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Fitto "blindato" come vice-presidente della Commissione europea. Meloni e il gioco di sponda vincente con Weber (Ppe). Inside

Di Alberto Maggi

Il ministro (uscente) all'esame del Parlamento europeo. A socialisti e liberali non conviene fare "scherzi". Ecco perché

Decisivo il rapporto personale tra Meloni, von der Leyen e Weber

Il giorno tanto atteso è arrivato. Questa mattina è in programma l’audizione del vicepresidente in pectore della Commissione europea (con deleghe a Coesione e Riforme) Raffaele Fitto davanti alla Commissione parlamentare Sviluppo regionale. Il ministro (uscente) meloniano ha passato il weekend a limare il suo discorso e a prepararsi alle domande, anche cattive, degli europarlamentari socialisti e liberali che vorranno mettere alla prova il suo ancoraggio totale, netto e chiaro ai principi e ai valori dell'Unione europea.

Va ricordato che Fratelli d'Italia ha votato contro la presidente ri-eletta della Commissione Ursula von der Leyen ma poi l'Italia, essendo la terza economia dell'Ue e un Paese fondatore dell'Unione, grazie al rapporto diretto e consolidato di Giorgia Meloni con Ursula von der Leyen ha strappato uno dei sei vice-presidenti. Per ottenere il via libera servono i 2/3 ponderati nel primo passaggio ai capigruppo di Commissione e se non ci sono i 2/3 si va al voto plenario e segreto nella stessa Commissione. Che proceduralmente non è necessariamente il giorno dopo, quindi domani 13 novembre, ma secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, essendo Fitto il primo a essere audito, verso l'ora di pranzo ci sarà la decisione di rinviare la votazione finale e quindi anche sugli altri vice di Ursula e anche sull'ok al commissario ungherese la cui votazione ieri è stata rinviata. 

Gli uomini della presidente del Consiglio a Strasburgo sono assolutamente fiduciosi sul via libera a Fitto e lo considerano "blindato", grazie al sostegno dei Popolari che hanno deciso di allargarsi anche verso destra. A differenza della lettura che danno i 'giornaloni' del mainstream di sinistra, Fitto nella sua Commissione ha i numeri per passare con Ppe, Conservatori e Riformisti, Patrioti e Sovranisti, esattamente 21 a 20. Non solo, i meloniani erano anche pronti alla prova di forza certi di vincerla, dopo aver lavorato incessantemente - con l’impegno diretto di Meloni - per arrivare a un allargamento e a una maggioranza più ampia per Fitto così che possa avere un mandato politico ancora più forte. Quindi massima serenità in casa Fratelli d'Italia, dove si è pronti all’accordo ma a questo punto non si disdegnava la conta per evidenziare l’isolamento della sinistra e del Pd.

Tanto che ieri in serata, dopo l’ennesima giornata di attacchi dai socialisti contro Fitto, una nota al vetriolo di FdI richiamava il Pd ad assumersi le proprie responsabilità. Mentre i 5 Stelle, dall’altro lato, incalzano il Nazareno a votare contro il meloniano.

In caso di - a questo punto improbabile - bocciatura di Fitto, Manfred Weber, leader dei Popolari - se ci fosse un no di socialisti e liberali (che insieme al Ppe sono la maggioranza che sostiene Ursula) sarebbe pronto a vendicarsi mettendo a rischio i vice-presidenti e commissari socialisti, liberali e verdi. Particolarmente critica la situazione della candidata socialista spagnola Teresa Ribera, sotto accusa in patria per la mala gestione dell’alluvione di Valencia. Quindi alla sinistra socialdemocratica, ai macroniani e agli ambientalisti conviene stare sereni: uno perché Fitto passerebbe comunque e due perché se facessero "scherzi" sul commissario italiano a rischiare sarebbero proprio loro.

L'Unione deve prepararsi ad affrontare nuove sfide soprattutto economiche con la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali Usa. E' anche per questo che, magari obtorto collo, anche socialisti e liberali (forse con qualche defezione) daranno l'ok a Fitto. Che comunque non rischia né numericamente né politicamente grazie al grande lavoro di tessitura della premier Meloni con Weber e Von der Leyen.

 

Ue, Fidanza: "Fdi voterà a favore di von der Leyen 2"

Nella plenaria a Strasburgo sulla nomina della Commissione Europea presieduta per il prossimo quinquennio da Ursula von der Leyen "le diverse delegazioni nazionali dell'Ecr valuteranno come votare, ma il voto della delegazione di Fratelli d'Italia sarà favorevole, per l'ovvia e naturale ragione che il commissario italiano è espressione del nostro partito". Lo dice il capodelegazione di Fratelli d'Italia a Bruxelles Carlo Fidanza, durante un briefing con gli eurodeputati italiani organizzato a Bruxelles dal Parlamento Europeo dopo l'audizione in commissione Regi di Raffaele Fitto.

Come Ecr, continua Fidanza, "noi abbiamo votato per tutti i commissari proposti, risultando decisivi, perché senza Ecr non ci sono i due terzi. Per il commissario Glenn Micallef e Hadja Lahbib ci hanno lasciato molto perplessi, ma rispettiamo le indicazioni dei governi nazionali. La partita politica con Micallef si farà nei prossimi cinque anni".


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