Cartabia, la legge non è uguale per tutti: procure in ordine sparso

Discrasie e incongruenze tra le direttive inviate dalle procure alle forze di polizia per l'attuazione della Legge Cartabia

di Fabiana Agnello
Politica

Legge Cartabia, procure in tilt: c’era una volta la determinatezza...

Premessa. “U Siccu” è stato arrestato: Matteo Messina Denaro ha terminato i suoi di 30 anni di latitanza nella clinica privata “La Maddalena” di Palermo e mentre il presidente del Consiglio Giorgia Meloni pensa alla nascita di una eventuale giornata nazionale per ricordare le vittorie dello Stato (perché per le vittime ve ne sono in abbondanza), vi è un gran polemica sull’utilizzo o meno delle intercettazioni per i vari tipi di reato.

La lotta alla criminalità è l’argomento, dunque, di questi giorni ed è proprio da queste considerazioni che, sviluppando analisi puntuali della riforma Cartabia e della sua relativa applicazione sul territorio, sono apparse delle discrasie e delle incongruenze tra le varie procure d'Italia. O, meglio, sull’interpretazione che le procure fanno della riforma.

È chiaro, oramai, che questa ha creato scompiglio nell'organizzazione della giustizia italiana e lo dimostrano le diverse direttive stilate dai procuratori dalle rispettive procure. Sembra, infatti, che ognuno abbia interpretato in maniera differente e per parti differenti le modifiche introdotte dal 1 gennaio 2023.

In particolar modo la polizia giudiziaria ha ricevuto direttive diverse a seconda della procura e a seconda della latitudine. In questo modo sembra però venir meno uno dei principi fondamentali delle norme: la determinatezza, ossia l’aspetto fondamentale che caratterizza la norma e che rende la legge uguale per tutti.

Per entrare nel vivo della questione, le polizie giudiziarie si sono trovate di fronte alla valutazione per singola procura di omologare o meno la procedura relativa alla convalida delle perquisizioni secondo l’articolo 352 del codice di procedura penale a tutte le altre attività di perquisizione riferite alle leggi speciali.

Tali difformi direttive (si pubblicano estratti delle procure di Brescia, Milano, Napoli, Tivoli e Trani) hanno mandato in tilt le attività di polizia giudiziaria che, a seconda delle varie province d’Italia, opera con incertezza e riserva rispetto alle proprie attività.

Appare forse necessario, quindi, un intervento del ministro della Giustizia Carlo Nordio e del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, al fine di riformare le attività di polizia giudiziaria in tutte le procure d’Italia facendo chiarezza su quale fosse il vero intento della riforma Cartabia. Nella consapevolezza che tali attività sono fondamentali al contrasto della criminalità comune e organizzata nonché alla garanzia dell’ordine e della sicurezza pubblica.

ESTRATTO DELLA DIRETTIVA DELLA PROCURA DI MILANO

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ESTRATTO DELLA DIRETTIVA DELLA PROCURA DI BRESCIA

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ESTRATTO DELLA DIRETTIVA DELLA PROCURA DI NAPOLI

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ESTRATTO DELLA DIRETTIVA DELLA PROCURA DI TIVOLI

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ESTRATTO DELLA DIRETTIVA DELLA PROCURA DI TRANI

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LA DIRETTIVA DELLA PROCURA DI BARI. LEGGI IL DOCUMENTO INTEGRALE

 

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