Caso Spano e nuovi attacchi a Meloni: dalla stampa di Sx la solita morbosità che punta a minare il governo

La questione è sempre una: la necessità da parte di una determinata stampa di voler creare ad arte un clima da guerriglia interna al governo e al partito della premier

di Vincenzo Caccioppoli

Francesco Spano

Politica

Caso Spano e gli attacchi contro il governo Meloni

Nel clima incandescente che si sta creando intorno al ministero della cultura, dopo le dimissioni di Sangiuliano, e il conseguente arrivo di Alessandro Giuli alla guida del ministero di via del collegio romano. Le dimissioni chieste e ottenute del capo di gabinetto di Sangiuliano, Francesco Gilioli, hanno scatenato una ridda di Ricostruzioni piuttosto fantasiose.

La nomina di Spano come capo di gabinetto, e le sue repentine dimissioni, hanno poi alzato un polverone, che fatica a diradarsi dopo alcune indiscrezioni che sono giunte dal conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, su un prossimo servizio contenente clamorosi colpi di scena, che avrebbero ancora come protagonista proprio l’entourage del ministro della cultura. I giornali si sono scatenati, soffiando come è anche comprensibile, su possibili retroscena che parlano di liti e incomprensioni tra alcuni leader del partito e lo stesso neoministro della cultura.

Ancora una volta l’attenzione dei media sembra essersi concentrata su colui che viene indicato tra i più fidati e potenti consiglieri della premier (che però, pur ascoltando tutti, primo tra tutti proprio lui, come è nel personaggio poi è solita sempre decidere da sola).

Stiamo parlando del sottosegretario alla presidenza del consiglio, Giovan Battista Fazzolari, responsabile del programma del governo oltre che della comunicazione, che ad alcuni potrebbe sembrare anche una sorta di ossimoro, considerando la sua naturale ritrosia a parlare con i media e la poca propensione a farsi vedere in pubblico (ma la sua intelligenza e la sua preparazione lo rendono l’uomo giusto al posto giusto per ogni occasione).

Spesso, così come ultimamente accade anche per la sorella della premier Arianna, a Fazzolari vengono attribuiti meriti e soprattutto demeriti, che probabilmente non ha. Il caso di Spanò è emblematico per mostrare come ormai da qualche tempo si stia cercando di minare la premier, colpendo ancora una volta, la sua cerchia ristrettissima di fedelissimi.

Perché che Giovan Battista Fazzolari, classe 1972, nato a Messina, figlio di una professoressa e di un diplomatico, e per questo cresciuto all’estero tra Francia Tunisia e Argentina ( conosce perfettamente francese e spagnolo oltre all’inglese, altra comunanza con la premier Meloni), certamente uno degli uomini più ascoltati dalla premier, possa intervenire anche sugli staff dei ministeri appare francamente una forzatura e sarebbe anche una sorta di diminutio sulla presunta figura del Richeliu meloniano, come spesso viene definito Fazzolari.

Chi lo conosce molto bene, parla di lui come di una persona poco avvezza ad entrare nel merito delle scelte operate da qualcun altro (al limite interviene prima che il fatto sia avvenuto con i suoi consigli sempre preziosi e quasi sempre molto ascoltati).

Non è nel suo stile, di uomo ruvido ma allo stesso tempo sicuro di sé e consapevole del ruolo che gli attiene e che gli permette di non avere la prevaricazione nel suo dna. Il suo ruolo è proprio quello di cercare di fare chiarezza in quelle che sono le scelte del governo, non certo quello di alimentare polemiche inutili che possono solo fare il gioco delle opposizioni. Troppo intelligente ed acuto per non sapere che il potere è diabolico perché, se può essere vero che logora chi non lo ha, è altrettanto vero che, se non lo sai gestire può portare a deliri di onnipotenza. La sua secca smentita in merito a supposti dissidi con il ministro Giuli, anche questa abbastanza inusuale per uno come lui, dimostra come evidentemente la misura deve essere colma. Perché su di lui, da mesi si stanno concentrando le attenzioni dei retroscenisti di professione, che surrettiziamente, ma non troppo, accusandolo un pò di tutte le nefandezze che spesso accadono nel sottobosco della politica, credono minare la fiducia della premier nei suoi confronti.

Ma Spugna, così viene chiamato tra gli amici proprio per la sua incredibile capacità di incamerare e farle sue, nozioni e informazioni (la premier nel suo libro lo ha definito come una delle persone più intelligenti che le sia mai capitato di incontrare), è uno studioso e un lavoratore instancabile, amante della politica, molto meno a quello che ci gira intorno, e per questo molto poco incline ai salotti romani e alla vita
mondano (vive sul litorale romano, a Fregene). È entrato a Palazzo Chigi in punta di piedi, ma con in testa il disegno preciso di accompagnare la “sua “Giorgia in quello che anche lui considera un appuntamento con la storia. E sa bene quindi come sarebbe davvero stupido rischiare di sporcare tutto quello che sta facendo di buono la premier, alimentando polemiche sterili e inutili, che non gli appartengono. Ma ancora più assurdo, per chi lo conosce, è pensare a lui come un fustigatore di costumi e abitudini private di chicchessia, rispettoso come della sua privacy, ha la stessa cura e forse maggiore per quella degli altri. Perché è inutile girarci intorno, tutto il polverone, sarebbe nato da una indiscrezione di Ranucci di Report, che ha annunciato un servizio al vetriolo proprio sul ministero della cultura, lasciando intendere che dietro ci fosse i risvolti di una liaison a sfondo omosessuale. E questa è la cosa francamente che lascia stupefatti perché, se per colpire il governo si comincia anche a speculare sulle presunte inclinazioni sessuali di questo o quel componente del governo, la situazione diventa oggetto per morbosità da gossip stile anni Cinquanta, come ha detto giustamente osservato Scalfarotto di Italia Viva.

La questione molto semplicemente gira sempre intorno alla necessità da parte di una determinata stampa di voler creare ad arte un clima da guerriglia interna al governo e al partito della premier, cosa che francamente così come la notizia della morte di Mark Twain appare fortemente esagerata. Tornando invece a Fazzolari forse qualcuno ha preso talmente alla lettera la nota passione del sottosegretario meloniano per il tiro a segno, da erigere lui stesso a bersaglio preferito delle loro ricostruzioni bizzarre e in certi casi molto fantasiose. 

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