Berlusconi al Quirinale? Sfida no-sì. Travaglio-Sallusti, guerra di petizioni

Libero risponde alla campagna de Il Fatto Quotidiano

Politica
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Il botta e risposta su Change.org

 

Silvio Berlusconi divisivo, esattamente come ha detto ad Affaritaliani.it Roberto Formigoni. A dimostrarlo è la sfida tra il quotidiano Libero e Il Fatto Quotidiano a colpi di petizione per spingere o affossare la candidatura dell'ex Cavaliere al Quirinale.

A far scattare la battaglia è stato l'appello firmato da Peter Gomez, Antonio Padellaro e Marco Travaglio “Berlusconi al Quirinale? No grazie”, che ad oggi ha superato le 60mila firme.

Sul sito de Il Fatto si legge:

Legalità, giustizia, eguaglianza, dignità delle donne, libertà di stampa, indipendenza della magistratura, libero mercato, equità fiscale, scuola e sanità pubbliche, disciplina e onore, antifascismo: il Presidente della Repubblica dev’essere il garante della Costituzione. Silvio Berlusconi l'ha violata prima e dopo il suo ingresso in politica. Ecco perché i parlamentari non devono votarlo. Anzi, nemmeno pensare di farlo

BERLUSCONI AL QUIRINALE? NO GRAZIE. Firma anche tu la petizione su Change.org

LA RISPOSTA DI LIBERO - "Non rubate il Quirinale" è la risposta di Libero e del suo direttore, Alessandro Sallusti. Una campagna che risponde a quella del Fatto, chiaro segnale che il nome del Cav fa paura in certi ambienti e che allude all’idea "che il Centrodestra non sia libero di proporre il suo candidato – Berlusconi o chi sarà – se non gradito alla banda di Travaglio, Conte, Davigo e compagnia cantante", si legge nell'articolo del sito di Libero che annuncia la campagna.

"Lanciamo quindi oggi una petizione contro chi vuole rubarci il Quirinale, contro chi pensa che Salvini, Meloni e Berlusconi non abbiano la stessa dignità politica dei loro rivali, contro chi getta veleni e menzogne nella campagna quirinalizia. Che poi è povera gente che non ne ha mai azzeccata una, che nel tempo si è ispirata al pm Antonio Ingroia, quello del processo bufala sulla trattativa Stato-Mafia, prima allontanato dalla magistratura e poi indagato; a Piercamillo Davigo, il moralista manettaro sulla cui testa ora pende una richiesta di rinvio a giudizio; a quei falliti di Giuseppe Conte e Domenico Arcuri", scrive il direttore Sallusti.

Ma come si fa a sostenere la campagna di Libero? Si può aderire in due modi: firmando la petizione sul sito Change.org (a questo link) oppure inviando una e-mail con il nome e cognome all'indirizzo nonrubateilquirinale@gmail.com.