danno di minori, anche mediante omissione, aggravate dai motivi abietti e futili, dalla minorata difesa e dall'abuso di potere; concorso nel reato di falso ideologico ed infine una tentata violenza sessuale ad opera di un agente nei confronti di un detenuto.
Carceri, gip: sistema di violenze radicato al Beccaria
Nel carcere minorile 'Beccaria' "c'era un sistema di violenze radicato". Lo scrive la gip di Milano Stefania Donadeo nell'ordinanza di custodia cautelare. "Dalle conversazioni emerge la totale naturalezza con cui gli agenti custodia commentano i pestaggi e le conseguenze delle loro azioni sui minori detenuti - scrive la giudice -. Tutte le prove analizzate hanno consentito di accertare l'esistenza all'interno dell'Istituto penale minorile Cesare Beccaria di un sistema consolidato di violenze reiterate, vessazioni, punizioni corporali, umiliazioni e pestaggi di gruppo realizzati dagli indagati appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria ai danni dei detenuti minorenni".
Beccaria, gli agenti di Polizia: "Abbandonati a noi stessi"
"Abbandonati a loro stessi" nella gestione quotidiana dei detenuti minorenni "senza adeguata formazione" e dove e' capitato di essersi lasciati andare" con l'uso della violenza. E' questo il senso generale delle dichiarazioni fatte negli interrogatori di garanzia da cinque dei 13 agenti di polizia penitenziaria, finiti ieri in custodia cautelare al carcere di Bollate con le accuse di maltrattamenti, lesioni, tortura e falso nell'ambito dell'inchiesta della procura di Milano condotta dalla squadra mobile della questura e dal nucleo investigativo regionale della polizia penitenziaria. Un sesto indagato comparso oggi davanti alla gip Stefania Donadeo invece ha scelto di avvalersi della facolta' di non rispondere. Gli altri agenti autori dei presunti pestaggi, commessi tra l'autunno 2022 e lo scorso marzo, saranno sentiti tra domani e venerdi'.
"QUALCOSA NON FUNZIONA AL BECCARIA": LA DENUNCIA INASCOLTATA DI ANTIGONE
I dati appena diffusi dall'organizzazione attestano un aumento vertiginoso del numero dei ragazzi in carcere. Colpa soprattutto del DL Caivano (RED.SOC.) ROMA - Alla fine del febbraio 2024 erano 532 i giovani reclusi nei 17 Istituti Penali per minorenni d'Italia. Una cifra che sta rapidamente crescendo anche per via del DL Caivano. Lo attesta il XX Rapporto di ANTIGONE sulle condizioni di detenzione presentato nei giorni scorsi a Roma. Solo due mesi prima, alla fine del 2023, si attestava sulle 496 unità. Alla fine del 2022 le carceri minorili italiane ospitavano 381 ragazzi. L'aumento, in un anno, è stato superiore al 30%. Negli ultimi dieci anni non si era mai raggiunto il numero di ingressi in Ipm registrato nel 2023, pari a 1.143. ANTIGONE però aveva già lanciato l'allarme sull'Istituto penale per i minorenni di Milano Beccaria nel VII Rapporto sulla giustizia minorile "Ragazzi dentro", presentato lo scorso febbraio. Il Rapporto denunciava le condizioni dell'Istituto, un tempo "modello da seguire" della giustizia minorile italiana. I lavori di ristrutturazione che vanno avanti da oltre 16 anni - si legge del rapporto - condizionano in maniera totalizzante la vita all'interno dell'Istituto sia dei ragazzi che del personale che vi lavora. La recente apertura dell'ex reparto femminile ha aumentato la capienza rendendolo l'IPM più popoloso d'Italia. "Gli eventi critici avvenuti nell'ultimo biennio hanno evidenziato un disagio diffuso tra gli ospiti della struttura che ci fanno comprendere che qualcosa all'Ipm Beccaria non sta funzionando, nonostante i molti sforzi economici e in termini di investimento" è la denuncia di ANTIGONE. Fino allo scorso novembre, inoltre, l'istituto ha sofferto l'assenza di una direzione stabile, questione poi risolta con la nomina di un direttore dal 1 dicembre. Il Beccaria, infine, secondo il Rapporto affronta oggi una fase "di transizione" e si trova fare i conti con un significativo cambio della popolazione presente, con un aumento dei minori stranieri non accompagnati (32 su 72) e con le problematiche connesse alla presa in carico e al reinserimento sul territorio a fine pena. (Redattoresociale.it)