Abedini-Sala, i dettagli dello scambio. Gli Usa hanno ottenuto tutti i dati dell'iraniano e solo allora hanno dato il via libera. Inside

E il Pd avrebbe fatto la stessa cosa. Niente Sigonella-bis

Di Alberto Maggi

Abedini Najafabani e Cecilia Sala

Politica

In Transatlantico, fonti sia della maggioranza sia delle opposizioni, spiegano che gli Usa non hanno dato l'ok allo scambio fino a quando - stando alle voci e ai ragionamenti che si fanno in Parlamento - non hanno avuto tutte le informazioni tecnologiche che aveva Abedini


Le parole di ieri di Brando Benifei, eurodeputato del Partito Democratico e presidente della delegazione del Parlamento Europeo per le relazioni con gli Stati Uniti, ad Affaritaliani.it sono state eloquenti: "Credo che in un momento in cui c'è una persona italiana nelle mani di un regime che ne mette a rischio la libertà, considerando il lavoro cruciale che è quello giornalistico e mi riferisco ovviamente al caso di Cecilia Sala, ogni mezzo utile per la liberazione di un o una nostro/a connazionale sia valido".

Traduzione, il Pd appoggia al 100% quanto fatto dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal ministro degli Esteri Antonio Tajani. Anzi, di più, se al governo ci fosse stato il Centrosinistra - sia con premier Elly Schlein, Giuseppe Conte o Matteo Renzi - avrebbero fatto esattamente la stessa cosa. Trattativa serrata con i due presidenti Usa - l'uscente Joe Biden e l'entrante Donald Trump - per ottenere la liberazione di Cecilia Sala e qualche giorno dopo scarcerare Abedini Najafabadi Mohammad e rimandarlo in Iran.

Da sottolineare però a sinistra le differenze con Alleanza Verdi Sinistra visto che Angelo Bonelli, proprio ad Affaritaliani.it, ha affermato che "Meloni fa rimpiangere Bettino Craxi come autonomia del nostro Paese" riferendosi al permesso chiesto agli Stati Uniti. Il leader di Europa Verde si riferisce chiaramente alla crisi di Sigonella (che prende il nome dalla base aerea presso la quale scaturì, in Sicilia), un caso diplomatico tra Italia e Stati Uniti d'America avvenuto nell'ottobre 1985.

L'accaduto rischiò di sfociare in uno scontro armato tra VAM (Vigilanza Aeronautica Militare) e carabinieri da una parte, e i militari della Delta Force (reparto speciale delle forze armate statunitensi) dall'altra, all'indomani di una rottura politica tra il presidente del Consiglio Bettino Craxi e il presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan circa la sorte dei terroristi palestinesi che avevano sequestrato e dirottato la nave da crociera italiana Achille Lauro uccidendo un passeggero statunitense, Leon Klinghoffer.

D'altronde, tornando all'attualità, non poteva che finire con un palese ed evidente scambio Sala-Abedini. E la prova arriva anche dal fatto che provando a chiedere un commento a Enrico Borghi, parlamentare di Italia Viva e soprattutto membro del Copasir, la risposta è stata: "Non dico assolutamente nulla su questa vicenda".

Segno che dal comitato parlamentare di controllo sull'operato dei servizi segreti, che ha audito rigorosamente a porte chiuse il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, qualcosa è passato. Probabilmente ben più di qualcosa ma proprio le ragioni e i dettagli della triangolazione Roma-Washington-Teheran. "La cultura democristiana e di Centrosinistra, come insegnano i governi di Romano Prodi, è sempre quella che la vita umana vale più di tutto e quindi ad ogni costo bisogna arrivare alla liberazione dell'ostaggio e riportarlo a casa", spiega un deputato Dem di lungo corso.

In Transatlantico, fonti sia della maggioranza sia delle opposizioni, spiegano che gli Usa non hanno dato l'ok allo scambio fino a quando - stando alle voci e ai ragionamenti che si fanno in Parlamento - non hanno avuto tutte le informazioni tecnologiche che aveva Abedini. Ovvero pc, tablet, telefonini ed eventuali anche pezzi di droni. Tutto sarebbe (condizionale d'obbligo) stato consegnato alle autorità americane alle quali del tecnico iraniano interessava ben poco (non essendo una figura di spicco del regime di Teheran anche se un ingegnere che, secondo gli Stati Uniti, lavora per i Guardiani della Rivoluazione iraniana) ma voleva i suoi dati, file e tutto ciò di cui era in possesso quando è stato fermato a Malpensa e poi arrestato e portato al carcere di Opera.

Nessuno dirà mai la verità, coperta dal segreto, ma stando alle ricostruzioni parlamentari Meloni avrebbe garantito agli Usa, sia Biden sia Trump, di consegnare tutto il materiale dell'iraniano alle autorità d'Oltreoceano ottenendo così l'ok allo scambio. Che non è avvenuto contestualmente ma Abedini è stato scarcerato qualche giorno dopo il ritorno di Sala in Italia proprio per non rendere palese ed evidente ciò che tutti a microfono spento alla Camera e al Senato definiscono uno scambio. Giusto per riportare a casa una cittadina italiana, tanto che, come detto, il Centrosinistra al governo avrebbe fatto la stessa identica cosa.

Leggi anche/ Abedini a Teheran, scarcerato da Nordio. Bonelli: "Scambio con Sala, Meloni fa rimpiangere Craxi". Il Pd: "Ogni mezzo per il rilascio di un connazionale è valido" - Affaritaliani.it

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