Al Senato prove di pacificazione: ora serve un passo in più da Meloni e csx
Nel discorsi di Liliana Segre si è parlato di Matteotti e della marcia su Roma. Ora serve ricordare i morti delle foibe e il massacro delle Fosse Ardeatine
Segre-La Russa: prove di pacificazione nazionale. Ecco che cosa serve
Primo giorno della nuova legislatura. Il discorso, applaudIto, molto antifascista, al Senato, di Liliana Segre, da bambina deportata nei campi di concentramento nazisti, che ha ricordato il delitto Matteotti, ha evidenziato la prossima ricorrenza dei 100 anni dalla marcia su Roma e ha deplorato le divisioni sui festeggiamenti per il 25 aprile.
Poi l’elezione, grazie anche a 15 voti e alla figuraccia di Berlusconi, di senatori non del centrodestra, alla seconda carica dello Stato di Ignazio La Russa, figlio di Antonino, catanese, segretario politico del Partito Nazionale Fascista di Paternò, negli anni 40, e nel dopoguerra senatore del Movimento Sociale Italiano, il partito di Giorgio Almirante e dei reduci della RSI di Salò.
Due figure “forti”, due storie diverse. Un tentativo, difficile ma auspicabile, di superamento delle divisioni, nel Paese e nella politica, con un gesto significativo (un omaggio ai martiri delle Fosse Ardeatine?), potrebbe farlo Giorgia Meloni, che ha militato nei giovani del MSI, il partito di Fini e La Russa. Ma è nata 32 anni dopo la fucilazione dello spietato Benito Mussolini. Meloni scese in piazza, a Roma, accanto e contro i “tanti ragazzi-di cui ha parlato il Presidente del Senato- di ogni colore politico, che hanno perso la vita, perché credevano in un ideale”.
E il ricordo di Liliana Segre delle vittime dei nazifascisti andrebbe esteso agli italiani uccisi nelle foibe e alle migliaia di ex fascisti, tra cui donne e bambini, trucidati (lo documentarono Giampaolo Pansa, saggista di sinistra e inviato del Corriere della Sera, e Luciano Violante, PCI, allora Presidente della Camera) molti mesi dopo la Liberazione del nostro Paese…