Berlusconi assolto non scioglie i nodi. Resta il caso Silvio-Zelensky

Il “regalo” della Meloni dovuto e non può essere merce di scambio con Zelensky

Di Giuseppe Vatinno
Zelensky
Politica

Berlusconi assolto dal Ruby Ter

«Sono stato finalmente assolto dopo più di undici anni di sofferenze, di fango e di danni politici incalcolabili, perché ho avuto la fortuna di essere giudicato da magistrati che hanno saputo mantenersi indipendenti, imparziali e corretti di fronte alle accuse infondate che mi erano state rivolte».

Così ieri Silvio Berlusconi ha commentato con una nota vergata di suo pugno l’assoluzione nel Ruby Ter.

La buona novella è arrivata ad Arcore portata dagli dei della serenità all’ora di pranzo, un po’ prima di quando fosse in realtà attesa.

Da quel momento Berlusconi non è riuscito neppure a sedersi a tavola a causa dello squillare ininterrotto dei telefoni di chi si voleva congratulare.

Il giorno prima Giorgia Meloni aveva ritirato la costituzione di parte civile del governo. Un atto che tardava a venire e che era ulteriore fonte di tensione, dopo l’uscita anti – Zelensky di qualche giorno prima.

«Quello che ho dovuto passare, solo io so che significa un massacro così, solo io». Così Berlusconi si sfogava con i suoi passeggiando nell’ampio parco, vestito di un cappotto e con il cappello contro il freddo ancora pungente, soprattutto per un uomo che ha 86 anni.

Resta ancora il processo Tarantini sulle Escort ma dopo questa sentenza ad Arcore sono tutti ottimisti.

La sua nota è stata giustamente contenuta, moderata lasciando lo sfogo più alle sue due figlie, Marina e Barbara.

Berlusconi – dicevamo - si è mantenuto comunque su una linea di sobrietà, non ha voluto calcare la mano anche perché, come detto, c’è ancora un processo in corso.

Restano le iniziative già avviate, come quella della separazione delle carriere dei magistrati, che però lui lascia al suo partito e di cui non parla.

Ora resta aperta la questione Ucraina. E non è senza una certa soddisfazione che alcuni giornaloni hanno accolto la sentenza, non perché fossero divenuti improvvisamente filoberlusconiani ma perché fanno un ragionamento più articolato.

La mossa della Meloni di ritirare il governo dalla parte civile nel processo è stata vista come un tentativo di porre un argine alle dichiarazioni di Berlusconi contro Zelensky che hanno turbato alquanto Kiev, Washington e Bruxelles.

Tuttavia Berlusconi non è uomo da cedere facilmente su questioni di fondo e non sembra che possa considerare l’atto meloniano come una partita di giro in cambio di una sua possibile acquiescenza.

Anche perché il ritiro, non era un “regalo” quanto un atto dovuto, visto che nel governo c’è la stessa Forza Italia e sarebbe stato un po’ bizzarro che l’ex Cavaliere andasse contro se stesso.

Dunque il problema Zelensky nel centro – destra esiste e persiste, come nei suoi elettori e non solo.

Anche gli italiani cominciano ad essere stufi per una guerra che non è la loro.

Vittorio Feltri ha dichiarato a tal proposito qualche giorno fa:

“la dichiarazione di Berlusconi su Zelensky non mi ha assolutamente stupito: ha detto ciò che pensa la stragrande maggioranza degli italiani. Non c'è da scandalizzarsi, il Cav interpreta il sentire del popolo".

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