Migranti, lo scontro con le toghe sull'Albania andrà avanti. E serve al Cdx per accelerare sulla riforma della Giustizia. Inside
Sul caso arriva anche l'attacco di Musk: "I giudici di Roma devono andarsene". Il magnate (quindi Trump) sta con Meloni
Subito dopo la Legge di Bilancio in Parlamento ci sarà un'accelerazione sulla riforma costituzionale del sistema giudiziario
"Questi giudici devono andarsene (These judges need to go)". Così Elon Musk su X commenta un post di un utente che riporta la notizia della sospensione della convalida del trattenimento per sette migranti decisa dalla sezione immigrazione del Tribunale di Roma che si è anche rimesso alla Corte Ue. Il grande amico e sponsor di Donald Trump, presidente eletto degli Stati Uniti, è sempre più vicino a Giorgia Meloni e scende in campo direttamente nello scontro ormai totale tra governo e Magistratura sul fronte dei migranti e in particolare dei centri costruiti in Albania.
L'esecutivo non ha alcuna intenzione di fare passi indietro. Anzi, continuerà a spedire sulle navi i migranti che in base al decreto provengono da Paesi sicuri nel Paese delle Aquile pur sapendo che ci sarà sempre un giudice ad opporsi. Un tira e molla che rischia di diventare quasi infinito. Una sorta di telenovela continua e settimanale ormai. Ma dietro il governo - e soprattutto Palazzo Chigi, quindi Meloni, e il ministro degli Esteri e segretario di Forza Italia Antonio Tajani - hanno una strategia ben precisa.
Tenere altissima e costante la tensione con le toghe, dimostrare agli occhi dell'opinione pubblica che è colpa dei pm politicizzati e di sinistra se non funziona il trasferimento in Albania dei migranti (e, numeri alla mano, gli irregolari hanno un tasso di criminalità molto elevato) prima di tutto serve per mantenere alto il consenso nell'esecutivo e basso nella Magistratura e poi ha anche un chiaro scopo politico, condiviso pienamente anche dalla Lega (non che il Carroccio non sia d'accordo sull'operazione Albania, ma forse avrebbe preferito come maggiore efficacia anche il ripristino in pieno dei Decreti Salvini ministro dell'Interno del 2018, quelli che davvero avevano quasi azzerato gli sbarchi e fatto calare fortemente il numero di vittime in mare), che è quello di usare il tema migranti/Albania per giustificare l'urgenza della riforma della Giustizia.
D'altronde il primo a parlare di pm e magistrati "comunisti" è stato Silvio Berlusconi e per Forza Italia è questa la madre di tutte le riforme, fin dal primo processo al Cavaliere. Meloni e Salvini (“L’ennesima decisione dei giudici che impedisce di allontanare i clandestini dal territorio italiano non è uno schiaffo al governo, bensì una scelta che mette in pericolo la sicurezza e il portafogli degli italiani”, ha detto stamattina il leader leghista) sono pienamente d'accordo con Tajani su questo fronte e subito dopo la Legge di Bilancio in Parlamento ci sarà un'accelerazione sulla riforma costituzionale del sistema giudiziario.
Separazione delle carriere e soprattutto fine delle correnti con il sorteggio per il Csm. E anche con una legge ordinaria la responsabilità civile dei magistrati (chi sbaglia paga, come qualsiasi altro lavoratore). E su questa battaglia politica Meloni ha le spalle più che coperte avendo dalla sua parte Musk. Il che vuol dire avere come alleato Trump.
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