Boccia-Sangiuliano, il vero obiettivo della "consigliera" era il ministro Lollobrigida. Il retroscena

Il ministro dell'Agricoltura però ha respinto la sua richiesta di collaborazione. Cosi a Palazzo Chigi era scattato l'allarme (già a giugno)

di redazione politica
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Caso Boccia, il vero obiettivo era Lollobrigida. Così è scattato l'allarme a Palazzo Chigi

Sul caso Boccia-Sangiuliano emergono nuovi dettagli destinati a fare rumore. Palazzo Chigi si era accorto delle mosse della mancata consulente già tre mesi prima che esplodesse il caso, l'allarme era scattato già a giugno. Il vero obiettivo della "consulente" di Pompei infatti - in base a quanto risulta a Il Fatto Quotidiano - non era il titolare della Cultura, ma quello dell'Agricoltura: Francesco Lollobrigida, il cognato della premier. E sarebbe stato proprio Palazzo Chigi a chiedere a Sangiuliano di stracciare il contratto di collaborazione di Boccia dopo settimane di litigi al ministero della Cultura, voci incontrollate e ricatti che circolavano nei palazzi del potere. Un passaggio che è avvenuto a metà agosto quando ormai i campanelli d’allarme erano troppi: il ministro ha dato seguito alla richiesta, che sarebbe avvenuta insieme a quella della moglie, con una mail che risale al 26 agosto scorso, da lui stesso mostrata al Tg1.

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Tutto inizia ai primi di giugno, quando Sangiuliano - prosegue Il Fatto - ha già approfondito i legami con Boccia durante la campagna per le europee. Il primo allarme arriva da "Noi Moderati" di Maurizio Lupi: con l’ex ministro centrista Boccia aveva fatto un’iniziativa l’11 ottobre 2022 per sostenere l'italianità della pizza e poi ne aveva fatto un altro il 2 febbraio 2023 insieme al deputato Andrea Costa alla Camera sulla medicina estetica. Nel partito centrista si accorgono, però, che qualcosa non va. E quando notano che la donna accompagna spesso Sangiuliano, avvertono Fratelli d’Italia: Boccia, è la tesi, è "pericolosa", registra tutto, meglio tenerla alla larga. Ma Boccia - conclude Il Fatto - non si accontenta: punta al bersaglio grosso. Che nel governo Meloni ha il volto del cognato ministro Francesco Lollobrigida che, però, respinge le sue richieste di collaborazione.