Autonomia, Calderoli: "Validi motivi rendono il referendum abrogativo incostituzionale". Intervista

Strada in salita e al limite dell'impossibile per il quesito abrogativo delle opposizioni sull'autonomia regionale. Parla il ministro Calderoli

Di Alberto Maggi
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Roberto Calderoli
Politica

Autonomia, ecco tutti i motivi di inammissibilità del referendum abrogativo secondo il ministro Calderoli


"Fermo restando che sono sempre a favore dei referendum, avendone presentati 30 o 40 in vita mia, credo che le regole debbano essere sempre applicate". Lo afferma il ministro per gli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, intervistato da Affaritaliani.it, sul referendum abrogativo dell'autonomia regionale differenziata sul quale stanno puntando la loro azione politica le opposizioni. "Visto che la Corte Costituzionale mi dichiarò illegittimo il referendum abrogativo della Legge Fornero perché disomogeneo ovvero con troppi contenuti e perché era una legge collegata alla manovra di finanza pubblica - spiega il ministro - per questi motivi, essendo l'autonomia regionale differenziata complessa e quindi disomogenea e collegata alla Legge di Bilancio, non dovrebbe essere ammissibile il referendum abrogativo. Fermo restando che ovviamente deciderà la Corte Costituzionale".

Calderoli aggiunge poi: "Altri motivi di inammissibilità del quesito referendario sono legati all'obbligatorietà costituzionale della legge con riferimento in particolare all'articolo 116 della Costituzione e ancora nella definizione dei Lep (livelli essenziali delle prestazioni) secondo la lettera m del secondo comma dell'articolo 117 della Carta ma inattuato da 23 anni e più volte sollecitato nella sua definizione da parte della stessa Corte Costituzionale. Tutto ciò oltre all'obbligatorietà dell'attuazione dell'articolo 119 della Costituzione ovvero federalismo fiscale e perequazione ordinaria e straordinaria. Prima di parlare di referendum aspettiamo anche che la parola passi alla Corte di Cassazione che dovrà verificare non solo il numero delle firme valide ma anche il relativo accompagnamento del certificato elettorale di ogni cittadino. Ovvero che cinque consigli regionali abbiano deliberato il medesimo testo referendario, cosa che a tutt'oggi non si è ancora verificata. Conclusa questa fase, spetterà poi alla Corte Costituzionale pronunciarsi sull'ammissibilità del referendum", conclude il ministro Calderoli.
 



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