Economia

Nomine, ecco che cosa potrebbe succedere in Enel, Leonardo e Terna

di Marco Scotti

Per Enel si pensa anche a una soluzione interna, promuovendo il Cfo Alberto De Paoli. Oppure guardando all'attuale ad di Iren Gian Vittorio Armani

Le nomine: Giorgia Meloni deve scegliere che cosa fare con Enel

Ora Giorgia Meloni non ha più scuse: deve gestire il dossier nomine e deve farlo in 42 giorni esatti. Pochi o tanti che siano, entro il 31 marzo il Mef dovrà consegnare i nomi per il rinnovo dei vertici. Che cosa dice il borsino? Che l'unico sicuro di rimanere al timone è Claudio Descalzi, manager 68enne che agli amici avrebbe confidato "se mi vogliono, io resto, altrimenti mi dedicherò ai miei cani". Per il resto si vive di sussurri e di immagini che il cerchio magico della premier ogni tanto proietta all'esterno. 

Gli analisti di Borsa potrebbero far emergere qualche sorpresa nella partita di Enel. Il ceo Francesco Starace è dato per molti in uscita. Sarà davvero così? È in effetti molto probabile, perché anche in questo caso i numeri cui si possono attaccare i suoi detrattori esistono: l'indebitamento lordo durante la sua gestione è aumentato di 45 miliardi in nove anni. Eppure, anche in questo caso si può leggere la realtà in modo differente: l'aumento della mole di debiti è stata necessaria per finanziare le acquisizioni di Endesa e di Erg Hydro, ma anche per portare avanti la transizione Green e la digitalizzazione delle reti. 

Presentando il bilancio 2022, Starace stesso ha posto l'accento sulla riduzione del debito, già avviata con un taglio di 9 miliardi nel quarto trimestre dell'anno e con un piano di miglioramento della posizione che ha convinto gli analisti. Un esperto contattato da Affaritaliani.it ha anche scherzato sulla vicenda: "È come se in questo momento a Starace venisse fatto pesare di avere una rata troppo alta del mutuo, ma ci si dimentica che Enel ha guadagnato un sacco di soldi e che quindi quella rata è più che sostenibile". In realtà, ci sono altre due vicende che non sono piaciute del manager: la prima la gestione di Open Fiber.

In quel caso si è accusato Starace di aver tirato troppo sui tempi per la cessione del 50% in capo a Enel, ritardando la possibile rete unica (che però è ancora ben lontana da arrivare), dimenticando che he permesso allo Stato di ottenere una interessante plusvalenza. E poi c'è il dossier Russia: il fratello di Starace, Giorgio, è ambasciatore a Mosca e in molti non hanno apprezzato le sue posizioni troppo morbide all'inizio del conflitto. Visto che la premier ha l'urgenza di mostrarsi "più atlantista degli Usa" è facile pensare che anche questo possa essere un argomento contro il manager.