Catania, elezioni banco di prova per il cdx. Ecco i candidati possibili

L'ex assessore Razza l'unico a vincere al primo turno secondo i recenti sondaggi di Antonio Noto, ma la partita è ancora aperta

di redazione politica
Politica

Catania al voto, un banco di prova per il centro-destra

Nono comune d’Italia, città da sempre centrale negli equilibri politici siciliani, questa volta le elezioni comunali saranno un banco di prova nazionale, la città sarà infatti la piazza più importante ad andare alle urne in primavera per rinnovare il consiglio comunale ed eleggere il nuovo primo cittadino. Nonostante il trend mostri un centrodestra favorito nella corsa al voto, la partita potrebbe presentare più insidie del previsto.

Dopo la sconfitta di Verona, una nuova debacle rischierebbe infatti di creare un’impasse anche a livello nazionale, risvegliando tensioni e malumori tra i partiti che compongono l’alleanza, Lega e Forza Italia in primis. A ciò si aggiunge anche il ruolo di jolly del populista Cateno De Luca, già sindaco di Messina, che potrebbe rendere più complicata la corsa, apparentemente agevole, alla poltrona più alta di Palazzo degli Elefanti.

Ecco perché lo scenario catanese risulta più che mai di interesse non solo per la città, ma anche per la tenuta generale della coalizione. La scelta del candidato assume un ruolo decisivo: su chi puntare per dare continuità al mandato del sindaco uscente Salvo Pogliese?

La risposta arriva dagli stessi cittadini. Secondo i sondaggi, la soluzione migliore è "l'usato sicuro": l'ex assessore Ruggero Razza, delfino di Musumeci, che ha saputo affrontare la pandemia salvaguardando l'Isola e promuovendo un modello virtuoso rispetto ad altre regioni d’Italia. Preparato e competente, sconta il difetto di un carattere non sempre facile. Allo stesso tempo, costituisce la risorsa a cui guardare per evitare rischi e salti nel vuoto. 

Se si votasse oggi, secondo una rilevazione di Noto Sondaggi, Razza sarebbe l'unico candidato in grado di vincere al primo turno raggiungendo il 43%: una percentuale che eviterebbe il rischio della “girandola dei rigori”, quei ballottaggi che, la storia insegna, possono spesso ribaltare scenari e certezze. I candidati sostenuti dal centrosinistra e da Sud chiama Nord, il partito di Cateno De Luca, non andrebbero oltre al 21%.

Per evitare di ripetere la performance di Verona e scongiurare una nuova instabilità nella coalizione, il centrodestra sarà dunque chiamato a un’azione di responsabilità: la scelta di un candidato condiviso e apprezzato sul territorio, in grado di canalizzare gli umori e le preferenze dei cittadini. Un candidato che potrebbe raggiungere il risultato al primo turno anche grazie alla forza elettorale dell’ex presidente della Regione, Raffaele Lombardo, da pochi giorni definitivamente scagionato dalla Cassazione, persino nel caso in cui la Lega decidesse la corsa solitaria con la deputata nazionale Valeria Sudano, compagna del vicepresidente della Regione, Luca Sammartino. La coppia, infatti, alle scorse amministrative, prima di transitare nel centrodestra, aveva sostenuto l’ex sindaco Enzo Bianco, anche lui di nuovo pronto alla corsa.

Nel centrodestra tutti attribuiscono un valore politico al risultato catanese, che può delineare gli equilibri in una regione oggi guidata dal forzista Renato Schifani, proprio grazie al ritiro dalla corsa del ministro Musumeci. Un golden share che i meloniani ritengono sia il momento di esercitare, forti dei risultati che vedono FdI primo partito nel Paese e nell'isola.

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