BYD punta su Torino: collaborazioni con fornitori italiani per 500 mila auto elettriche

Il colosso cinese BYD, leader nel mercato delle auto elettriche, guarda al know-how italiano per sostenere la produzione nei nuovi stabilimenti in Ungheria e Turchia.

Redazione Motori
Auto e Motori

La corsa al primato di BYD nel mercato globale delle auto elettriche passa anche dall’Italia.

Il colosso cinese, che nel 2024 ha registrato 1,76 milioni di veicoli elettrici venduti, si avvicina sempre di più a Tesla (1,78 milioni) e punta sul know-how italiano per rafforzare la propria presenza in Europa. A guidare questa strategia c’è Alfredo Altavilla, ex braccio destro di Sergio Marchionne in FCA e oggi special advisor per l’Europa di BYD, insieme al country manager Alessandro Grosso, altro ex dirigente di FCA e Stellantis.

Nei giorni 20 e 21 febbraio, Torino ospiterà un importante evento B2B organizzato in collaborazione con Anfia, l’Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, durante il quale i vertici di BYD incontreranno le aziende italiane della componentistica. Visto l’alto numero di adesioni, si prevede una probabile estensione al 22 febbraio.

BYD: nuovi stabilimenti e opportunità per l’Italia

Con l’apertura di due stabilimenti in Ungheria e Turchia, BYD ha messo solide radici nel mercato europeo, scegliendo una strategia mirata a evitare i dazi imposti dall’Unione Europea. Gli impianti, progettati per una capacità produttiva complessiva di 500 mila vetture l’anno, superano l’intera produzione italiana targata Stellantis per il 2024. Tuttavia, la casa cinese guarda già al futuro con la possibilità di aprire un terzo stabilimento in Europa, con l’Italia che potrebbe essere una delle candidate principali.

«Molti componentisti italiani sono già presenti in Turchia e nell’Europa dell’Est — ha dichiarato Altavilla in un’intervista riportata dal Corriere Torino —. La qualità del savoir-faire italiano nella componentistica automotive rappresenta una risorsa unica e strategica per BYD».

Alessandro Grosso, in un’intervista a Openonline, ha rafforzato questa visione: «Appena l’Europa riuscirà a saturare quelle 500 mila unità produttive, potrebbe arrivare il momento di un’ulteriore espansione. Il Sud Europa potrebbe essere una location ideale per i prossimi impianti».

Un segnale di speranza per Torino e il Piemonte

L’arrivo di BYD rappresenta una promessa per un settore automotive piemontese in difficoltà. A fronte di un calo del 45% negli ordini e di una cassa integrazione che pesa su oltre 700 aziende e 53 mila addetti, il Piemonte cerca una ripresa attraverso la transizione verso l’elettrico. BYD, che oggi vende il 90% dei suoi veicoli in Cina, intende portare sul mercato europeo una nuova ondata di competitività e innovazione.

Intanto, Stellantis a Mirafiori riprende gradualmente l’attività, concentrandosi sulla 500e e i due modelli Maserati ancora in produzione. Tuttavia, si tratta di due sole settimane di lavoro al mese, in attesa della 500 ibrida prevista per novembre. La produzione italiana non è sufficiente per garantire stabilità, ma l’interesse di BYD potrebbe rappresentare una nuova boccata di ossigeno.

Lo sbarco di BYD a Torino è una chiara dimostrazione di come il mercato automobilistico italiano, nonostante le difficoltà, mantenga un ruolo di primo piano grazie all’eccellenza della propria filiera produttiva. Il meeting organizzato da Anfia sarà un banco di prova cruciale per capire quanto questa sinergia possa tradursi in opportunità concrete per il territorio e l’intero comparto automotive.

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